giovedì 31 ottobre 2013

Conclusioni

Domani pubblicheremo la risposta del decano alle osservazioni di Fabrizio Cimini iniziate il 18 ottobre.

mercoledì 30 ottobre 2013

La fine del giornalismo?

Domani le conclusioni finali sull'informazione di Fabrizio Cimini. Venerdì 1 novembre la risposta del decano.

martedì 29 ottobre 2013

La zona grigia di internet

Si avviano a conclusione le osservazioni di Fabrizio Cimini sull'informazione.

lunedì 28 ottobre 2013

L'esempio dei fotoreporter

Proseguono le osservazioni di Fabrizio Cimini sul futuro del giornalismo.

domenica 27 ottobre 2013

Un nuovo concetto di democrazia

Silvio Berlusconi è un "grande", ha detto giustamente il presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta all'ultima giravolta del nostro personaggio in occasione del recente voto di fiducia al governo. In effetti Berlusconi non finisce mai di sbalordire amici e nemici, l'ultima trovata è la riedizione di Forza Italia.
Ha sciolto il movimento politico Popolo delle libertà azzerando tutte le cariche e ha fondato la Nuova Forza Italia divenendone iscritto con la tessera n. 1 e presidente con poteri assoluti, compreso quello di nominare i nuovi dirigenti. Tutto, come ha precisato nella conferenza stampa, attraverso il metodo democratico della votazione a maggioranza. 
Della maggioranza degli iscritti alla Nuova Forza Italia che lo hanno acclamato presidente della rinnovata formazione politica. La votazione è stata un plebiscito: era presente solo l'iscritto con la tessera n. 1 che ha votato a favore; non vi sono stati contrari o astenuti in quanto ancora non ci sono iscritti al nuovo partito.

venerdì 25 ottobre 2013

La crisi della stampa

Continuano le osservazioni di Fabrizio Cimini sulla crisi del giornalismo tradizionale:

giovedì 24 ottobre 2013

Come allungare la vita

Domani pomeriggio, a partire dalle ore 14, a palazzo Marini in via Poli 19 a Roma esperti e referenti del ministero della Salute, dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Istat presenteranno il rapporto Atlante Prometeo 2013. Una documentata analisi statistica basata sulle esperienze svolte in Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia sulla "Mortalità evitabile", cioè sulla possibile alternativa ai tagli lineari attraverso l'attuazione di politiche di prevenzione a costi limitati finalizzate a rinviare nel tempo l'invecchiamento e il decesso della popolazione. I giornalisti potranno prenotare la cartella stampa a:  stampa@mortalitàevitabile.it

mercoledì 23 ottobre 2013

La vera rivoluzione

Proseguono le osservazioni del demodoxalogo fotoreporter Fabrizio Cimini sul cambiamento in corso nel mondo dell'informazione.  (fabriziocimini.blogspot.com)

martedì 22 ottobre 2013

La nuova cultura europea

Le precedenti puntate sono state pubblicate venerdì 18 e lunedì 21.

lunedì 21 ottobre 2013

I social media

Proseguiamo la pubblicazione, iniziata venerdì scorso, delle osservazioni di Fabrizio Cimini sul mondo dell'informazione:

venerdì 18 ottobre 2013

Il tramonto del giornalista?

Codesto blog è aperto all'intervento dei lettori intenzionati ad iniziare un dibattito o chiedere informazioni o chiarimenti sulla demodoxalogia. Oggi iniziamo, suddividendole in più puntate, con le osservazioni inviateci da Fabrizio Cimini (fabriziocimini.blogspot.com). Al termine pubblicheremo la risposta del decano. 

