lunedì 30 aprile 2012

La new Age

I partiti sono essenziali per la vita politica, sostengono gli interessati, poichè rappresentano il legame che unisce i cittadini allo stato attraverso il parlamento. Sono la voce del popolo in quanto agiscono su delega dello stesso rappresentandone gli interessi; per tale ragione ogni democrazia non potrà mai fare a meno delle formazioni partitiche. E qui sta il primo errore: i partiti sono "lo strumento" attraverso il quale si attua il governo dei "processi" sociali, non sono una "struttura " della società ma uno dei mezzi per contribuire alla diffusione delle idee e del dibattito, insieme agli strumenti di comunicazione, l'educazione scolastica e civile e l'applicazione di provvedimenti adatti alla mutabilità dei tempi. Una mutabilità, più o meno veloce a seconda delle situazioni (culturali, sociali, economiche) del Paese. Una mutabilità che travalica ideologie e fantasie perchè mossa da stimoli tecnologici ed innovativi, conseguenza della ricerca scientifica, che influiscono sull'economia e le istituzioni aggiornandole alla new Age che si sviluppa su scala planetaria attraverso l'interelazione Territorio/Popolazione/Risorse.
Varie civiltà si sono susseguite nel corso dei millenni mutando filosofie, religioni, modi di governare, di lavorare, di vivere, di comportarsi e persino di pensare o "desiderare". Ogni civiltà è scaturita da impostazioni di fondo che, nel tempo, sono gradualmente mutate. Pertanto abbiamo attraversato tre ere fondamentali e ci stiamo avviando, ancora confusamente e con molti legami con la terza, verso la quarta era. Su Lineamenti di sociologia dell'emigrazione, istituto bibliografico Napoleone editore Roma 1987, abbiamo sostenuto:
"[...] La soddisfazione di questi bisogni [NdR: sussistenza, aggregazione, conoscenza] avviene secondo un ordine di priorità che parte da quello elementare-vegetale (sussistenza) per arrivare al sapere passando attraverso il gradino intermedio dell'aggregazione [...] All'inizio dell'umanità le tribù vagavano sulla terra alla ricerca di cibo [...] Diecimila anni or sono l'uomo scoprì che il cibo poteva essere seminato e coltivato [...] La coltivazione del campicello generò la fine del nomadismo e l'inizio della proprietà della terra [...] una maggiore disponibilità di cibo, una superiorità fisica e psicologica del coltivatore sull'affamato nomade e la creazione del "potere": chi ha detta legge [...] Con il trascorrere dei secoli [...] i rapporti con la società furono stabiliti in base al potere e al sapere [...] Fino ai primi anni del 1900 le opportunità sociali-culturali erano riservate alla classe dominante (coloro che avevano beni, istruzione e diritto di voto). Per gli altri dieci-sedici ore di lavoro giornaliere [...] Modelli di vita difformi dal passato fanno sorgere la necessità di norme giuridiche ed istituzionali diverse [...] Essere custodi di un segreto o capaci di svelare un mistero poneva l'uomo al riparo da sforzi fisici per acquisire il cibo e la tranquillità. Poneva lo stregone al di sopra degli altri componenti della tribù, oggetto di stima e regalie. Gli conferiva un "potere". Accanto alle invenzioni relative a tecniche o oggetti di uso comune sorsero invenzioni su fatti che coinvolgevano l'uomo. Oltre agli scienziati, ai filosofi ed ai sacerdoti nacque anche la casta dei politici che si arrogarono il diritto di amministrare i gruppi sociali [...] Le istituzioni tendono alla coesione e stabilità del gruppo. Il loro scopo secondario è la preservazione dell'ordine, quindi situazioni di fatto interne (classe dirigente e scarsa mobilità verticale) e di difesa dai pericoli provenienti dall'esterno. La lotta per l'acquisizione del bene porta, invece, stante l'insufficiente rapporto risorse-bisogni, alla conflittualità che si scarica sul più debole fino a quando diventerà meno debole e in grado, a sua volta, di scaricarsi su altri. Un modo per divenire forti, pur essendo deboli, è quello di riunirsi in gruppo. Cioè in comunità, associazioni, sindacati, ecc. Il numero rappresenta sempre una forza, tant'è vero che ad esso fanno ricorso o traggono sostentamento i capi (chi sarebbe tale senza seguito?), le ideologie, le istituzioni ed i movimenti d'opinione [...] Al termine della seconda guerra mondiale è cambiato il modo di sentire e partecipare agli avvenimenti che ci riguardano e ci circondano. Le verità imposte dall'alto e non dimostrate hanno fatto il loro tempo. Oggi la gente vuole "vedere", vuole verificare, vuole dare il suo apporto di idee ed esperienze prima di accettare mode ed ideologie [...] Dagli assiri ai romani e da questi agli imperi di Francia o di Spagna, fino all'avento di Usa ed Urss, oggi tallonate dal Giappone, c'è tutta una concatenazione storica [...] possiamo riferirci alle sette grandi civiltà che esistevano nel 1500: l'occidentale, la musulmana, l'indiana, la cinese, l'inca, l'azteca e la russo-bizantina. Oggi stiamo andando verso una sola civiltà che, da quella classica fondata sulla schiavitù come strumento di espansione e controllo economico, è passata attraverso il sistema feudale, il capitalismo commerciale e l'industrialesimo. Ma anche la tecnologia rivolta a soddisfare i bisogni (NdR: sussistenza, aggregazione, conoscenza), che si manifestano secondo una gradualità che parte da quelli fisiologici per andare verso quelli culturali e sociali, ha conosciuto evoluzioni che hanno segnato il cammino della civiltà: l'agricoltura, che subentrò alla caccia e alla pesca, fu incalzata dall'artigianato ed entrambi cedettero il primato all'industria, oggi già spodestato dal cosiddetto terziario. Di immutato resta la spinta a soddisfare i bisogni, sempre più crescenti e complessi, secondo una tendenza collettiva di corsi e ricorsi, spinte e controspinte, avanzamento e stasi, che può essere avvicinata alle recenti scoperte della fisica moderna sull'alternanza e complementarietà delle forze agenti in natura [...]"
