In uno dei tanti processi a carico del povero Silvio Berlusconi gli avvocati hanno presentato una lista di oltre cento testimoni (tra politici, attrici, ragazze dell'olgiatina, ecc.) pronti a testimoniare sulle serate passate a villa Arcore in compagnia del premier. Vini di qualità, cibo raffinato, piacevoli conversazioni, il tutto accompagnato dal sottofondo musicale di Apicella. Del resto, cosa altro possono dire politici che sono tali grazie a quel benefattore che si chiama Berlusconi, o artiste dello spettacolo e ragazze acqua e sapone residenti nell'abitazione dell'Olgiatina messa a loro disposizione dal padrone di casa? Poi, soprattutto, il cibo e l'ospitalità non sono forse stati di loro gradimento? Infine, cosa è avvenuto di anormale rispetto a tante altre cene o riunioni in casa di amici, produttori o press agent? Tutto normale anche dal punto di vista di coloro che si reputano vip, persone importanti che vanno usualmente a cene importanti.
Viene allora da chiedersi se la sfilata dei testimoni non sia funzionale per fare un poco di pubblicità ai testi (che ne hanno sempre bisogno) e ad allungare i tempi del processo. Tanto tra dieci e passa anni nessuno si ricorderà più di codesti vip, meteore della cronaca, e - scorrendo l'elenco dei nomi - verosimilmente ripeteremo ad ogni nome la frase degli antichi romani: "Michi ignoto est" (Mi è sconosciuto).