giovedì 4 dicembre 2014

La corsa per il Quirinale

In vista delle dimissioni del Capo dello stato è iniziata la corsa dei candidati alla successione ma i nomi che si gettano nella mischia o sono per fare confusione o per bruciare eventuali concorrenti non graditi (per esempio Romano Prodi e Giuliano Amato). Tanto per esternare un pensiero da salotto il decano dichiara che preferirebbe Emma Bonino per i seguenti motivi:
- non è né di destra né di sinistra e neppure di centro, quindi autonoma dai partiti, compreso il suo quello dei radicali
- conosce molto bene il diritto costituzionale e la prassi parlamentare quindi non è una novellina
- è conosciuta e stimata in molti paesi da politici e personaggi istituzionali che apprezzano la sua qualità di composizione nelle vicende palestinesi e verso i problemi del mondo emergente
- è una donna energica e con idee chiare che parla più lingue estere rappresentando in questo già un fattore di novità
- infine ma non per ultima preferenza è l'unica che, per i motivi suddetti, potrebbe dare una svolta rivoluzionaria al vero rinnovamento della politica e delle istituzioni anticipando la svolta mondiale che si sente nell'aria ma che ancora non si individua nella sua forma e sostanza.
Purtroppo, proprio in Italia, ha i maggiori nemici tra coloro che da anni ricoprono cariche politiche ed economiche che temono di non poter più partecipare allo spolpamento dello Stato; oltre all'apparato della Chiesa e della Massoneria.
I candidati più pericolosi sono quelli di cui non si parla ma che stanno lavorando sotto traccia: Mario Monti e Massimo D'Alema, su quest'ultimo si puntano gli sguardi, oltre che dei suoi seguaci nel partito, dei veterani del vecchio comunismo, del Sel di Niki Vendola e del contorno di Raffaele Fitto e di Michele Emiliano. Sia Monti che D'Alema inoltre troverebbero ampi consensi anche tra la finanza e la massoneria.