giovedì 31 marzo 2011

L'Orientale di Napoli



Nel 1724 ritornò a Napoli il sacerdote missionario Matteo Ripa che in Cina aveva lavorato come pittore alla corte dell'imperatore, portando con se quattro giovani cinesi. Papa Clemente XII riconobbe ufficialmente il collegio fondato dal missionario per preparare giovani sacerdoti da inviare in Oriente dopo un'adeguata preparazione linguistica e culturale dei lontani paesi. Nel 1868 il  "Collegio dei Cinesi" divenne il Real Collegio Asiatico e dieci anni dopo, con la riforma del ministro Francesco De Sanctis, fu eretto in Istituto Orientale sopprimendo l'attività missionaria per privilegiare la sinologia con la conoscenza delle lingue e della cultura dell'Oriente (cinese mandarinico, hindi, urdù, persiano, ecc.) al fine di preparare adeguatamente i diplomatici italiani e far conoscere agli studenti dell'altro continente l'Italia, la sua lingua e la sua cultura.
Sotto il fascismo l'istituto aprì una sede a Roma, che divenne la principale, allargando gli studi all'Africa (all'Affrica con due f si diceva allora, altrimenti è francesismo) e alle Americhe, ricevendo riconoscimenti da tutte le istituzioni culturali del mondo. All'Orientale sono passati migliaia di futuri diplomatici e dirigenti del cosiddetto Terzo Mondo che, nell'esplicazione delle loro attività, hanno poi mantenuto i legami con l'Italia favorendo la reciproca conoscenza ed integrazione commerciale. Tra i docenti internazionalmente più noti e omaggiati citiamo Pietro Silvio Rivetta conte di Solonghello, Giuseppe Tucci  e Giuliano Bertuccioli, nomi che oggi non dicono nulla ma che fanno parte di quella schiera di uomini che hanno portato con onore il nome dell'Italia nel mondo e che dovrebbero essere rivalutati.
Nelle immagini Matteo Ripa (il fondatore) e Pietro Silvio Rivetta (lo scrittore Toddi nella casa di una famiglia giapponese)

mercoledì 30 marzo 2011

Il Risorgimento africano



Per un errore di battitura è stato confuso Epaminonda con Leonida nella battaglia alle Termopili. ù
Ce ne scusiamo con l'autore ed i lettori.

martedì 29 marzo 2011

IX Convegno di demodoxalogia






Pubblicato a documentazione dell'attività svolta dall'accademia dei demodoxaloghi
Sidd - Società italiana di demodoxalogia
e dal decano dei docenti.

lunedì 28 marzo 2011

Treccani, correggiti!



La guerra, ogni guerra (militare, culturale, economica) lascia aperta una frattura
tra il passato  e il futuro, nei vincitori come nei vinti. Demarca una nuova era
che, protesa in avanti,  cancella la memoria del passato 
 ... e i popoli che non hanno passato, diceva Indro Montanelli ......
L'Enciclopedia italiana Treccani risale ai primi anni del '900 e, per la ricchezza e l'accuratezza delle voci menzionate, fu la Bibbia storica e letteraria per migliaia di scienziati, docenti e giornalisti. La ristampa, assai ridotta nel numero dei volumi avvenuta nella seconda parte dello scorso secolo, sintetizzò e cancellò molte voci (come conseguenza del ridotto finanziamento pubblico a sua volta conseguente ad una politica di disattenzione verso la cultura). Successivamente la Treccani volle aprirsi al grande pubblico con una edizione assai ridotta, lodevole proposito di portare la conoscenza ai ceti sociali emergenti perdendo però di vista il compito di salvaguardare, aggiornandolo, il patrimonio delle voci acquisite, a beneficio degli ancora pochi studiosi. Cioè di quelle persone che fanno cultura e la tramandano.
Essendo entrati nell'epoca di internet abbiamo la Treccani.it consultabile online: un ulteriore passo verso il popolo dei cibernauti e nella direzione dell'allargamento dell'utenza. Però nel passaggio si è persa l'accuratezza che contraddistingueva l'istituto della Enciclopedia Treccani.
Se consultiamo il dizionario, alla voce "demodossalogia" troviamo la corretta definizione ma non l'aggiornamento "demodoxalogia". Per di più c'è la specifica di sinonimo con l'antiquata voce "demodossologia" mentre "dosso-logia", come riportato da Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, è la "formula liturgica di lode a Dio". Una stringatezza che non chiarisce aumentando la confusione.
Se andiamo sull'enciclopedia alla voce Paolo Orano (rettore della regia università di Perugia, primo docente di Storia del Giornalismo), nelle voci correlate troveremo correttamente citata la "demodoxalogia" con la x e persino l'accademia culturale Sidd che è il ritrovo degli studiosi della disciplina; ma la voce - come citato - è ripresa da Wikipedia!
Treccani svegliati, siamo nel terzo secolo: qual è la corretta etimologia per indicare lo studio dell'opinione pubblica (demo-doxa-logos)?

