lunedì 7 maggio 2012

La riscossa dai comuni

Se diamo uno sguardo alla Storia possiamo constatare che, nei momenti di crisi, il superamento è avvenuto grazie all'attivismo culturale, economico o sociale dell'insieme delle piccole comunità. E' come se la gente si fosse improvvisamente resa conto di non poter contare sulle figure carismatiche o sull'apporto delle istituzioni ma, anzi, di vedere in esse il nemico che ha ridotto la popolazione in stato di arretratezza o schiavitù.
Il risveglio nel '400 dei comuni e delle signorie italiane fu possibile grazie all'intraprendenza degli artigiani, dei commercianti e dei costruttori che rivendicarono la legittimità della loro partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Così come in Inghilterra furono i manufatturieri e i primi industriali a ridare vigore alla corona inglese e in Francia il cosiddetto Terzo Stato che segnò una svolta nella concezione politica.
Mentre il dirigismo, cioè la centralità del potere nelle mani del re o del governo di un paese, è essenziale per il passaggio dalla civiltà contadina (disunita in quanto legata al frattale del territorio) a quella industriale (per la visione d'insieme dei piani di sviluppo), nei momenti di recessione (guerre, crisi economiche o ambientali) le istituzioni non arrivano a risolvere tutte le situazioni di emergenza e le richieste di sostentamento. Da qui la constatazione che, per la ripresa, le comunità territoriali dovranno superare gli eventi facendo affidamento solo sulle forze locali; per fare un esempio recente citiamo lo sviluppo del Friuli sia dopo la frana del Vajont che del successivo devastante terremoto.
Oggi siamo al centro di una crisi politica o di rappresentanza che non ha più legami con il territorio, con le ideologie che hanno dato vita ai partiti e - soprattutto - con una visione del futuro. Tant'è che gli unici movimenti politici che raccolgono ancora consensi sono quelli radicati nei frattali (piccole e medie realtà comunali) o rappresentati da istrionici mangiapolitici (più per calcolo che per vocazione).
Mai come in questo periodo la gente ha respinto le sollecitazioni provenienti dai partiti in quanto preoccupata per la propria sussistenza e senza una visione del futuro, da qui lo scadimento di tutti i valori sinora accettati per privilegiare solo i propri interessi. Ma, dato che l'esser monadi equivale ad essere impotenti di fronte agli altri e alle istituzioni, il secondo passaggio sarà l'accorpamento tra monadi (persone isolate nella loro torre d'avorio) per dar vita ad alleanze di comodo (o scopo) per raggiungere - di volta in volta - minimi, condivisi traguardi. Cioè la ripresa dei rapporti sociali e politici verso la nuova civiltà fondata su diversi valori, forme di rappresentanza ed istituzioni.

Domani: il lavoro in Ciociaria