giovedì 17 ottobre 2013

Legge elettorale

Il costituzionalista Michele Ainis, docente all'università di Roma Tre, ha affermato che le vere riforme sono quelle che in qualche modo scontentano una parte per favorirne un'altra; ed è questo il motivo per cui non si fanno o si fanno male: per salvare i privilegi acquisiti. In un documento governativo del 1971 (il libro bianco) si sosteneva l'urgente avvio di riforme in tema di spesa della pubblica amministrazione, sanità e altro, cioè le stesse cose che si ripetono quarantadueanni dopo! E' da tutti avvertita la necessità di un ritocco del Parlamento per trasformare il Senato da doppione legislativo della Camera ad organo di partecipazione e programmazione della società civile ma la riforma dovrà avvenire anche con il voto dei senatori, così come la riduzione dei parlamentari. 
Lo stesso accade con la legge elettorale: i partiti più forti invocano basse soglie di accesso al parlamento, i movimenti politici minori chiedono la rappresentanza senza soglie di sbarramento. Per consentire ai governi un cammino sicuro si invoca un premio di maggioranza che non stravolga i risultati elettorali. Per evitare infiltrazioni mafiose o l'ingerenza di forze economiche nei risultati elettorali i cosiddetti collegi uninominali (basati su piccoli frattali di territorio/popolazione) andrebbero aboliti per adottare liste elettorali su base nazionale o accorpamento di regioni; infatti più volte si è constatato che una guarnigione militare stanziata in un collegio elettorale abbia influito sul successo di questo o quel candidato così come alcuni eletti con un notevole numero di voti circoscritti regionalmente siano risultati collegati ad elementi mafiosi. 
Una vera legge elettorale dovrebbe prevedere tutti gli elementi di garanzia, dal proporzionale alla stabilità governativa, ma come? Forse la soluzione potrebbe essere quella della legge francese che prevede i due turni: il primo proporzionale per il premier e i parlamentari, il secondo di ballottaggio (così come avviene oggi da noi per l'elezione del sindaco). Ovviamente con liste in ordine alfabetico, cosa non gradita agli oligarchi dei partiti.

mercoledì 16 ottobre 2013

Lampedusa

"Vergogna" è il termine appropriato che gli isolani di Lampedusa hanno gridato alle autorità in visita all'avanposto dell'Europa. Come tutti hanno potuto vedere in tv le visite nostrane ed estere di ministri e politici non sono state altro che un codazzo di giornalisti, cineoperatori, funzionari ministeriali e portaborse al seguito delle cosiddette autorità, con la faccia adattata alla circostanza. Un proclamare di "diremo", "faremo" e così via ma nulla di concreto, anzi l'unico cosa concreta l'apparizione in tv con le rituali frasi.
Eppure il problema non è nuovo: il numero dei morti in mare e dei migranti sbarcati è enorme e da anni agli occhi di tutti. E' mancata la volontà, o sensibilità, di affrontare veramente il tema dell'immigrazione. Che finalmente ora qualcosa si muova? Le migrazioni sono un fenomeno vecchio come il mondo, l'alternativa è "il furto, la lotta o la guerra" (Lineamenti di sociologia dell'emigrazione, editore istituto bibliografico Napoleone Roma gennaio 1987) pertanto qualsiasi forma di contenimento forzato non potrà essere altro che un provvedimento temporaneo destinato a rinviare le soluzioni. Il problema è anzitutto culturale e va inquadrato come risposta ai nuovi bisogni, nel quadro del rapporto territorio-popolazione-risorse, agendo sul "parametro delle risorse [...] per portare ad una dimensione più vasta e paritaria [...] la risposta ai crescenti bisogni vecchi e nuovi, onde evitare eventuali futuri, dolorosi, conflitti" (Vecchie e nuove povertà nell'area del Mediterraneo, edizione società Umanitaria Milano 1999).
L'Italia spende intorno al miliardo e mezzo di euro l'anno per partecipare alle missioni di pace nei vari paesi del mondo, non sarebbe più giusto e conveniente dirottare le forze militari dall'estero alle nostre zone di sbarco degli emigranti per una vera missione umanitaria: dal salvataggio in mare all'assistenza, usufruendo della logistica e delle attrezzature (tende, mense, alloggiamenti, pronto soccorso, ecc.) dell'esercito? Avamposti fissi di presidi militari coordinati e pronti al minimo segnale. Invece no, conviene andare all'estero poiché oltre all'ingaggio gli ufficiali fanno carriera in quanto la missione di pace è considerata (anche ai fini pensionistici oltre che di carriera) presenza in zone belligeranti.

