giovedì 27 marzo 2014

Ferrovie italiane

L'ing. Mauro Moretti, amministratore delegato delle ferrovie italiane a 850 mila euro l'anno (mille volte più del salario medio degli italiani), sostiene che ha risanato e resa efficiente l'azienda; Confindustria, partiti e sindacati sono schierati al suo fianco, cioè tutti coloro che abitualmente viaggiano sui treni ad alta velocità. La stessa cosa però non possono dire i pendolari e gli altri cittadini  che si servono della rete ferroviaria.
Quello che va bene è la Tav (i treni ad alta velocità) in quanto treni e infrastruttura rotabile moderna, ci mancherebbe pure che dopo tanti miliardi di investimenti la rete non funzionasse! Il resto è uno sfacelo! Ritardi, soppressioni di linee, incidenti, crolli, ecc. E' facile risanare i conti trascurando le riparazioni e l'ammodernamento della rete tradizionale oppure passare alla competenza delle regioni le tratte locali dissestate! Moretti non è un vero manager ma un arrivista che ha fatto carriera grazie agli appoggi delle confraternite d'appartenenza: entrato per concorso nel '77 nelle ff.ss. dieci anni dopo era un dirigente del sindacato Cgil, nel 1997 passò al seguito degli industriali nelle varie commissioni dei trasporti e nel 2006 venne nominato dal governo amministratore delegato delle ferrovie. Una storia come tanti altri sindacalisti o politici che dimenticandosi di quanto sostenuto in passato a proposito di "servizio ai cittadini e equità di retribuzione" si improvvisano manager grazie all'appoggio del gruppo di provenienza. Al suo attivo Moretti ha la laurea in ingegneria mentre gli altri, quando va bene, la frequenza universitaria; di master o competenza non se ne parla!