lunedì 29 giugno 2015

Ue/Grecia/Russia

Il negoziato per evitare il fallimento e l'uscita della Grecia dall'Unione Europea (assai improbabile) e dall'area dell'euro è assai complesso e va oltre le intransigente sia della Bce che del premier della Grecia. Chi corre più rischi è proprio l'Europa.
Un'uscita della Grecia darebbe forza ed incrementi elettorali ai partiti nazionalisti e antieuropeisti dei vari paesi europei con il rischio di essere seguita da altri. Inoltre verrebbe a mancare l'apporto storico di un paese (come l'Italia) europeista dalla prima ora e generatore, insieme ai latini, delle fondamenta culturali che successivamente, nel medioevo, hanno permesso la nascita politica e culturale dell'Europa moderna, poi divenuta quella dei nostri giorni.
Ma c'è un'altra considerazione che potrebbe essere la carta vincente di Alexis Tsipras: fin dal tempo degli Zar la Russia ha cercato di avere un suo porto d'approdo e base nel Mediterraneo. Vladimir Putin potrebbe farsi avanti nel sostituire l'aiuto europeo in cambio della gestione esclusiva di un suo porto navale. Non per nulla Barack Obama ha invitato la Cee a trovare un accordo.
Le grandi potenze mondiali, Usa, Russia e Cina affrontano le cose anche secondo una visione militare geopolitica-planetaria che mette in conto un'eventuale guerra. Il mare Mediterraneo è strategico perché nonostante numerosi viaggi aerei il materiale ed i rifornimenti (carri armati, truppe, armamenti, ecc.) proveniente dagli Usa non sarebbe massiccio come quello scaricabile dalle navi. Avere mezzi marini (compresi sommergibili con testate nucleari) già nel Mediterraneo eviterebbe la strettoia del passaggio tra la Turchia e la Grecia facilmente controllabile nonché la possibilità di colpire rapidamente i rifornimenti d'oltre oceano.