martedì 15 ottobre 2013

A proposito di sondaggi

Nella trasmissione Omnibus de La7tv del 10 scorso Alessandra Ghisleri dell'Euromedia Research ha in sostanza detto che i sondaggi su Silvio Berlusconi chiariscono che gli elettori del PdL/Forza Italia mutano opinione sugli avvenimenti politici in base a quanto, di volta in volta, annuncia il loro leader. Una conferma del metodo "inde", applicato dai demodoxaloghi, che tralascia l'usuale campionamento per sondare solo i mutamenti di posizione dei leaders dei pubblici in quanto portatori/creatori delle aspettative del gruppo.

Un'altra conferma della validità della ricerca demodoxalogica ci è offerta da Nate Silver, il guro americano dei sondaggi autore de Il segnale e il rumore (editrice Amazon 2013), che ad una domanda dell'intervistatore ha detto che le sue previsioni si basano sui sondaggi degli altri ma soprattutto su una attenta analisi di quanto emerge dai giornali. Infatti per la demodoxalogia i mass-media sono considerati, ai fini dell'indagine demoscopica, dei leaders in quanto portatori e nel contempo facitori dell'opinione pubblica; infatti la variazione progressiva degli utenti di un giornale o telegiornale misura l'aumento o la diminuzione del consenso degli utenti con quanto espresso dallo strumento di informazione da loro preferito.

lunedì 14 ottobre 2013

La nuova politica

La Rivoluzione francese, che sancì l'avvento della democrazia elettorale, fu la conseguenza di due eventi che caratterizzarono il secolo: il progresso scientifico e l'affermazione del ceto commerciale. Il socialismo, tuttora presente nella politica europea, è scaturito con Karl Marx in seguito all'applicazione tecnica delle scoperte scientifiche (la pre-industrializzazione) e la consapevolezza di masse di lavoratori manifatturieri, provenienti dall'agricoltura o dalla servitù, nel rivendicare i loro diritti.
In entrambi i casi l'innovazione nelle prassi e nelle teorie della politica fu possibile in quanto conseguenza di mutate condizioni economiche, prima del ceto commerciale e poi della classe operaia, ad opera del progresso della scienza e del fermento degli intellettuali, come per esempio Charles-Louis  de Montesquieu, Jean-Paul Marat, Jean-Jacques Rousseau e lo scozzese Adam Smith contemporanei alla Rivoluzione francese. Il periodo politico che stiamo vivendo risale al Manifesto di Marx e alla teoria dell'occupazione di John Maynard Keynes in contrapposizione all'economia liberale di mercato di Smith, con i loro dialettici opposti seguaci moderni.
Sul piano della fisica, all'epoca della Rivoluzione francese, ci fu la scoperta dell'elettricità con Charles-Augustin Coulomb e la sua applicazione con Alessandro Volta mentre nella chimica Antoine-Laurent Lavoisier ne gettò le basi sistematiche: fu l'inizio di una visione diversa della scienza che trovò applicazioni nelle attività lavorative (specie nel XX secolo) trasformando il vivere quotidiano e la cultura imperante.
Le mutate esigenze, imposte dai ritmi della tecnologia, sviluppano ideologie sociali adeguate al vissuto delle persone e quindi la richiesta di nuove visioni politiche, modi di partecipazione e gestione delle risorse. Tutto il mondo industrializzato è ormai giunto al punto di rottura con l'epoca analogica (per sua natura lenta e piramidale) essendo sopraffatto dalle nuove tecnologie del digitale (veloce, globale e pervasivo) pertanto la partecipazione politica e le forme di governo (con le annesse politiche) tenderanno verso l'abolizione della piramide del comando per affidare alle mini-rappresentanze locali e del lavoro la gestione diretta e veloce del territorio e dei cittadini attraverso reti federate e macroregioni, riservando al governo centrale la sola fase di programmazione nazionale e rappresentanza con l'estero.
La velocizzazione della politica porterà al bipolarismo per abolire le dannose intermediazioni, quindi una legge elettorale alla francese; l'imposizione fiscale si sposterà sui consumi liberando i cittadini dalla vessazione patrimoniale e reddituale (oltretutto di difficile accertamento e fonte di ingiustizie); l'elemosina del sostegno al reddito o della cig e similari sarà assegnata solo come incentivo in presenza di cooperative di lavoro o utilizzo in attività sociali pubbliche; le gestioni finanziarie degli istituti di credito o investimento saranno regolate (su scala mondiale) da precise norme di controllo e salvaguardia degli utenti; oltre ad una diversa ottica nella gestione del patrimonio naturale e culturale, negli investimenti, nella cultura e nella ricerca.
Un nuovo che sbaraccherà diverse posizioni di rendita e che potrà essere attuato solo da una classe dirigente giovane (in sintonia con l'era digitale) che cercherà il confronto, relegando in soffitta i politici battaglieri come, per es.,  Beppe Grillo e Daniela Santanchè o saccenti come Renato Brunetta o Massimo D'Alema.