Mercoledì 30 una riflessione geo-storica di Valter Bay sulla vicenda libica.

sabato 26 marzo 2011

Ventitrè anni fa


Dalla rivista culturale Sapere 2000 del 14 maggio 1988 riportiamo l'articolo di fondo del direttore in quanto, dopo ventitrè anni, è ancora d'attualità, a dimostrazione che il metodo demodoxalogico sa guardare oltre il contingente.

venerdì 25 marzo 2011

Quale famiglia?

Dagli atti del convegno, promosso dall'Associazione nazionale sociologi e dalla cooperativa sociale Maggio 82,  su  I sociologi e la famiglia,  svoltosi a Roma nel 2006,  riportiamo l'intervento "Quale famiglia?"


giovedì 24 marzo 2011

Avevamo ragione

"Avevamo ragione" ha scritto il demodoxalogo dell'accademia culturale Sidd Francesco Bergamo sulla sua agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, fondata a Roma nel 1963 dal decano dei demodoxaloghi, nel lancio del 16 scorso riferendosi alle ipotesi espresse nella predetta agenzia a proposito del rais Gheddafi, specificando che "La scienza della demodoxalogia dimostra ancora una volta di essere sempre all'altezza e che la sua applicazione, seppur con mezzi modestissimi e fatta anche da una sola persona o due, porta a valutazioni corrette e concrete [...] Avevamo ragione perchè il metodo di analisi dei media creato e sviluppato dalla scienza demodoxalogica è estremamente efficace pur non avendo in dotazione apparati complessi d'intelligence, soldi e ambasciate. Eppure lo studio degli articoli pubblicati, telegiornali, internet e qualche chiacchierata ha permesso di bruciare sul tempo quasi tutti."
I pochi cultori della scienza dell'opinione pubblica, che può farsi risalire al 1928 ad opera del rettore della regia università di Perugia Paolo Orano, e che si ritrovano in seno alla libera accademia Sidd, hanno assorbito una filosofia nel vedere e interpretare gli avvenimenti che si traduce euristicamente in una metodologia statistica che prescinde dal campionamento tradizionale per privilegiare quei fermenti della società ancora non avvertiti neppure dagli addetti ai lavori poichè collocati in quel ciclo considerato humus, secondo la tabella della demodoxaloga Antonella Liberati.
Alla luce degli avvenimenti del poi, oltre all'agenzia Informatore Economico Sociale, basterebbe confrontare quanto diffuso da codesto blog il 2 (Il parere dei demodoxaloghi), 7 (Eurodollaro) e 10 marzo (Le vittorie di Pirro), con le interpretazioni di Valter Bay, Francesco Bergamo e dell'estensore delle note, per verificare l'esattezza delle intuizioni dei demodoxaloghi espresse, oltretutto, con giorni di anticipo sui media più accreditati.

Domani una riflessione sulla famiglia, ieri e oggi.