Anche su Demodossalogia ed opinione pubblica (edizioni Sidd 1998), gli atti del convegno per ricordare i maestri della disciplina Federico Augusto Perini-Bembo e Adriano Magi-Braschi, abbiamo sostenuto:
"[...] Nel passaggio dalla società feudale contadina a quella mercantile e poi alla società industriale moderna i vari aggregati umani (contadini/soldati, dirigenti/dipendenti, ecc.) ebbero tutto il tempo necessario per assimilare un loro specifico ruolo adeguandovi il comportamento. Però mentre nel periodo pre-industriale il cambiamento avveniva attraverso misure multiple rispetto alla vita dell'uomo, cioè la persona non riusciva a vedere compiute le opere che aveva iniziato, oggi le trasformazioni ci sfuggono di mano: non facciamo in tempo ad ultimarle che già sono obsolete [...] La società agricola presupponeva la proprietà della terra che, col tempo, si è trasformata nel possesso del bene (proprietà=potere) senza più alcun legame con l'uso dello stesso ai fini della sopravvivenza. Mentre le ricchezze monetarie o i mercenari erano segni di potenza soggetti a volatilità le case ed i feudi agricoli dimostravano visibilmente la potenza della casata: il patrimonio denota uno status sociale oltre che dare benessere, sicurezza e potere. La società industriale ha invece legato il potere alla produzione dei beni piuttosto che alla proprietà fine a se stessa favorendo le società commerciali e l'azionariato. Oggi la supremazia è data dalla gestione del denaro e, ancora di più rispetto al passato, a quella delle informazioni [...]"
Tutti questi passaggi da una civiltà all'altra, da un ciclo politico-economico-culturale al successivo quale effetto hanno generato sul pensiero sociale? In convegni, lezioni ed interventi vari abbiamo accennato ai  riflessi delle tre ere fondamentali (quella agricola, quella mercantile e quella industriale) osservando che, seppure confusamente, siamo entrati nella quarta era.
Nell'era agricola la sopravvivenza era data dalla coltivazione, connessa alla stagionalità scandita dal movimento stellare, per cui il contadino scrutava il cielo affidandosi alle divinità che governavano il mondo allora conosciuto nella speranza di poter risolvere, in questo modo, i suoi problemi esistenziali e psicologici.
Nell'era mercantile la fiducia nella sopravvivenza è stata affidata all'intraprendenza personale o di gruppo con l'aggregazione intorno ai comuni, alle signorie e alle associazioni di categoria, sviluppando politiche, ruoli ed istituzioni; esaltando, nel contempo, attraverso le opere edilizie la magnificienza della ricchezza derivata dall'imprenditorialità. La soluzione dei problemi sociali era rimessa alle decisioni del potente di turno.
Nell'era industriale la sopravvivenza è stata riposta nella produzione dei beni, nello sviluppo della tecnologia e nella convinzione che con l'aggregazione di massa fosse possibile migliorare le condizioni sociali, da qui i partiti, le rivolte operaie e le aspettative (le aspirazioni collettive) per gli stati nazionali. Un'era basata sulla convinzione che attraverso forme associative e di delega fosse possibile stabilire equi rapporti sociali di sviluppo coordinati dalle istituzioni, in base alla rappresentanza e alle istanze popolari.
Attualmente - all'inizio della quarta era - c'è la predominanza del denaro (per la sua facilità di uso e spesso di acquisizione) sul possesso e la produzione dei beni, mentre sul piano sociale rimandiamo al post di sabato scorso (Generare il futuro) là ove ci consideriamo
"[...] padroni dell'universo, pronti ai viaggi turistici planetari, quello che cercavamo prima nel trascendentale [era agricola] e poi nel sociale [era industriale] lo andremo a cercare dentro di noi, valorizzando il nostro corpo e la nostra mente. Quindi avremo una società vieppiù edonistica dove le leggi, i valori religiosi e sociali, e di conseguenza i rapporti tra persone momentaneamente unite tra loro, saranno espressione del singolo essere monade in un mondo di monadi conviventi nello stesso spazio e tempo".  
Alla LXV Riunione della Sips a Cassino nel 1999 sul tema Le biotecnologie: situazione attuale e scenari futuri abbiamo concluso il nostro intervento affermando:
"[...] Mentre sinora le mutazioni biologiche avvenivano, nel procedere dei millenni, per via naturale oggi abbiamo la possibilità di effettuare mutazioni genetiche controllate dall'uomo e dalla sua cultura, tramite le biotecnologie. L'era che occuperà lo spazio-tempo degli anni duemila sarà talmente innovativa da non poter essere neppure paragonata all'era industriale, che - a suo modo - rappresentò una svolta sull'epoca precedente. Siamo ormai nell'era genomica con le sue dirompenti conseguenze sulla società [...]"