venerdì 11 ottobre 2013

Pubblico e stereotipi -20

L'immagine riproduce la copertina della dispensa del corso di giornalismo svolto da Domenico Fiordelisi presso l'università Sersi di Erisau (Svizzera) da cui prendiamo il riferimento, ai fini di un sondaggio, della differenziazione dei pubblici (così come spiegati nella scorsa puntata) se inseriti in frattali (porzioni di territorio) diversi.  Dato che l'ambiente economico-culturale-sociale influisce sugli aggregati umani concorrendo a formare gli stereotipi (o stili di vita) degli abitanti di quel frattale, o dei pubblici di riferimento oggetto dell'indagine,  è importante - dal punto di vista demodoxalogico - circoscrivere bene i pubblici  secondo le circostanze modali che li definiscono tali (avvocati, operai, commercianti, domestiche, ecc.), come nell'esempio illustrato nello stralcio tratto dalla dispensa citata:
 (continua -20)

giovedì 10 ottobre 2013

Il pubblico -19


Stante quanto sinora esposto abbiamo appurato che non esiste solo lo stereotipo che definisce la popolazione di una nazione ma tanti stereotipi a seconda dei raggruppamenti umani che compongono gli abitanti di uno specifico frattale (porzione di territorio). Per uno studio sistematico degli stereotipi dobbiamo fare riferimento alla pluralità umana oggetto d'analisi ricorrendo alla ripartizione dei pubblici così come indicato in Demodossalogia ed opinione pubblica (o. c.):
(continua -19)

mercoledì 9 ottobre 2013

Largo ai giovani

Non tutti hanno ancora percepito la novità: quest'anno, sulla scia del rottamatore Matteo Renzi, si sono affacciati con successo alla ribalta della scena politica parecchi giovani, non solo la coppia dei quarantenni Enrico Letta e Angelino Alfano ma anche dei giovani parlamentari grillini. Alfano già era in campo ma non aveva visibilità in quanto oscurato dal padre-padrone Silvio Berlusconi,  l'atto di ribellione e l'alleanza con Letta lo hanno imposto in modo diverso all'attenzione dell'opinione pubblica. Anche nella Lega si è affacciato un giovane per candidarsi a successore di Berlusconi: il sindaco di Verona Flavio Tosi.
I grillini sono invece ancora oscurati dal loro leader, nonostante ciò molti di loro hanno intrapreso il lavoro parlamentare con serietà, studiando regolamenti e ascoltando il dibattito parlamentare; prima o poi qualcuno per primo, seguito da altri, si renderà conto della differenza culturale e sostanziale con il capo e si schiererà con la generazione dei quarantenni di ogni gruppo parlamentare che si sta formando sulla base di nuove visioni sociali, più legate alla realtà di un mondo in rapida evoluzione che sta scardinando vecchi valori e ideologie.
Un programma politico che può far capo a Renzi che ha ribadito di appoggiare il governo Letta ma contemporaneamente di dare una svolta al Pd ponendo fine ai vecchi schemi per aprirsi ad un futuro denso di incognite ma diverso dal passato. 
Il moltiplicarsi in ogni partito delle giovani generazioni politiche, di quelle che non sono cresciute all'ombra dei leaders o delle segreterie, contribuirà alla formazione di una cultura generazionale stimolata da visioni e bisogni diversi e pertanto in grado di percepire il futuro e adeguarsi al nuovo che verrà.
Un "nuovo" che dovrà essere regolato perché finalmente si è capito che siamo entrati in un ciclo mondiale ove "la supremazia è data dalla gestione del denaro e, ancora di più rispetto al passato, a quella delle informazioni", rispetto all'industrializzazione e produzione, come sostenuto in Demodossalogia ed opinione pubblica edito dalla Sidd nel marzo del 1998.
Sarà la svolta che si attendeva?

