lunedì 26 settembre 2011

I presupposti dell'opinione pubblica

Generalmente si crede che l'opinione pubblica sia l'opinione dell'indistinta pluralità umana con la quale siamo giornalmente in contatto, qualcuno aggiunge che rappresenta la maggioranza dell'opinione della gente. Come demodoxaloghi diciamo che l'opinione della gente è pubblica in quanto espressa pubblicamente ma non è "opinione pubblica". Seguendo le indicazioni di Mascia Ferri e Robert K. Merton sosteniamo che codesta altro non è che "opinione sociale": cioè l'opinione di un agglomerato di persone presenti in un determinato frattale (porzione di territorio).
L'opinione pubblica è l'opinione di un determinato pubblico come, ad esempio, gli studenti (in genere) o quelli di uno specifico istituto (in particolare) in quanto le problematiche della vita scolastica sono pressapoco uguali per tutta la pluralità di studenti e sviluppano aspettative simili. Aspettative personali che si trasformano in aspirazioni collettive in quanto, come sostenuto da Kurt Lewin , la vita di gruppo è il risultato di "specifiche forze all'interno di un più ampio contesto" ove la condotta personale non crea l'opinione di quel pubblico preso in esame ma subisce l'influenza, senza esserne consapevole, delle condizioni o modalità che hanno contribuito alla formazione di quello specifico pubblico. Per gli studenti: il banco, l'aula, le interrogazioni, i libri, gli esami, gli orari scolastici, ecc., tutte costrizioni che generano risposte similari e quindi le opinioni del pubblico studentesco: l'opinione pubblica degli studenti. Tenendo però in debito conto le differenze nello stesso pubblico secondo come sia stato esaminato: pubblico oggettivo, soggettivo, virtuale con i vari incroci possibili (vedasi in proposito Demodossalogia ed opinione pubblica, edizione Sidd 1998).
Perchè si formano le opinioni sociali e quelle pubbliche?
L'umanità, da quando nasce, apprende i comportamenti per imitazione: il bambino guarda le persone più grandi, l'adulto gli altri. A mano a mano che l'individuo assimila un numero sempre maggiore di nozioni e di atteggiamenti le sue improvvisazioni diminuiscono; le sue azioni diventano stereotipate, prevedibili e coerenti. E' la socializzazione! In proposito esistono migliaia di libri e teorie consolidate.
Il secondo passo è l'aggregazione: per risolvere i problemi esistenziali di sopravvivenza, difesa, crescita l'uomo è spinto a far parte di un gruppo, di una società, deve contare sul sostegno di persone con una mentalità simile alla sua formando così veri e propri gruppi, ognuno con precise nicchie psicologiche in funzione delle quali vengono socializzati e nelle quali essi si adattano.
In seno al gruppo si forma l'opinione di quell'agglomerato umano che si suggestiona vicendevolmente proprio perchè tendiamo ad avere certezze che cerchiamo dagli altri: i genitori, i maestri, gli amici, gli scienziati, gli scrittori, i massmedia e via dicendo. Noi non abbiamo tutte le informazioni necessarie per farci un'opinione propria, facciamo il possibile per approfondire la conoscenza ma non riusciamo a raggiungere "tutte" le informazioni sull'argomento, pertanto la nostra opinione è - secondo Jacques Benigne Bousset - un grado intermedio tra il dubbio (che respingiamo) e la certezza (che non abbiamo). Appunto opinione: letta o ascoltata che, anche se con qualche variante, facciamo nostra ma è pur sempre l'opinione del gruppo di cui facciamo parte. E, in un agglomerato di persone,  basta che un piccolo gruppo di individui asserisca per certo un'evento accaduto che l'intero agglomerato (pubblico o folla) lo assuma come sua opinione, sia pure con modalità diverse. Con una suggestione che si contagia in proporzione al numero delle persone e alla ripetizione dell'oggetto, oltre che all'importanza che diamo a chi asserisce l'accaduto (politico, giornalista, sacerdote, genitore, ecc.). Pertanto crediamo sulla fiducia le informazioni che apprendiamo, rafforzando l'opinione con il "comune sentire" di altri soggetti che hanno formato la loro credenza in base al nostro stesso meccanismo, basato solo sulla suggestione della ripetizione. Infatti le religioni, le sette e le dittature, non potendo dimostrare scientificamente l'assunto, inculcano nei giovani ripetitivi racconti o litanie per rafforzare la convinzione di quanto appreso.
L'uomo, sosteneva Toddi, non riesce a comprendere il mo(vi)mentum (l'intero percorso e sfaccettatura di un'evento) ma solo il momentum cioè una parziale visione: l'apparenza del fatto non la sostanza. E l'opinione pubblica come quella sociale, pur con dei distinguo, altro non è che apparenza: cioè suggestione.
Riepilogando: la formazione dell'opinione pubblica passa attraverso tre modalità: l'imitazione, l'aggregazione e la suggestione (il convincimento) dei membri di uno stesso gruppo omogeneo (il pubblico). Nella folla il convincimento è momentaneo e basato sull'emozione passeggera degli individui.

Domani: la differenza tra opinione pubblica e sociale