mercoledì 23 marzo 2011

Una medaglia e un sigaro

"Pagare per fare all'amore è cattiva energia" ci consiglia uno spot pubblicitario televisivo e, in proposito, Silvio Berlusconi ha detto che lui non ha mai pagato una donna per fare all'amore. Essendo presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, che equivale a Cesare sommo imperatore degli antichi romani, c'è da credergli. Non è una frase di circostanza per difendersi nel processo Ruby ma il giuramento di una delle massime istituzioni italiane, quindi verità. Ma dalle carte sono emersi rivoli di denaro dal presidente verso fanciulle giovani e bellocce, a quale titolo? Aiuto tutti perchè sono buono di cuore, ha specificato il presidente, e una borsa di studio, un appartamentino, un gioielletto o una nomina politica non si negano a nessuno. Ai tempi della monarchia si ringraziavano i sudditi benemeriti con un sigaro e una croce di cavaliere, ma erano uomini. Per le donne è più adatto un gioiello che la medaglietta da cavaliere, mentre per il sigaro -Bill Clinton docet - esistono numerosi surrogati! Ma essendo Berlusconi un politico che si presenta alle elezioni lo sa che gratificare il proprio popolo votante, con qualsiasi mezzo, rientra nel reato di "voto di scambio"?
Il 17 per le città si sono viste bandiere tricolori, gente con la coccarda, inneggiamenti all'Italia e persino il canto dell'inno di Mameli. Eppure non c'erano in giro comizi di partito o cialtroni arruffapopolo sui palchi: è stata la manifestazione di un popolo, nella sua spontaneità e voglia di ritornare nelle piazze per riappropriarsi della volontà popolare, che, in altri termini, altro non è che la democrazia tramandataci dagli antichi greci. Essendo decine e decine di anni che non si vedevano scene - spontanee - come quelle citate (c'erano state adunate promosse da partiti e sindacati, anche prima di tangentopoli, ma tutte organizzate con tanto di attivisti) mi è venuto da dire: "Ma che son tornati i fascisti?"

venerdì 18 marzo 2011

Appuntamenti

Ritorno all'antico

Prima della Rivoluzione francese re, principi, vescovi, cardinali e sgherri al servizio delle autorità politiche o religiose potevano mandare al rogo o far marcire in carcere qualsiasi sventurato che avesse osato protestare contro le ingiustizie, asserire qualcosa in contrasto con il pregiudizio dei potenti o, se fanciulla, essersi rifiutata per una notte di baldoria. La legge imperante era quella del prepotente di turno che, sanzionando il popolo, in questo modo manteneva i sudditi sottomessi al potere assicurandosi la sopravvivenza politica.
La svolta del 1789 sancì il principio democratico dei tre poteri autonomi e specializzati nelle funzioni:
- il politico, destinato ad elaborare e promuovere l'ordinamento dello stato ed i rapporti dei cittadini tra loro e con le altre istituzioni;
- l'amministrativo, deputato ad applicare le leggi e far funzionare la pubblica amministrazione;
- il giuridico, cui affidare il giudizio sulle controversie e le pene da infliggere agli accertati rei di atti contro lo stato o i cittadini.
E' capitato che quando un potere, per un qualsiasi motivo, viene meno alla sua funzione o non risponde alle attese del popolo uno degli altri due poteri prende il sopravvento e, a volte, trasborda dalle sue funzioni invadendo campi o azioni non di sua pertinenza. Si tratta di malfunzionamento dello Stato: pressioni di un potere sull'altro ma come surrogatoria. Seguendo la legge di David Hume se non ci fosse la disfunzione del primo potere non vi sarebbe l'ingerenza del secondo.
Con il tempo le istituzioni si sfilacciano, all'interno si consolidano fazioni ed interessi mentre nel mondo mutano la tecnologia, le ideologie, i valori e le aspirazioni sociali. Si renderanno pertanto necessari dei ritocchi alle regole, non per nulla il parlamento è deputato a questa mansione. Ma, ogni volta che si prospetta qualcosa di diverso dalla prassi quotidiana, l'animo umano reagisce e rifiuta a priori la novità: è l'ancestrale paura per il nuovo, per l'ignoto, per la messa in discussione del consolidato e dei propri pregiudizi incosci.
Ma nell'apportare qualche mutamento ci sono anche le esagerazioni. Esse avvengono quando si intaccano i principi fondamentali, come nell'annunciata riforma della giustizia: le funzioni possono essere regolate in modo diverso ma l'autonomia della Magistratura è un principio intoccabile.
La separazione delle carriere potrebbe anche andar bene ma il pubblico ministero nell'esercizio delle sue funzioni non può essere sottoposto ai voleri del potere amministrativo. Il parlamento, nella sua pienezza dei poteri e (si suppone) nell'assunzione di responsabilità, può derubricare o varare nuove indicazioni giuridiche senza però intaccare l'autonomia del magistrato inquirente o del giudice, liberi - appunto - di valutare circostanze e gravità. Anche i magistrati a volte sbagliano, o per insipienza o su suggerimenti interessati, e per questo vanno puniti (responsabilità civile) ma con atti trasparenti, pubblici e con il contraddittorio del legale della parte lesa; un legale, non un politico o un amministrativo in quanto non ci può essere commistione tra i vari poteri.
Prendiamo il caso Ruby: i funzionari di polizia hanno asserito che tutto fu svolto regolarmente e non ci furono pressioni politiche o interferenze dei superiori, sono credibili? In quanto dipendenti pubblici in rappresentanza di un potere amministrativo non avrebbero dovuto avere interferenze dal potere politico; tuttalpiù Silvio Berlusconi avrebbe potuto telefonare al collega Roberto Maroni, che a sua volta si sarebbe potuto rivolgere al prefetto. Ma Berlusconi aveva fretta di far uscire la protetta Ruby dagli interrogatori e dall'ambiente della Questura. Come mai la magistrata non dette invece il suo benestare per il rilascio? Perchè, facendo parte del potere giuridico autonomo, non ricevette "consigli" dagli altri due poteri e neppure dal suo alto superiore: il guardasigilli Angelino Alfano.
Ci sono piccoli provvedimenti che potrebbero essere inseriti nella riforma epocale della giustizia, oltretutto senza costi. Piccole modifiche che sanerebbero disfunzioni che si accavallano ed intralciano il normale procedimento giudiziario: trasferimenti e promozioni soltanto al termine dei processi già avviati; divieto di esercizio della professione, nell'ambito della stessa giurisdizione, a magistrati ed avvocati legati fra loro da vincoli di parentela; riduzione dei gradi di giudizio e del numero dei testimoni.
C'è poi un principio giuridico universale che va salvaguardato: ogni nuova legge non potrà mai essere retroattiva, pertanto la "riforma epocale" non dovrà essere applicata ai procedimenti già iniziati.
Infine, il cittadino che si lamenta per una presunta cattiva giustizia deve capire che il giudice applica le leggi vigenti, con i relativi peduncoli cavillosi; l'ingiusta sentenza spesso altro non è che la bravura dell'avvocato avverso che ha saputo sfruttare gli interstizi giuridici in favore del suo difeso (in civile come in penale)!