Giovedì 3 maggio: ricordando Magi-Braschi

sabato 28 aprile 2012

Generare il futuro

Oggi 28 aprile ad Omnibus, il dibattito mattutino de LA7 tv, il presidente dell'Istat Enrico Giovannini a proposito del futuro ha detto che "viene generato dai comportamenti di oggi". Proprio come sostengono da anni i demodoxaloghi della Sidd (sulla scorta delle argomentazioni di Toddi e Franco Rizzo) e come è stato anche recentemente ribadito nel post I fondamenti della demodoxalogia (16 aprile). Per meglio capire l'evoluzione dei comportamenti, il continuum che genera i cambiamenti, abbiamo riportato la sintesi dell'intervento svolto al convegno su I sociologi e la famiglia organizzato il 4 maggio del 2005 dalla Cooperativa Sociale Maggio 82, presieduta da Anna Maria Coramusi, con la collaborazione dell'Associazione Nazionale Sociologi.

Lunedì: la new Age

venerdì 27 aprile 2012

Ambiente e neuroscienza

L'ultima frontiera della neuroscienza ha lanciato l'immagine dei "neuroni a specchio". Una scoperta scientifica che sta avendo un grande successo nel campo della neurologia e psicopedagogia. In estrema sintesi, non sapendone di più in quanto la tesi è ancora poco divulgata fuori dall'ambito della neurologia, si sostiene che i neuroni si connettono automaticamente con i neuroni delle persone circostanti adattandosi alle informazioni che ricevono, anzi imitando il mondo circostante. Nelle prove di laboratorio è stato constatato che nel cervello i neuroni pulsano (si restringono e si allargano) memorizzando quanto assorbono dall'ambiente per trarne regole di comportamento e crescita. Una percezione degli altrui segnali, che avviene ancora in modo misterioso, come se i nostri neuroni si confrontassero con gli altri, da qui a specchio.
La scoperta potrebbe avere delle ricadute per lo studio dei comportamenti dell'opinione pubblica e anche per l'influenza dell'ambiente sulla collettività umana. Per quanto concerne la folla (agglomerato indistinto d'individui) ricordiamo gli studi di Gabriel Tarde (Le leggi dell'imitazione 1890) e Gustave Le Bon (Psicologia delle folle 1895) a proposito della irrazionalità e soprattutto della suggestione "per imitazione" mentre per il pubblico (individui legati fra loro da una o più circostanze temporali o spaziali ma necessariamente da circostanze modali) riportiamo quanto scritto in Demodossalogia ed opinione pubblica (edizioni Sidd 1998):
"[...] L'ambiente ove si vive (sociale o familiare), l'educazione ricevuta e l'istruzione acquisita, l'attività ludica o di lavoro, le informazioni che stabilmente si ricevono o si cercano, il tenore di vita, contribuiscono a formare negli individui di quella pluralità (NdR: pubblico) cause persistenti di stabilità conformi al gruppo di appartenenza [...] gli individui partecipano di regola e contemporaneamente, in modo attivo e passivo, a pubblici numerosi e differenti (l'intersecarsi dei vari pubblici potrebbe paragonarsi a quello dei tessuti di un corpo umano, così che metaforicamente potrebbe, lo studio dei pubblici, essere considerato una specie di istologia sociale) [...]"
Del resto il padre della sociologia Auguste Comte nel suo Corso di filosofia positiva (1830-42) concepiva la sociologia come una "fisica sociale" rapportandola ai fenomeni della natura per trarne delle leggi universali da applicare agli eventi sociali. 
I demodoxaloghi della Sidd hanno sempre sostenuto l'interelazione "Territorio/Popolazione che vive su quel frattale di territorio/Risorse umane e naturali" come componenti di quel contenitore più vasto definito come Ambiente (Nemi, 18 febbraio 1996, I sociologi e la nuova politica ambientale, con gli interventi dei sociologi Michele Marotta, Paolo de Nardis, Franco Martinelli, Roberto Canali e Giulio D'Orazio).
Ci auguriamo che la neuroscienza possa dare lo stimolo ai sociologi per riprendere i concetti di Comte e gli altri antesignani (Ruggero Boscovich) che hanno visto nei comportamenti sociali analogie con i meccanismi della natura, attraverso costanti K nel tempo e nello spazio.

