Alla fine degli anni '40 dello scorso secolo mio zio, per festeggiare il suo compleanno, invitò la parentela al teatro Adriano di Roma per assistere allo spettacolo della compagnia di riviste Wanda Osiris. Io mi rifiutai di andare e cedetti solo su forzatura dei parenti perché, essendo uno studente del collegio Nazareno, andai a vedere nella colonnina degli spettacoli in citta pubblicata dal Messaggero il parere della diocesi che lo dava come "sconsigliato". Allora i quotidiani riportavano in testa all'elenco dei film, commedie e varietà il giudizio giornaliero dell'apposita commissione religiosa che ogni fedele era tenuto a rispettare.
Il risultato fu che lo spettacolo mi piacque e le ballerine non attentarono alla mia virtù, in barba al giudizio morale della bacchettona commissione. Forse fu da allora che iniziai ad avere i miei dubbi sulla obiettività della religione: d'altro canto credere per fede è il contrario di credere per aver verificato.
Al giorno d'oggi le migliaia di musulmani che abbracciano l'ideologia che auspica un grande stato politico basato su princìpi religiosi mi fa pensare alla mia esperienza con la Osiris ed ai sessantacinque anni di differenza tra il peso religioso italiano di allora e quello della carismatica guida spirituale Abu Bakr al-Bsghdadi. Sicuramente una crescita economica, generatrice di crescita sociale, porterebbe molti adepti a cambiare parere poiché le ideologie (politiche, economiche, religiose) maturano di pari passo con la cultura, quale conseguenza di un aggiornamento istituzionale e sociale. Un cerchio che si rincorre!
Dal punto di vista demodoxalogico le indicazioni sugli spettacoli, così come altre notiziole di cronaca (scioperi improvvisi, ritardi dei trasporti, scarsità di merci, disservizi pubblici, processioni, ecc.), rivelano uno spaccato di opinione pubblica che si manifesta localmente con una probabile forza di erigersi a trend e pertanto da monitorare.
Considerando anche i divieti religiosi sugli spettacoli si può dedurre la minore o maggiore presa della Chiesa sulla popolazione, allora, per esempio, confermata dai successivi referendum sul divorzio e l'aborto (oltre dieci anni dopo). Infatti la sparizione dei "consigli" nella colonnina degli spettacoli avrebbe, in quel caso, anticipato i risultati dei sondaggi con minore spesa e maggiore celerità.
Dal punto di vista demodoxalogico le indicazioni sugli spettacoli, così come altre notiziole di cronaca (scioperi improvvisi, ritardi dei trasporti, scarsità di merci, disservizi pubblici, processioni, ecc.), rivelano uno spaccato di opinione pubblica che si manifesta localmente con una probabile forza di erigersi a trend e pertanto da monitorare.
Considerando anche i divieti religiosi sugli spettacoli si può dedurre la minore o maggiore presa della Chiesa sulla popolazione, allora, per esempio, confermata dai successivi referendum sul divorzio e l'aborto (oltre dieci anni dopo). Infatti la sparizione dei "consigli" nella colonnina degli spettacoli avrebbe, in quel caso, anticipato i risultati dei sondaggi con minore spesa e maggiore celerità.