lunedì 31 agosto 2015

Emigrazione: oltre l'apparenza

Stando a quanto ci raccontano le tv ed i giornali gli emigranti che dall'Africa e dal Medio Oriente si imbarcano per essere portati clandestini in Europa pagano 2/4/6 mila euro ai cosiddetti scafisti (i nuovi mercanti di schiavi in versione moderna). A parte che al giorno d'oggi, in modo più accentuato rispetto al passato, ogni fatto o racconto va preso col beneficio del dubbio perché le informazioni che circolano non sono del tutto attendibili (understatement = attenuazione del vero, un modo elegante inglese per dire che non è tutto vero), a proposito di emigrazione per esempio dovremmo riflettere su quei racconti che dicono che per fuggire dalla povertà o dalla guerra gli emigranti spendono migliaia di euro. Se sono paesi poveri come hanno fatto (nonostante il consolidato contributo parentale) a racimolare cifre così ingenti?
Quattromila euro da noi è il reddito mensile di una persona (o famiglia) facoltosa. Nei luoghi di provenienza dei clandestini o dei rifugiati il reddito mensile disponibile raramente supera i duecento euro; uno stanziamento di quattromila euro investito in loco permetterebbe di iniziare un'attività autonoma. Fatti i debiti confronti col valore della moneta nel milleottocento l'industrializzazione inglese nacque con minori risorse finanziarie ma più capacità umana. Forse potrebbe dipendere dall'ambiente: lo spirito calvinista incita all'iniziativa e alla produzione; le tradizioni animista o contemplativa prevedono l'aiuto degli altri, del fato o della natura.
Da una parte c'è il darsi da fare per creare, dall'altra affidarsi eventualmente ad un salvatore-padrone. Cosa ha fatto l'Occidente per far crescere la cultura dello sviluppo? Elargizione di denari, bottiglie d'acqua, santini a pioggia ma non progetti di sviluppo compatibili con l'ambiente.
(in alto un brano tratto da Lineamenti di sociologia dell'emigrazione
istituto bibliografico Napoleone Roma 1987)

venerdì 28 agosto 2015

Immaginare il futuro




L'apparenza o il segno del comando (la profezia), fanno parte dell'immaginazione che è in noi modulata sull'incosciente imitazione e suggestione derivata dagli stereotipi (comportamenti e valori di gruppo). E' per questo che immaginiamo il futuro come modifica del presente e non per naturale movimento dell'universo. Un futuro dato da una geometria della realtà immodificabile che l'umanità può solo accelerare o ritardare nei suoi vari cicli.
(dalle argomentazioni di Franco Rizzo in Consenso e istituzioni, edizioni scientifiche italiane Napoli 1981 e Toddi in Geometria della realtà, editore De Carlo Roma 1947)

giovedì 27 agosto 2015

Un mondo virtuale

C'è stato un tempo, non molto lontano, nel quale l'umanità credeva che il sole si muovesse nell'universo sorgendo e tramontando ogni giorno, che la terra fosse piatta e al centro del cosmo, che i re e i nobili avessero veramente un sangue (bleu) diverso dagli altri umani, quasi a testimoniare la loro discendenza dalla divinità e per questo legittimati a comandare e possedere.
Quei tempi sono passati, siamo evoluti e non crediamo più alla favole ma ci portiamo ancora i concetti sorpassati nel linguaggio comune: il sole nasce e tramonta quindi si muove, alcuni esseri umani (la nobiltà) sono di sangue bleu, i personaggi ammantati di particolari vestimenti (mantello, toga, martelletto, medaglie, mostrine, ecc.) per denotare la funzione e/o il grado sono depositari della verità, imparziali e atti a giudicare o impartire direttive (autorità religiose, militari, giudiziarie e amministrative o particolari associazioni sportive, sociali, o combriccole più o meno delinquenziali).
Il popolo è portato a credere instintivamente all'apparenza delle cose virtuali, cioè alle favole. Ha bisogno di credere in qualcosa che non riesce a palpare, in realtà diverse dall'usuale; è questo il motivo per il quale accetta tutto: l'indottrinamento delle religioni, le promesse del politico, il racconto del romanziere, il giudizio o la strategia del capo di turno, la pubblicità, ecc.
Ci piace vivere in un mondo virtuale ...... sino a quando, all'improvviso, un evento nuovo ci fa scoprire strade culturalmente innovative o ci mette di fronte a fatti (e relative persone) che immaginavamo diversi. 

