lunedì 14 aprile 2014

Renzi Robin Hood

In questi giorni centinaia di ex parlamentari, dirigenti politici e sindacali (con i loro portaborse) si apprestano a divenire presidenti o membri dei consigli d'amministrazione delle aziende di stato o a partecipazione pubblica. Personaggi la cui competenza è il "chiacchierificio", come diceva l'ex leader della Cisl Pierre Carniti per sottolineare l'inconcludenza di una vasta pletora di personaggi, capaci solo di criticare o parlare senza avere a portata di mano le statistiche; personaggi che aiutandosi l'un con l'altro anche se di diversa collocazione politica hanno messo in giro la favola di essere degli eccellenti amministratori pur non avendo mai lavorato in vita loro, quindi esseri senza professionalità. Delle vere e proprie nullità che - al contrario dei privati - hanno amministrato il patrimonio dello stato senza metterci neppure un euro dei loro. Anzi, hanno spolpato il bene pubblico con finti appalti, favoritismi, disservizi relegando le aziende, che una volta erano il vanto della ripresa italiana nel mondo (dalla meccanica ai trasporti), in coda alla concorrenza mondiale e in piena crisi di efficienza.
Nonostante ciò gli stipendi degli inetti superano di gran lunga quelli dei pari grado europei che, oltretutto, hanno le aziende in pareggio se non addirittura con proficui profitti. E' la controprova che a fronte di alti stipendi corrisponde una bassa professionalità, infatti il vero manager non è tale in quanto strapagato ma perché crede nelle sue capacità ed è disposto a mettersi in gioco a prescindere dal tornaconto economico. La paga più ambita per i veri amministratori non è il compenso ma la riuscita del risultato aziendale!
Il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi ha intrapreso il percorso del taglio dei compensi, delle spese e dei benefit alla esosa classe politica. Per risposta qualcuno ha detto che se ne sarebbe andato via dall'Italia: bene, vediamo chi si prenderà i chiacchieroni!