Venerdì 25 p. v. una riflessione sul concetto di famiglia.

giovedì 17 marzo 2011

150 anni

Nella ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia
pubblichiamo la fotografia della divisa
di un ufficiale garibaldino esposta nel museo Ept di Arezzo

mercoledì 16 marzo 2011

Il parto ad una svolta


Il resoconto del convegno, scritto da Antonella Liberati, può essere letto nel
post datato  1°  aprile 



lunedì 14 marzo 2011

La strategia di Berlusconi

Nei novanta minuti di colloquio con il Capo dello Stato, il ministro della Giustizia ha assicurato che nella riforma epocale della giustizia non ci saranno scorciatoie in favore di Silvio Berlusconi. Una proposta di legge di grande impatto con l'opinione pubblica e, per la prima volta, senza salva processi ad personam. Bella mossa pubblicitaria, una norma salva processi potrebbe essere inserita, come emendamento, in corso d'opera o successivamente in una propostina apparentemente innocente, prima della scadenza della legislatura. E la faccia sarebbe salva!
Gli avvocati del premier hanno concordato con i giudici milanesi che ogni lunedì (o quasi, salvo impedimenti dell'ultima ora) l'imputato sarà in aula per il dibattimento. Quello di Ruby sarà un processo che andrà avanti di lunedì in lunedì (tra testimonianze e cavilli vari) sino alla prescrizione (tra un anno). Intanto gli altri processi, meno mediatici ma più rilevanti trattandosi di corruzione, saranno accantonati e anch'essi andranno in prescrizione.
Striscia la notizia su Canale 5 ha intrapreso una campagna contro l'immagine della donna svestita o sfruttata, invitando le giornaliste della carta stampata ad opporsi a questa tendenza in seno ai giornali ove lavorano. Su oltre milleduecento giornaliste hanno aderito solo ventidue. Eppure su Mediaset (tra pubblicità e film) il corpo delle donne è presentato in tutte le salse, perchè allora censurare solo la carta stampata? Non sarà che in vista dell'effetto mediatico del morboso processo Ruby si voglia pilotare l'opinione pubblica verso una sollecitudine meno pruriginosa su certi argomenti, per far calare l'interesse dei lettori nei confronti di un processo piccante?
Il Parlamento ha approvato una legge che prevede, entro il 2015, che nei consigli di amministrazione delle società pubbliche e private il 30% dei componenti siano donne. Sarà assai difficile trovare migliaia e migliaia di donne "con esperienza aziendale"  laureate o specializzate in giurisprudenza commerciale, marketing o economia. Non sarà la scorciatoia per nominare negli enti pubblici le dirigenti dei partiti assicurando loro prebende e ottima pensione in cambio del lavoro presso il partito o il politico di riferimento, a spese dell'ente che le stipendierà?

