martedì 15 maggio 2012

Lo sviluppo possibile

Nella nuova era nella quale siamo entrati anche l'economia non potrà fare affidamento sull'aiuto e le risorse altrui, a meno che non siano interventi predatori camuffati di buonismo. Pertanto ogni frattale di T-P-R (porzione più o meno vasta dell'ambiente) dovrà inventarsi risorse in loco, addirittura comune per comune. Tanto per fare un esempio, e come stimolo al convegno che il 26 si terrà a Morolo (Frosinone) su Il lavoro in funzione dei parametri T-P-R : Territorio, Popolazione, Risorse, schematizziamo l'interpretazione demodoxalogica:
Rimanendo in Ciociaria, dobbiamo dire che il territorio è da millenni rimasto tale, ciò è avvenuto perchè la natura ha delle sue K (costanti) che diventano leggi universali, per cui la modifica del territorio avviene normalmente nel corso dei secoli per eventi naturali. Con l'industrializzazione, l'applicazione della tecnica per aumentare la produzione, si sono spinti i consumi all'eccesso modificando - repentinamente - non solo le abitudini e la cultura della nostra civiltà ma anche l'aspetto del territorio e le sue risorse naturali. E' bastata una contrazione della produzione industriale per respingere nei loro luoghi di provenienza i lavoratori che avevano abbandonato l'agricoltura e l'artigianato per il miraggio delle fabbriche o degli impieghi. Non per questo dobbiamo distruggere l'industrializzazione ma ripensare il lavoro partendo da quello che può offrire l'ambiente.
Prendiamo il caso di Morolo, che ospita il convegno. E' un territorio montano, quindi possiamo ipotizzarlo boscoso e poco adatto alla coltivazione estensiva. Perchè non sviluppare la cultura dei funghi, attraverso l'incentivo ad una cooperativa di raccolta e distribuzione, insegnando fin dalle elementari la distinzione ed il rispetto verso i prodotti della natura? Così per i mirtilli o altri frutti del sottobosco, per non parlare della possibilità del pascolo con la vendita del latte e dei prodotti caseari locali. Ma Morolo ha un'altra possibilità, quella di sfruttare l'aria, il panorama e le passeggiate in montagna, attraverso percorsi attrezzati anche per soste e barbecue. Quindi sviluppare il turismo o l'agriturismo per le famiglie. Ma il comune ha un'altra risorsa (in questo caso culturale) che non ha uguali in tutto il Lazio: la sua biblioteca. In Toscana moltissimi paesetti hanno ripreso vita ospitando gruppi di studenti anglosassoni o tedeschi che, per 20 giorni o tre mesi, vanno a perfezionarsi nella lingua e nella storia italiana, con occupazione lavorativa di insegnanti estivi, cuochi, camerieri, ecc. Non è la sicumera ma meglio di nulla! 
L'ingente mole della biblioteca morolese avrà pure dei filoni specializzati (es. su sant'Agostino o gli Ernici), basterebbe iniziare con dei convegni di studio specializzati, divulgandoli nelle comunità accademiche interessate ad approfondire la lingua latina o le tematiche dei volumi in giacenza nella biblioteca.
Le sollecitazioni per un lavoro in funzione dei parametri Territorio-Popolazione-Risorse non mancano e l'appuntamento del 26 p. v. è l'occasione per un confronto.