mercoledì 26 agosto 2015

Il Tempo nel susseguirsi delle ere

(parte dell'introduzione della relazione del decano al convegno internazionale 
su Il tempo nel Medioevo, nel settembre del 1998)

martedì 25 agosto 2015

L'era in cui viviamo


(Brani tratti dalla relazione del decano alla LXV Riunione della Sips a Cassino nell'ottobre del 1999)

lunedì 24 agosto 2015

Dio, Patria, famiglia


Ogni epoca ha i suoi valori che tramanda nei successivi secoli. La società agricola viveva in mezzo alla natura e al creato; per questo il suo sguardo era rivolto verso l'alto, verso il cielo con i suoi misteri e deità, quindi Dio era il valore assoluto, preminente su tutte le altre umane evenienze. Nel secoli XVIII e XIX si è diffuso in tutta l'Europa il concetto di Patria in seguito alle coscienze nazionali che anelavano a costituirsi in nazioni misurandosi con gli altri stati. La Famiglia, come valore, è emersa con l'industrialesimo nel sec. XIX con il lavoro in fabbrica ove si lavorava a stretto gomito l'uno con l'altro ed è un concetto legato alla socialità ed alle lotte operaie (siamo tutti una famiglia: sul lavoro ed a casa).
Oggi questi valori sono superati, si tende alla soddisfazione professionale. Alla ricchezza e all'autosoddisfazione, i nuovi valori sono il "denaro" e "l'apparire".

venerdì 21 agosto 2015

Le ere economiche

Nella società agricola il bene fondamentale era il possesso della terra, in quanto il principale oggetto di sussistenza. Col tempo alla terra si aggiunse la casa quale riparo dagli eventi naturali calamitosi e dagli attacchi dei nemici. Il possesso della terra e della casa denotava l'appartenenza al ceto dei benestanti, delle signorie e dei principati.
Nell'epoca dell'industrialesimo la casa e la terra sono passati in secondo piano per privilegiare la fabbrica e la partecipazione alle società inprenditoriali in quanto produttrici di reddito. Più si produceva e più ci si arricchiva. Più industrie un paese aveva e maggiore era la sua supremazia economica e militare sugli altri.
Nell'era del computer l'industria è scesa d'importanza per privilegiare il denaro che può essere spostato da un prodotto o paese all'altro realizzando guadagni senza avere gli oneri del personale, delle immobilizzazioni, dei sindacati, etc. 
Almeno questo è quello che hanno sempre fatto le avanguardie più aperte al futuro lasciando agli altri i vecchi sistemi economici. In questo senso va interpretata la svalutazione della moneta cinese, lo strozzamento della Grecia e l'acquisizione da parte dei potentati tedeschi dei porti, aereoporti e banche elleniche.
Al giorno d'oggi il denaro è lo strumento più importante sia nelle guerre economiche per la supremazia industriale che nelle guerre politiche: sostituisce le masse (popolo o militari) e i beni materiali (industrie o armi).

giovedì 20 agosto 2015

A proposito di emigrazione






Martedì scorso 18 agosto nel dibattito di Omnibus della 7tv è emerso che il fenomeno dell'emigrazione è irreversibile in quanto universale e biblico pertanto ogni provvedimento destinato a fermarlo risulterà vano così come sono sparsi al vento i denari dati alle varie organizzazioni, più o meno umanitarie, per venire incontro alle prime necessità degli immigrati. Meglio sarebbe, è stato detto da Cirino Pomicino, investire il denaro nei paesi di partenza dei profughi.
In proposito riproponiamo degli squarci della relazione demodoxalogica svolta nel 1998 a Napoli  come in atti su Vecchie e nuove povertà nell'area del Mediterraneo Edizioni della Società Umanitaria, Milano 1999.

lunedì 17 agosto 2015

Elite e massa

Il parere del demodoxalogo Fulvio Roccatano sulla cultura della società.

giovedì 13 agosto 2015

venerdì 7 agosto 2015

Distribuzione del reddito?

Sebastiano Padda docente all'università di Roma Tre su Scienza e Tecnica (stralcio).

sabato 1 agosto 2015

Agosto

Il decano si è ritirato per un breve periodo in una casa di cura e  riposo per anziani.