Venerdì 18 p. v. un commento sulla riforma della giustizia.

giovedì 10 marzo 2011

Le vittorie di Pirro

Il Partito Democratico ha raccolto i dieci milioni di firme che si era ripromesso, per far dimettere Silvio Berlusconi. A parte la figuraccia sul sistema di raccolta delle firme, per cui tra i firmatari risultano personaggi famosi come Giuseppe Garibaldi o addirittura Adolf Hilter a dimostrazione del taroccamento possibile in caso di raccolta senza autenticazione della persona, ma anche ammesso che tutte le firme siano autentiche ed anche più di dieci milioni quale ne potrebbe essere la conseguenza? Una specie di referendum che non ha nessun valore legale, per cui il destinatario, imitando una celebre frase di Totò,  potrebbe ben dire che con tutta quella carta ci si potrebbe pulire il di dietro. Una raccolta, per galvanizzare il proprio elettorato, che avrà invece ripercussioni negative proprio tra gli attivisti del partito in quanto si renderanno conto che dallo scorso dicembre in poi sono stati mobilitati inutilmente, con spreco di tempo ed energie, prima per il porta a porta e poi per la raccolta delle firme. E, quando qualcuno si mobilita più volte e a lungo per raggiungere un traguardo e non ci riesce, per insipienza di chi lo ha indotto, si sfiducia e perde l'entusiasmo per le battaglie successive, chiedendosi se vale la pena di combattere. Questo si verifica non solo tra gli iscritti ed i votanti ma anche tra i dirigenti: non per nulla il Pd ha perso in un anno venti deputati che hanno lasciato il gruppo parlamentare, nel silenzio - quasi censorio - degli organi di informazione. C'è poco da essere soddisfatti, è una vera e propria sconfitta.
Anche Gianfranco Fini non può dirsi soddisfatto, pur avendo creato un nuovo partito con l'intento di defenestrare  Berlusconi, lo scorso dicembre o con elezioni politiche anticipate o con un governo d'emergenza nazionale, sta perdendo consensi nei sondaggi e tra i parlamentari che ritornano pentiti dal padre-padrone. Tra i politici, passati gli entusiasmi per una vittoria vicina è subentrata la prudenza per un seggio sicuro o la nomina in un ente pubblico; negli elettori la consapevolezza che quest'anno non saranno chiamati alle urne, tante vale stare a vedere gli eventi.
Il premier è convinto di aver vinto e innalza proclami di vittoria ma sono solo sbandieramenti di intenzioni, neppure con i venti e passa deputati riconquistati riuscirà a gestire quanto annuncia, anzi i malumori in seno al partito aumenteranno. Con il nuovo gruppo parlamentare dei "responsabili" potrà dire di aver riconquistato la maggioranza in seno a qualche commissione, togliendola al Fli, ma a quale prezzo? Ministeri, sottosegretariati e nomine in enti pubblici in favore di qualche figliol prodico ritornato a casa, scontenteranno leghisti e fedeli ascari. Col passare del tempo la scelta solleverà malumori e chi non ha avuto nulla si presenterà alla cassa.