Lunedì:  La new Age

giovedì 26 aprile 2012

Manovre politiche

I sondaggi elettorali, tra astenuti, indecisi e schede bianche o con insulti danno più del 50% degli italiani mentre la fiducia nei partiti è ulteriormente scesa dal 4 al 2%. L'unico che raccoglie consensi nelle piazze e nei sondaggi è  Beppe Grillo, che - dato il particolare momento sociale - ha tutte le carte nelle sue mani: non è un politico e quindi risponde alle attese della gente che vuole facce nuove perchè si sente presa in giro dai soliti politici professionisti; è un comico abbastanza conosciuto per le sue polemiche con il potere e, pertanto, non nuovo alla critica della casta; ha una facilità di gestione ed argomentazione istrionica che lo rende accettabile e strategico. Un'altro che potrebbe avere un gran successo se si buttasse in politica è Roberto Benigni.
Sul versante dei partiti  le cariatidi che da anni siedono nel Parlamento hanno annusato puzza di bruciato e, nel timore di perdere la poltrona, si sono fatti paladini del "rinnovamento". Massimo D'Alema e Gianfranco Fini, due esponenti di partito con oltre vent'anni di cariche istituzionali e dirigenziali, vanno rilasciando interviste a tv e giornali per perorare le grandi riforme: quelle che non hanno fatto sinora. Pier Ferdinando Casini ha azzerato la dirigenza dell'Udc per annunciare "il partito della Nazione": una nuova ammucchiata politica aperta a destra e sinistra con qualche nome nuovo (per dare rispettabilità alla lista) in un mare di riciclati e di avvinghiati allo scanno parlamentare (o ai suoi benefici?). L'ex segretario di Silvio Berlusconi, ed ex ministro della giustizia, Angelino Alfano ha informato il popolo della libertà e gli italiani tutti che, dopo il risultato delle amministrative di maggio, daranno vita ad un nuovo movimento politico rivoluzionario, cioè sganciato dalle ideologie, dai partiti tradizionali, dal finanziamento pubblico, ecc., ecc. Un partito fondato sui circoli, come in Usa.
Dopo quello che gli italiani hanno appreso sulla disinvoltura nell'amministrare le casse dei partiti sono rimasti in pochi nel Parlamento a sostenere ancora la sovvenzione pubblica ai partiti e tutti si vogliono rifare una verginità chiedendo modifiche al meccanismo, da approvare a babbo morto insieme alla riforma elettorale. La verità è che nessuno vuole cambiare il sistema elettorale in quanto l'attuale è l'unico che dà una buona garanzia di rielezione (attingendo al listone nazionale) degli uscenti anche in presenza di bocciatura nei collegi. E' la voracità della politica che richiede sempre più denaro per conquistare i consensi elettorali ed assicurarsi una buona rendita di posizione in caso di trombatura.
Ma la storia ci insegna che le riforme non le fa mai chi è al potere (qual è quel re che auspica la repubblica? Qual è quel partito che dimezza spese ed eletti? Qual è quel banchiere che mette un cappio agli istituti bancari?). I mutamenti avvengono dopo disastri, guerre, rivolte, tragedie sociali, ecologiche o economiche e sono sempre guidati da una figura nuova di leader carismatico (Mosè, Cristo, Robespierre, Garibaldi, Lenin, Gandhi, De Gaulle, Nasser, Kennedy, ecc.) che non sempre riesce nell'intento, specie a lungo termine.

Domani: ambiente e neuroscienza, le nuove frontiere.

mercoledì 25 aprile 2012

Segnalazioni

Il 16 aprile sul quotidiano online l'Indipendenza Valter Bay ha documentato la storia di una prima abitazione paragonabile ad un rifugio di montagna, a 260 metri sul livello del mare  nelle Alpi apuane, dall'incisivo titolo: "Per me pensionato l'imu è come un pizzo mafioso" sostenendo che trattasi di una prima casa ereditata ed invendibile soggetta ai meccanismi vessatori di Equitalia. A tale scopo ha anche rivolto una petizione al Capo dello Stato.

Sabato 28 aprile a Castiglion del Lago Antonello Belli darà vita al multiforme spettacolo (danza, poesie, dibattito, ecc,) "Scacco matto al reale" come percepire la realtà scardinandola dal reale. Informazioni: belli.antonello@libero.it

Su Scienza e tecnica nn. 497-498 del 2012 Antonella Liberati ha presentato "La logistica: tra arte e scienza". Cioè la ricerca dei tempi e dei metodi migliori per la gestione di una qualsiasi attività assumendola come funzione strategica per determinare il successo o l'insuccesso. Un arte che dovrebbe essere divulgata ed insegnata, mai data per scontata, estendendo l'applicazione del concetto a intere popolazioni, opinione pubblica, sopravvivenza del pianeta terra e dei suoi frattali ambientali.