martedì 8 ottobre 2013

L'opinione dei pubblici -18


L'immagine riproduce la copertina di una dispensa universitaria dell'anno accademico 1948/49 del corso di giornalismo presso l'università internazionale degli studi sociali Pro Deo (ora Luiss). Il docente, nel formulare la forza sociale di un pubblico (rilevata attraverso i suoi atteggiamenti),  indicò una formula in base alla quale la forza di suggestione era data dalla forza numerica del gruppo e dalla sua vivacità (impulsi esterni e grado di consenso ed interesse ad appartenere a quel gruppo). La formula è valida, per grandi linee, sia per gli aggregati umani definiti pubblico che per quelli definiti folla. In Demodossalogia ed opinione pubblica, o. c., riteniamo di aver chiarito i termini:
(continua -18)

lunedì 7 ottobre 2013

La visione filosofica -17

Prima di procedere nella filosofia dell'opinione pubblica o, come indicato la volta scorsa, nella filosofia dei vari pubblici che compongono la cosiddetta opinione pubblica (che si esprime attraverso comportamenti e pulsioni dollecitati dagli stereotipi) diamo uno sguardo generale a quello che sembrerebbe essere lo sfondo costante K attraverso cui l'umanità procede, evolvendosi, nel suo cammino - in una spirale che si allarga sempre più nell'universo - entro rigidi paletti ambientali e naturali che ne condizionano i tempi e le forme dello sviluppo. La pagina tratta da Demodossalogia ed opinione pubblica, edito dalla Sidd nel 1998, condensa amalgamandolo quanto sinora scritto nelle sedici puntate del corso:
(continua -17)

venerdì 4 ottobre 2013

Incoerenza o follia?

"Un governo da me fermamente voluto", ma ha ordinato ai ministri del suo partito di dimettersi creando così la crisi del governo di Enrico Letta.
"Pronto a votare" i provvedimenti che il governo prenderà (dopo aver chiesto il ritiro della delegazione al governo).
Fa annuciare da  Sandro Bondi la sfiducia al governo ma dopo un'ora vota a favore.
Richiesta di "dimissioni di massa" presentate al capogruppo del partito da parte dei parlamentari ma non ai presidenti di Camera e Senato. Quindi prive di significato.
Attribuzione all'avversario politico dell'attuazione di "un golpe" mentre annuncia convocazioni dei suoi elettori nelle piazze a sostegno della liberatoria giuridica.
Richiesta di sostituzione dei commissari della speciale commissione, a suo tempo da lui voluta, che esaminerà la richiesta di decadenza, che si sono già espressi (prima dell'esame delle carte e della discussione) a favore della sua decadenza in quanto si troverebbero in uno stato di incompatibilità mentre i commissari che si sono precedentemente e notoriamente espressi in suo favore non sarebbero gravati da pregiudizi (in quanto dalla parte della verità: la sua innocenza).
Infine precisa: "ho deciso tutto da solo".
Tra il nostro personaggio e Beppe Grillo non ci vedo nessuna differenza!