martedì 8 marzo 2011

Fessoteca

La fessoteca è la raccolta delle fesserie che l'umanità racconta, per spiritosaggine o mettersi in mostra. Il termine si deve allo scrittore Pitigrilli che con la sua acutezza antibballistica demoliva le sentenze intellettuali. Si riportano dal Dizionario Anti-ballistico (Sonsogno editore, Milano 1953) alcune voci, in questi giorni d'attualità, raccolte dallo scrittore del '900 con l'indicazione dell'autore.
Ambasciatore: spia messa ad origliare nelle anticamere di quelle potenze che si chiamano amiche (Manzoni)
Amnistia: atto con cui i sovrani perdonano le ingiustizie che essi stessi hanno commesso (Véron)
Amor di patria: un complesso di amor proprio e di pregiudizio (Voltaire)
Biografia: leggendo una biografia ricordatevi che la verità non si presta mai a una pubblicazione (Shaw)
Borsa: gioco dei cerini; uno passa all'altro un cerino acceso, questo lo passa ad un terzo, il terzo al quarto e così via, finchè c'è l'ultimo, il fesso, che si scotta le dita (Pierpont Morgan)
Cinismo: vedere le cose come sono e non come dovrebbero essere (Oscar Wilde)
Conferenze: la frase meglio accolta dal pubblico in certe conferenze è quella che comincia così: "Per concludere ...." (Mario Luis Descartes)
Democrazia: l'arte di far opprimere il popolo dal popolo nell'interesse del popolo (Dossetti)
L'ideologia politica secondo la quale io non sono uguale a te ma tu sei uguale a me (Russel Lowell)
Diplomazia: trasmettersi in telegrammi cifrati ciò che tutti si ripetono con parole chiare (Churchill)
Folla: un branco di arringhe non è più intelligente di una sola arringa (Maeterlinck)
Giurati: uomini scelti per giudicare quale sia il migliore avvocato (Garland Pollard)
Giustizia: se il giudice tirasse a sorte avrebbe matematicamente cinquanta probabilità su cento di indovinare, e le sentenze sarebbero pronunciate con minore ipocrisia e con maggiore soddisfazione della giustizia e della verità (Pitigrilli)
Guerra: la guerra non è che la continuazione della politica, con altri mezzi (Von Clausewitz)
Giornalismo: il giornalismo continua ad essere il rifugio di gente soltanto vagamente preparata per questa attività (Walter Lippmann)
Per essere sicuri di pubblicare una notizia inedita, basta inventarla (Pitigrilli)
Gerarchia: il capo divisione di ministero che ha rubato milioni sulle forniture di cancelleria a tutti gli uffici statali procede con esemplare severità contro il piccolo applicato di quarta classe che si è portato a casa il lapis (Pitigrilli)
Monumento: bisognerebbe fare i monumenti con le teste di ricambio e le lapidi con caratteri mobili, e ogni vent'anni cambiare la resta e modificare il testo delle lapidi (Pitigrilli)
Morale: la morale del lupo è di mangiare la pecora come la morale della pecora è di mangiare l'erba (France)
Opinione: in politica le opinioni non sono che interessi (Pailleron)
Paradosso: è una bellissima cravatta che, a stringere troppo, diventa un nodo scorsoio (Pitigrilli)
Patria: per un commerciante la patria è la saccoccia (Chincholle)
Politica: al fesso del mio partito preferisco l'intelligente del partito opposto (Pitigrilli)
Popolo: un sovrano che ha bisogno di essere comandato (Académie de l'Humour)
Scuola: un ambiente dove dei vecchi microcefali sviluppano ai giovani la memoria a spese dell'immaginazione (Owen Johnson)
Statistica: la forma più abile della menzogna (Napoleone)
Tre specie di bugie: la bugia, la bugia sfrontata e la statistica (Disraeli)
Storia: la storia si ripete, non c'è dubbio: il male è che ogni volta si ripete in peggio (Pillar)
Utopia: spesso non sono che delle verità premature (Lamartine)
E, per finire, due autentiche fesserie presentate come commenti ironici:
Una volta c'erano i cecoslovacchi, con la divisione del territorio in due stati ora ci sono i ciechi e gli slovacchi.
Un'azienda di servizi telematici invita dalla tv il pubblico ad andare in Aruba.it. Viene spontanea una domanda: a rubare?
L'attrice Sabrina Ferilli ci ossessiona con la pubblicità di una ditta di sofà con uno slogan che può essere così parafrasato: beato chi se la fa sul sofà.
I maldicenti accusano il premier Silvio Berlusconi di aver ospitato nelle sue residenze centinaia di prostitute, non sanno invece che, essendo un'anima generosa, le ospitava per redimerle e portarle sulla retta via, tant'è che qualcuna si è data alla politica, qualcun'altra si è laureata e altre ancora si sono votate alla carriera televisiva. Più redenzione di così!