Sabato 26 maggio dalle ore 10 alle 13, nella sala delle conferenze Ernesto Biondi del comune di Morolo (Frosinone) il dipartimento del Lazio dell'Associazione nazionale sociologi, con il patrocinio del comune rappresentato da Anna Maria Girolami, ha organizzato il convegno Ciociaria: il lavoro in funzione dei parametri TPR - Territorio, Popolazione, Risorse. L'evento, si legge sul Notiziario dell'Ans, ha come fine quello di fare una panoramica sulla situazione socio-economica del territorio del frusinate, evidenziandone le peculiarità e le arretratezze, al fine di arrivare ad un dibattito fra interlocutori che quotidianamente, sia nell'ambito dell'industria, dell'economia, dell'agricoltura, del turismo, dell'artigianato e del terzo settore operano e propongono soluzioni di sviluppo e di miglioramento. Per informazioni: Anita Fiaschetti tel. 3471661436, e-mail anitafiaschetti@yahoo.it

Il notiziario del Centro Studi Libri Ortani di aprile, diretto da Roberto Canali,  ha segnalato la nota del 10 febbraio apparsa su codesto blog a proposito della Protezione civile.

Dal quotidiano online l'Indipendenza del 22 aprile riportiamo quanto scritto da Enzo Trentin : "[...] Perchè ai giorni nostri i partiti non rinunciano alla prossima tranche di finanziamento pubblico? Semplice! Sanno che possono ancora tirare la corda e continuare a spogliare i cittadini dei loro risparmi. Come fanno a sapere ciò e molte altre cose sul comportamento degli italiani? Attraverso molti studi, come per esempio la Demodoxalogia [...]".

Domani: le manovre politiche

martedì 24 aprile 2012

Come finanziare la politica

Il finanziamento pubblico ai partiti è necessario, si sostiene, per contrastare quei miliardari che potrebbero entrare in politica ed assicurare, quindi, trasparenza ed equità nella campagna elettorale. Implicitamente una tale asserzione dà ragione a coloro che sostengono il predominante peso della campagna elettorale e dei media per conquistare il voto degli elettori, più soldi si hanno più si può fare propaganda.
Ma perchè finanziare i partiti? Giuridicamente sono associazioni private come le bocciofile o i boy scout, dovremmo quindi finanziare anche loro? I partiti, si dice, svolgono una funzione politica che assume rilevanza istituzionale come mediatori tra lo Stato e i cittadini, quindi una rappresentanza sociale. Ma anche le associazioni dei consumatori o dei donatori di sangue, per fare due esempi, hanno una importante valenza sociale. 
Se è corretto finanziare la politica è sbagliato finanziare i partiti. Il primo motivo è che tale finanziamento è un incentivo a crearne dei nuovi, magari minuscoli o con un solo rappresentante. Il secondo motivo è che ne beneficerebbero solo i vertici del partito, e così via. Invece, una volta formatisi i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato (che hanno il requisito minimo di almeno dieci componenti) il finanziamento dovrebbe andare ai gruppi (quello misto compreso) in proporzione al numero dei parlamentari che ne faranno parte, per il funzionamento del gruppo stesso (consulenze tecniche, convegni, ufficio stampa, ecc.). In questo modo si alleggerirebbero le spese del Parlamento (che attualmente sostiene i gruppi parlamentari) legando il finanziamento alla volontà popolare che ha espresso la consistenza numerica dei gruppi parlamentari. 
I partiti, come ogni associazione riconosciuta o no, hanno però diritto a ricevere sostentamento dai loro associati. Anzi per i partiti il contributo dovrebbe essere obbligatorio per sancire il diritto-dovere del cittadino a partecipare alla vita politica del Paese. Ricevere il 5x1.000 è sbagliato in quanto è una oblazione volontaria e non tutti sono favorevoli a finanziare la politica, meglio inserire anche i partiti tra le varie chiese destinatarie del contributo obbligatorio 8x1.000 (obbligatorio nel senso che tutti lo dovranno versare anche se non indicheranno i beneficiari).
Attualmente l'8x1.000 del contribuente che non ha specificato la destinazione viene ripartito tra lo Stato e la Chiesa cattolica, l'uno come tassa aggiuntiva sotto mentite spoglie l'altra come finanziamento ad un ente (per giunta legalmente straniero) che sostiene di sostituirsi allo Stato italiano nelle opere di crescita culturale (scuole a pagamento) e negli scopi sociali (ospedali, volontariato, ecc.). Cosa ci sarebbe di sbagliato se accanto a Chiesa e Stato ci fosse il finanziamento pubblico obbligatorio ai partiti presenti in Parlamento al momento della dichiarazione dei redditi (quindi anno per anno)? La funzione sociale dei partiti non è inferiore a quella delle varie religioni.
Purchè i partiti  e i gruppi parlamentari certifichino il tutto con trasparenza e pubblicamente.