giovedì 3 ottobre 2013

La molteplicità di sterotipi -16

Così come non tutti percepiscono immediatamente l'evoluzione della società ai progressi della tecnologia e dell'economia, che influiscono sui comportamenti e quindi sugli stereotipi di quella determinata società, esistono paesi all'avanguardia (come per esempio gli Usa) e altri arretrati (es. Italia, Somalia) in modo più o meno distante dal paese egemone. Ma anche in seno alla stessa società non esiste uno stereotipo unico ma una somma di stereotipi derivanti dalle caratteristiche naturali, culturali e sociali dei gruppi di appartenenza; stereotipi che si confrontano fra loro e che, nel tempo, concorrono a formare il riferimento di quella determinata società. Da qui nasce l'importanza dello studio dei gruppi (definiti demodoxalogicamente pubblico) per trarre dai più attivi e massicci gli stimoli che sono alla base della competizione con gli altri: in sostanza le tendenze sociali. Dalla rivista di studi sociali dell'istituto Luigi Sturzo (Sociologia), già citata, riprendiamo una pagina per meglio definire la composizione dei gruppi e il loro ruolo rispetto alla differenziazione degli stereotipi.
(continua  -16)

mercoledì 2 ottobre 2013

Previsioni

I recenti avvenimenti politici hanno messo in fibrillazione il mondo politico e quello giornalistico: ed ora cosa accadrà? Quale altra mossa farà Silvio Berlusconi e come risponderà Enrico Letta ? Assisteremo ad un passaggio di parlamentari a sostegno del prolungamento del governo e della legislatura? Quale peso avrà l'economia sulle decisioni che verranno prese?
Sullo sfondo c'è una questione che è alla radice di tutto: il cavaliere ha capito che nel giro di due/tre mesi gli pioveranno addosso altre sentenze sfavorevoli. In conseguenza di ciò, per l'amplificazione mediatica che avranno, molti elettori di destra incominceranno a chiedersi sino a che punto tutte le ragioni siano a favore del leader del popolo di centrodestra. L'argomento sentenze sarà il ritornello dei prossimi mesi e della prossima campagna elettorale, in conseguenza di ciò a Berlusconi potrebbero mancare qualche decine di migliaia di voti fra astenuti e ripensamenti.
Quindi prima che si arrivi alla diffusione mediatica delle sentenze (che si presumono sfavorevoli) meglio tentare la carta delle elezioni anticipate: per male che vada si riproporrà l'attuale ripartizione dei seggi.
Al Pd conviene invece tenere in piedi Letta per cuocere nel suo brodo l'avversario sino al prossimo anno.
Quale delle due strategie sarà vincente?

martedì 1 ottobre 2013

C'era una volta

Una volta c'era la Sip che era la compagnia telefonica di stato, gestita con criteri politici: dalle assunzioni alla programmazione. Molti dei suoi dirigenti una volta in pensione creavano (direttamente o indirettamente) ditte che ottenevano appalti per la manutenzione, installazione, verifica, ecc. di quanto necessario alla Sip per la sua attività. Il governo decise di privatizzarla ma non pensò a scorporare la rete dai servizi.
Sin dalla fine dello scorso secolo si è dibattuto sulle nuove tecnologie da applicare alla telefonia (banda larga o altro) ma tutto è rimasto fermo perchè una manina da fata trovava il modo di alimentare i pareri fittiziamente contrapposti per rinviare le soluzioni, con il beneplacido della competente amministrazione pubblica.
Ora siamo al punto che la rete (attraverso cui passano tutte le telefonie fisse e mobili) non può più procastinare il suo ampliamento e aggiornamento tecnologico che in questi anni non è stato fatto. La Telecom non ha le risorse sufficienti per tali lavori e si è offerta a un suo socio di riferimento (la telefonica spagnola) che non se la passa meglio. Di fronte all'aumentato potere di un socio e ad eventuali ma probabili ristrutturazioni le centinaia di ditte, che campano con i lavori eseguiti per la Telecom, e la maggioranza degli azionisti individuali o minori hanno paventato il pericolo che i cavi della rete vadano in mani straniere e chiesto l'intervento governativo.
La polpa è nell'adeguamento della rete alle nuove esigenze e, da sempre, c'è qualche imprenditore che ci sta pensando. E' una lotta commerciale tra colossi industriali che spingerà il governo a bloccare la vendita o scorporare la rete dai servizi. Ove, come al solito, le maggiori banche italiane (presenti nel consiglio d'amministrazione) curano gli interessi dei loro azionisti di riferimento.