lunedì 7 marzo 2011

L'Eurodollaro

Partendo da una ricerca sui siti internet alla voce eurodollari il demodoxalogo Valter Bay è giunto alle seguenti conclusioni:
Sono moltissimi e variegati gli interessi che i produttori di petrolio del Medio Oriente hanno in Europa: investimenti, commerci, partecipazioni azionarie, ecc. Pertanto, se il petrolio viene quotato e pagato in dollari quando gli investitori dei paesi produttori impiegano i loro capitali in Europa (ove vige l'euro) convertono i loro dollari in euro, rimettendoci nel cambio (1 dollaro =  1,3959 il 4 marzo). Tanto varrebbe allora formulare i contratti di fornitura non più in dollari ma in euro.
Il problema economico di questi giorni delle rivoluzioni in Nord Africa (ma con un occhio rivolto all'Iran) è tutto qui ed è un problema che si aggrava ancor più alla luce dei recenti  accordi in euro fatti tra Italia e Russia (gasdotto), tra Italia e Libia (gas + petrolio) e delle recenti prospettive di una "moneta unica africana". Variabili che potrebbero aver allarmato l'economia Usa.
Infatti la massa monetaria in dollari che risiede permanentemente in Europa (eurodollari) è come se non facesse più parte del bilancio Usa e potrebbe essere sostituita, nel rapporto Opec/Europa, dalla moneta europea euro, costringendo gli eurodollari a rientrare sul mercato finanziario Usa. Ciò provocherebbe uno scossone dai risvolti economici imprevedibili sul mercato interno Usa [NdR: ed anche europeo]; uno scossone capace di affondare l'intera economia americana già sotto i colpi degli accordi finanziari con la Cina.
Se tale intuizione è verosimile i recenti avvenimenti nel Nord Africa potrebbero avere una matrice banalissima: rimettere gli eurodollari nel loro circolo naturale respingendo l'attacco dell'euro. Quindi potrebbero esserci interessi legati alle monete e alle economie esterne all'euro per far prevalere accordi commerciali legati ad un ciclo monetario piuttosto che ad un altro.
Per una maggiore comprensione delle considerazioni esposte riportiamo, in sintesi, rimandando ai link indicati, le definizioni oggetto della ricerca:
Eurodollari (http://www.simone.it/newdiz.php?action=view&dizionario=6&id=1207) disponibilità in dollari nelle banche fuori degli Stati Uniti, risalenti agli anni '50 e incrementate dai deficit della bilancia dei pagamenti e dalle eccedenze finanziarie dei paesi produttori di petrolio (vedasi Q-regulation e gold exchange standard).
Eurodollari  (http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/e/e066.htm)  Capitali in valuta statunitense rimasti sui mercati esteri dopo la dichiarazione di inconvertibilità da parte del presidente Richard Nixon (1971) utilizzati per gli scambi tra banche ed istituzioni estere e nominalmente coperti dal disavanzo della bilancia dei pagamenti Usa.
Infine la voce "eurodollaro fermo petrolio in rialzo" lo considera un mix micidiale per l'economia dei paesi europei. Significando un forte rialzo dell'inflazione causato dal rialzo dei prezzi  degli energetici con conseguente "scarico" dell'aumento sul consumatore finale. In tal modo nessuna crescita ma solo crescita dell'inflazione. Una situazione assai grave per i paesi importatori di petrolio, come l'Italia. (articolo scritto da Valter Bay)  