Domani: Segnalazioni

lunedì 23 aprile 2012

Emanuela Orlandi

Sul settimanale Oggi del 18 aprile (n. 16) un servizio di Giangavino Sulas torna sul caso di Emanuela Orlandi, la quindicenne cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 mentre tornava a casa. In base alle ultime documentazioni si ipotizza che il sequestro ed omicidio fu organizzato dal capo della banda della Magliana Renato De Pedis, sepolto (come si usa per gli alti prelati e i personaggi illustri) nella basilica di sant'Apollinare, annessa alla scuola dove studiava la ragazza scomparsa. Un mese prima della scomparsa di Emanuela non tornò più a casa Mirella Gregori assai somigliante alla coetanea e forse rapita in sua vece, per errore. Sulla base delle testimonianze raccolte dal giudice Ferdinando Imposimato che indagò sul caso Orlandi in Vaticano qualcuno sà: il cardinale Agostino Casaroli titolare di una utenza telefonica riservata ove riceveva le telefonate dei rapitori, monsignor Dino Monduzzi e il sovraintendente della vigilanza vaticana Raoul Bonarelli che dopo essere andato a deporre presso la giustizia italiana assicurò al telefono (il 12 ottobre del 1993) i suoi superiori di non aver parlato, ricevendo (si suppone per premio e guarantige) la cittadinanza vaticana. Inoltre il Bonarelli fu riconosciuto dalla madre di Mirella, nel dicembre del 1985, come l'uomo che più volte avvicinò sua figlia in un bar in via Nomentana prima della scomparsa..
Le reticenze del Vaticano e la mancata collaborazione con la polizia italiana, in aggiunta a due misteriosi omicidi-suicidi di guardie svizzere, fanno sorgere illazioni sull'onorata sepoltura di De Pedis (per servizi resi?) e sull'intera vicenda facendo intravedere una guerra tra i vertici in seno al Vaticano come sempre avvenuto e documentato nel libro La santa casta della Chiesa, duemila anni di intrighi, delitti, lussuria, inganni e mercimonio tra papi, vescovi, sacerdoti e cardinali (tascabili Newton, Roma 2011). Un rapimento e conseguente omicidio che getta anche ombre inquietanti sul misterioso padre naturale e non adottivo della ragazza.

Domani: come finanziare la politica

domenica 22 aprile 2012

La nuova politica

Il politologo Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera ha sostenuto, ha proposito della Lega, che i partiti tradizionali sono superati in quanto non sono più portatori di valori che potevano accumunare nord e sud, ricchi e ceto proletario, ma ormai solo espressione di interessi economici o sociali diversi a seconda delle località geografiche (nord-est industrializzato e Calabria sottosviluppata, ecc.) e delle condizioni di vita (operai e professionisti, ecc.). Pertanto i partiti sono in una fase di mutamento che li rende più consoni con i movimenti (che si creano e si sciolgono a seconda degli scopi da raggiungere); mentre nel dopoguerra i due maggiori partiti (Pci e Dc) potevano unire tutte le categorie e espressioni territoriali riconducendo i votanti a valori fondanti che travalicavano il partito (comunismo/cristianesimo). 
Nel terzo capitolo della Inchiesta demodoxalogica sul post-industriale (1996) avevamo sostenuto:
"[...] Dato che la società è articolata in gruppi sociali e istituzioni interconnessi tra loro e guidati da leaders, assume rilevante importanza la funzione della leaderschip come guida al cambiamento [NdR: vedasi  l'indicazione sulla scheda elettorale], in ogni settore: dall'economia alla politica, dalla cultura ai rapporti sociali. Per cambiare occorre avere la sensazione di quanto sta avvenendo e modificare, di conseguenza, le strutture presenti nella società. Oltre ad un fatto di cultura è un problema che investe la classe dirigente e il distacco generazionale [...]  I conflitti del futuro potrebbero essere economici, per la supremazia del mercato come ai tempi delle flotte inglesi e spagnole, o razziali per respingere l'infiltrazione nei paesi del benessere di popolazioni affamate provenienti dal Terzo mondo. Ed anche questa è un'esperienza storicamente già vissuta. Occorrerà governare il cambiamento sfruttando le potenzialità della tecnologia in maniera tale da costruire un nuovo equilibrio prima dell'insorgere del conflitto. Altrimenti sarebbe un disastro poichè, essendo il mondo interelato, il conflitto assumerebbe dimensioni planetarie. [...] L'avvento del post-industriale potrebbe caratterizzarsi per una profonda mutazione delle istituzioni, come avvenuto con la Rivoluzione francese e, ancor prima, con il conferimento del potere in base a motivazioni esterne alla natura dell'uomo. Infatti il potere decisionale o di giustizia fu prima affidato al patriarca, poi al re e infine all'istituzione repubblicana e allo stato moderno. L'umanità ha sempre delegato agli altri la disciplina dei rapporti sociali e la conoscenza di quanto non vissuto: alla politica la gestione della società, alla religione i rapporti con la metafisica e agli scienziati ed intellettuali la creatività. Da una parte ha delegato tutto ciò che ha attinenza con la collettività ed i valori (quindi che è esterno all'uomo), dall'altra ha moltiplicato gli sforzi e le iniziative personali per soddisfare i bisogni. Le istituzioni, e le relative modifiche, sono la conseguenza di ideologie divenute dominanti, che a loro volta traggono sostentamento da un diverso modo di lavorare e di avere rapporti. [...] un futuro di cultura che, finalmente, arricchirà l'uomo facendo decadere la sua dipendenza dalla religione e dalla politica, che gli hanno espropriato la conoscenza diretta e personale dei problemi sociali e ultraterreni. Le idee stimoleranno l'umanità a gestirsi in proprio la vita e i rapporti con gli altri e il non conosciuto. [...] Nel post-industriale l'individuo se la dovrà cavare da solo altrimenti non sopravviverà. Per questo motivo abolirà qualsiasi tipo di mediazione collettiva per passare a forme di mini-associazionismo (di produttori, di utenti, culturale o ricreativo, ecc.) come prima tappa di una riforma dello Stato e dei poteri decisionale, perchè la possibilità di comunicare immediatamente e direttamente rende inutile, e a volta dannosa, l'intermediazione degli altri o delle istituzioni. Ed anche perchè prenderà sempre più coscienza che la delega ha portato l'umanità sull'orlo di catastrofi nucleari o ecologiche. La svolta consisterà in una apparente anarchia derivata dalla multiformità di direzioni e decisioni, per cui la gente considererà se stessa non come facente parte di un gruppo omogeneo ma, ha detto Alvin Toffler, "come individui differenziati, ciascuno con i propri bisogni e desideri". [...]"

