lunedì 4 marzo 2013

Grilli o formiche?

Come è noto ai grilli e alle cicale è attribuito il canto che ci accompagna d'estate mentre le formiche sono conosciute per la loro operosità e previdenza per il futuro. Non vorremmo che i grillini, visto quanto cantato dal loro leader Beppe Grillo nelle piazze nel corso della campagna elettorale, si limitassero - in parlamento - a ribadire solo "no" o a proporre l'impossibile come, per esempio, l'assegno di cittadinanza: un bonus mensile a tutti gli italiani che si trovano senza lavoro. La proposta è bellissima e degna della migliore socialità ma, per una norma euristica di correttezza contabile, va accompagnata dall'importo previsto di spesa e da dove far uscire i denari necessari per coprire la spesa in questione. Il calcolo della spesa oscilla tra i 25 mila e i 35 mila milioni di euro, nè si può più dire che la copertura sarà finanziata con i ricavi della lotta all'evasione o della vendita dei beni pubblici: in materia di spesa non si può fare affidamento su "presunti futuri" ricavi  ma su solide realtà, ci ha ammonito l'Unione europea. 
Nella stessa Gran Bretagna (un paese basato sulla correttezza dei cittadini) l'esperimento fallì presto, ne usufruirono persino molti italiani che, con la scusa di essere cittadini colà disoccupati, si fecero sei mesi di vacanze nella terra di Albione, giovandosene per imparare l'inglese.
Nel nostro Paese, con l'imperversare dei lavori in nero, dell'evasione ed elusione, verrebbe incentivata la piaga del lavoro non dichiarato aumentando l'evasione contributiva, così come accaduto a molte pensioni inps di invalidità erogate per fini assistenziali a falsi disabili. Inoltre il reddito di sostegno alla persona, oltre ad andare a dei non aventi diritto, potrebbe essere speso (libero arbitrio), trattandosi di giovani in cerca del primo lavoro o conviventi con i genitori, in modo fatuo (telefonino, palestra, sballo, droga, ecc.). Un modo per distogliere risorse dalla vera assistenza sociale negli ospedali e nella scuola. 
Prima di dare denaro ai cittadini, è duro dirlo ma qualcuno dovrà pur dirlo, potrebbero pagare gli arretrati alle ditte che attendono il saldo delle fatture dallo Stato e che senza quei denari non potrebbero più andare avanti in quanto le banche hanno chiuso il fido. Le aziende private sono le uniche che potrebbero dare lavoro se aiutate con il saldo dei crediti pregressi e della riduzione della fiscalità; per la ripresa economica non c'è altra via; le grandi opere (il ponte sullo stretto, il risanamento industriale, ecc.) richiedono massicci finanziamenti pubblici in località non pronte (ambientalmente e imprenditorialmente) allo sviluppo delle infrastrutture e della concorrenza (essendo controllate da boss locali). Meglio, se si riuscisse a trovare le risorse, convogliarle verso le imprese e le zone ove c'è un fermento d'iniziative libero da condizionamenti nafiosi.
E, se proprio vogliamo trovare le risorse economiche - essendo un periodo ove tutti sono stati chiamati a fare sacrifici - contribuiscano anche i partiti, i politici ed il ministero della difesa devolvendo "allo sviluppo economico" il rimborso elettorale, una parte dello stipendio e l'acquisto di armi, munizioni e quanto altro.