mercoledì 2 marzo 2011

Il parere dei demodoxaloghi

Sulle vicende relative all'insurrezione in Libia contro il dittatore Muammar Gheddafi l'opinione pubblica mondiale ancora non è in grado di dare un parere basato su informazioni sicure e veritiere. Pur vivendo nell'epoca del predominio della globalizzazione delle informazioni non abbiamo resoconti, foto o filmati in grado di mostrare quello che realmente accade. Ovvero, abbiamo delle informazioni ma risultano taroccate, come la cerimonia al cimitero fatta passare come l'esposizione di libici fucilati o i presunti bombardamenti non avvalorati dagli italiani rientrati in Patria. Di certo abbiamo visto in tv manifestanti e scontri dell'una come dell'altra parte ma rivedendo gli ultimi scontri avvenuti a Roma, con camionette incendiate o rovesciate, vetrine infrante, dimostranti aggrediti, ecc., chiunque dall'altra parte del mare avrebbe potuto pensare a prove di rivoluzione.
In momenti come questi c'è sempre incertezza e le fazioni divulgano informazioni false a sostegno delle proprie ragioni, una tale prassi fa parte della strategia insurrezionale.
Secondo il demodoxalogo Francesco Bergamo, direttore dell'agenzia stampa online Informatore Economico Sociale, (http://www.demodossalogia.it/) "i fatti mostrati dalla televisione rientrano in una precisa strategia della comunicazione [...] La tecnica di creare il caso ed ingigantirlo fu creata da Samuel Adams grande comunicatore con il Boston Tea Party". E' accaduto con  Imelda Marcos, Ceausescu, Arafat, Reza Palevi ed altri. L'Iraq fu invasa accusando Saddam di possedere missili a lunga gittata e di preparare la bomba atomica.
La caduta dei tre regimi arabo-mediterranei (Tunisia, Egitto e Libia), quasi contemporaneamente, rientra certamente in un ciclo storico-ambientale ineluttabile, agente per imitazione, ma l'innesco alla sommossa oltre al momento maturo (quello definito moderno dai demodoxaloghi, vedasi Antonella Liberati) è stato agevolato da tre fattori tradizionali: un ideologo, un finanziatore e un comandante. Qualcuno cita Gene Sharp l'autore di From Dictatorschip to Democracy, i cui metodi sono stati applicati in Serbia, Ucraina, Georgia, Kyrgyzstan. I suoi libri a Mosca sono stati bruciati e Hugo Chavez l'ha accusato di essere l'istigatore delle rivolte in Venezuela. Sharp , docente alla Harvard University, è considerato il padre della strategia non convenzionale di supporto esterno alla lotta non violenta (una specie di organizzazione Gladio).
Ma dietro ogni avvenimento c'è un cui prodest? Se l'è chiesto il demodoxalogo Valter Bay, un allievo di Adriano Magi-Braschi, che constando le ricadute sul taglio "dei rifornimenti petroliferi all'Europa intera (gas, petrolio, Algeria, Golfo Persico) bloccando anche il canale di Suez e il gasdotto della Tunisia" ha avanzato le seguenti ipotesi:
- la Russia potrebbe strangolare l'Europa occidentale alzando i prezzi del proprio gas
- l'Inghilterra potrebbe diventare competitiva con le forniture del Mare del Nord
- gli Usa demolendo l'Europa e l'euro potrebbero riprendere l'egemonia mondiale
- i rifornimenti, con la chiusura del canale, potrebbero essere dirottati verso la Cina in espansione industriale.
Stante quanto sopra il parere degli studiosi della Sidd si orienta verso una multi-opzione di interessi che stia facilitando gli avvenimenti, evidentemente preparati da tempo sul piano culturale di anelito alla democrazia e convenientemente finanziati ed organizzati.

martedì 1 marzo 2011

Arduino Paniccia e l'opinione pubblica

L'agenzia stampa online quotidiana Informatore Economico Sociale del 23 scorso (anno 49 n 22) ha diffuso l'intervista al prof. Arduino Paniccia su temi relativi all'opinione pubblica. Riportiamo qualche stralcio invitando i demodoxaloghi a leggere il testo integrale cliccando su http://www.demodossalogia.it/
Per cogliere i segnali dell'opinione pubblica occorrono tre fattori: "esperienza, studio e una buona dose di istinto", chi non è in grado "di capire cosa passa per la testa della gente" dovrebbe "lasciare ad altri l'incombenza".
"Indispensabile è la lettura giornaliera di numerose testate di diverso indirizzo e occasionalmente la visione di poche trasmissioni giornalistiche e di approfondimento [...] Ma anche l'ascolto, ogni volta che è possibile, delle opinioni altrui costituisce un mini-sondaggio [...] Non prestare attenzione anche a questi segnali, ancorchè percentualmente irrilevanti, potrebbe essere poco saggio".
All'estero "le valutazioni ed i giudizi dell'opinione pubblica sono basati su parametri morali, etici e di costume diversi rispetto all'Italia". Nei paesi democratici "la critica al potere è uno dei fondamenti della democrazia [...] l'ambiente democrazia impedisce (al governo) di produrre messaggi unilaterali perchè al suo stesso interno sorgerebbero voci contrarie".
"Oggi la televisione è il media più seguito e di solito assimilato in maniera acritica. Quindi più influente. [...] I giornali sono secondi a breve distanza, ma sono appannaggio di una utenza che ha potere discriminante, simboleggiato dallo stesso gesto di recarsi in edicola [...] Internet è un altro strumento di condizionamento dell'opinione pubblica e garantisce una informazione equilibrata, purchè si abbia la volontà ed il tempo di consultare molti siti."