Lunedì: Emanuela Orlandi

giovedì 19 aprile 2012

Controluce

L'onorevole Emanuela Dal Lago della Lega ha detto il 15 scorso nella trasmissione televisiva Omnibus de LA7 tv che nelle commissioni parlamentari passano tante di quelle cose che ai cittadini non si fanno sapere. Occorre pertanto, aggiungono i demodoxaloghi, che gli italiani si abituino a vedere in controluce la politica, come negli esempi che seguono.

Sull'ultimo numero della rivista cultural-politica Formiche, diretta dal consulente del governo Paolo Messa,  una intervista ad un esponente dell'Udc fa intravedere il pensiero di PierFerdinando Casini: la fondazione di una nuova formazione politica destinata ad assumere la guida dell'Italia, molto probabilmente - secondo la Sidd - con l'ingresso di Luca di Montezemolo, pezzi dell'attuale governo Monti, del Pdl e frange cattoliche del Pd.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ancora si presenta come capo di un governo tecnico ma gli incontri che ha con il triunvirato A-B-C  per concordare la blindatura ed approvazione delle leggi che presenta in Parlamento sono - di fatto - accordi con le forze parlamentari che lo sostengono e quindi un vero e proprio governo politico, al di là delle giustificazioni di parte imputate alla necessità della situazione.

La tassa patrimoniale è una imposta sui beni posseduti, cioè sulla ricchezza delle persone. Nell'Imu (imposta municipale unica) una buona percentuale è composta dalla tassazione sulle case, con il ripristino dell'ex Ici sulla prima abitazione; è quindi una tassa sul patrimonio. Ma perchè quando la sinistra propone di tassare i grandi patrimoni con un prelievo straordinario, come avvenuto per i pensionati e per redditi superiori a poco più di mille euro, ciò non è possibile? Un piccolo appartamento o una villa non sono entrambi patrimoni immobiliari? Che dire poi delle rendite milionarie?

Tutte le forze politiche sostengono che il deficit statale si annidi nella pubblica amministrazione. Quindi i ministeriali, che gestiscono i soldi dello stato, sono dei cattivi amministratori perchè non sanno gestire il denaro pubblico.  Ma anche i partiti ricevendo il sostentamento pubblico mascherato come rimborsi amministrano il denaro dello stato e quindi - anche loro stando alle cronache quotidiane - sono dei cattivi amministratori che però criticano i ministeriali, spesso da loro nominati ai vertici della cosa pubblica.

C'è stato un gran polverone sull'art. 18 dello statuto dei lavoratori, con arroccamenti di principio. Eppure i casi relativi al predetto articolo, hanno concordato partiti e sindacati, sono intorno al migliaio con una cinquantina di ricorsi al giudice. Perchè allora tanto accanimento? I datori di lavoro vogliono liberarsi di quei lavoratori che, sul posto di lavoro, quotidianamente mogugnano e insinuano nei colleghi di lavoro un animus di disaffezione all'azienda e continue rivendicazioni. I sindacati difendono i mille sindacalisti che in azienda incitano i colleghi alle continue rivendicazioni salariali e normative, creando un conseguente calo di laboriosità e disaffezione aziendale. Quindi difesa delle logiche di parte e non un accordo nell'interesse generale di milioni di lavoratori.

Domani: la nuova politica

mercoledì 18 aprile 2012

La diffusione dell'opinione pubblica

Da Scienza, società ed opinione pubblica (ed. Sidd 2001) riportiamo le didascalie che accompagnano due grafici che mostrano la ciclicità sociale e la diffusione dell'opinione pubblica.

Domani: la politica in controluce

martedì 17 aprile 2012

I modelli sociali

Il comportamento altro non è che l'incoscia imitazione degli altri (genitori, coetanei, amici, colleghi, etc) che si rafforza nel tempo e con l'ampliamento degli incontri sociali, sino a formare ciò che è denominato stereotipo (comportamento o ripetizione di un atto, per esempio il solito discorso o sorriso). Gli stereotipi entrano talmente nell'uso comune della vita sociale che i soggetti non se ne accorgono stante la diffusione che assume valenza caratteristica di quella popolazione o particolare ambiente (frattale). Qui sopra riportiamo da Demodossalogia ed opinione pubblica (ed. Sidd 1998) un regolamento emanato nel 1841 nel Regno delle due Sicilie ove si evince lo stereotipo napoletano della cosiddetta "ammuina" assunto addirittura nel regolamento della Real marina.

Domani: la diffusione dell'opinione pubblica

lunedì 16 aprile 2012

I fondamenti della demodoxalogia

Il dalmata Ruggero Boscovich, professore nel 1.700 al Collegio Romano del Vaticano (poi soppresso da papa Clemente XIV) , filosofo, matematico, fisico, astronomo, geodeta, fondatore dell'osservatorio di Breda, autore di più di 150 trattati, tra i quali la Philosophia Naturalis Theoria redacta ad unicum legem virium in natura existentium, ha spiegato l'universo fisico in base ad una sola legge che sovrintende tutte le cose fisiche esistenti in natura, attraverso un collegamento fisico immutabile in quanto soggetto a leggi K, cioè costanti. L'opera del gesuita Boscovich ha influenzato lo sviluppo della fisica ed ha precorso la teoria atomica della materia. Nel 1958 a Belgrado, in occasione della celebrazione del bicentenario della pubblicazione del trattato, i premi Nobel Niels Bohr e Werner Heisemberg e altri sedici relatori hanno ricordato le tesi del gesuita intese a spiegare l'universo fisico con una sola idea.
La visione filosofica dei demodoxaloghi, per quanto concerne l'opinione pubblica (sommatoria di più opinioni specifiche), può agganciarsi alle tesi del gesuita là dove sosteniamo una interelazione naturale esistente tra Territorio/Popolazione che vive su quel territorio (frattale)/Risorse naturali del territorio (sottosuolo, acqua, animali, vegetazione, ecc.) e umane (dell'ingegno e del fisico), mediante il quale un evento E è generato da un evento precedente e sfocia nel susseguente come un continuum (teoria di David Hume) di cui noi percepiamo gli effetti ma non la costanza del movimento (teoria di Toddi) in quanto ogni decisione singola o collettiva porta a scegliere strade obbligate da un concatenarsi di eventi che incidono sulla volontà umana in quanto, appunto, generate da situazioni (eventi) sviluppatesi attraverso un progressivo movimento e mutamento, a volte di difficile decifrazione (il deja vecu di Franco Rizzo).

Domani: i modelli sociali

venerdì 13 aprile 2012

Ciclicità ed opinione pubblica

Da Demodossalogia ed opinione pubblica, edizione Sidd 1998, riportiamo i grafici che esprimono il concetto demodoxalogico della ciclicità degli eventi umani.

giovedì 12 aprile 2012

L'opinione pubblica

L'intepretazione della ciclicità degli eventi umani che concorrono a formare l'opinione pubblica secondo la demodoxalogia. Tratto da Scienza, società ed opinione pubblica, gli atti dell'VIII Convegno nazionale dei demodoxaloghi a Mira (Venezia) il 13 maggio del 2000, edizioni Sidd ottobre 2001.

mercoledì 11 aprile 2012

Incontri: Morolo

Nella mattinata di sabato 26 maggio, nella sala delle conferenze del comune di Morolo (Frosinone), si svolgerà un convegno scientifico promosso dall'Associazione nazionale sociologi con il patrocinio del comune per verificare le compatibilità ambientali della Ciociaria finalizzate allo sviluppo economico e all'occupazione giovanile, nella salvaguardia delle tradizioni e delle risorse territoriali. 
Nella foto il sociologo Giulio D'Orazio in un incontro conviviale con i morolesi.