lunedì 13 maggio 2013

Sondaggi

Tutti i sondaggi campionari svolti dalle agenzie di ricerca danno un forte recupero percentuale per Silvio Berlusconi e una perdita di consensi per il Pd, il Sel, la formazione politica di Mario Monti e perfino per quella di Beppe Grillo.
Per il Pd, il Sel di Niki Vendola e Scelta civica la spiegazione rientra nell'ambito fisiologico dei comportamenti elettorali: quando un partito perde le elezioni o è in forte travaglio una parte di elettori occasionali (cioè non gli ideologizzati)  volge il suo interesse verso un'altra direzione. 
Per Berlusconi è valido l'inverso: dalla campagna elettorale ad oggi i suoi messaggi, accompagnati da un'accorta regia scenica, sono improntati a dichiarazioni di vittoria; è questo il motivo per cui molti ex berlusconiani sono tornati alla casa del padre-padrone. Il popolo si accoda sempre a quello che appare come il vincitore mentre il Pd, con la sua maggioranza alla Camera, non è riuscito a formare un governo antiberlusconiano come sbandierato nel corso della campagna elettorale.
Per Grillo il discorso è diverso: pur avendo avuto un consenso plebiscitario non è riuscito a dimostrare di voler usare i suoi parlamentari come forza propulsiva di governo per il cambiamento del Paese. Pur avendo avuto la possibilità di entrare nel governo e avendo tuttora quella di contribuire all'apporto dei provvedimenti necessari dimostra di non avere la capacità politica (programmi concreti e relativa elaborazione): sa solo criticare come se fosse ancora in campagna elettorale.

Un sondaggio delle scorse settimane ha nettamente fotografato la diversità tra il popolo di destra e quello di sinistra. La domanda ha riguardato l'imu e le tasse e le risposte sono state a larga maggioranza.
Gli elettori del Pdl sono nettamente contrari al pagamento dell'imposta sulle case (non solo sulla prima) e favorevoli alla riduzione del gravame fiscale per le famiglie e le aziende.
Il popolo del Pd ritiene giusto il pagamento sulla casa (magari con qualche accorgimento per le famiglie con basso reddito ed unica abitazione) e la tassazione sulla produzione del reddito.
Risultati che ci dicono che da una parte ci sono dei benestanti che intendono tutelare i beni patrimoniali e il reddito proveniente dalle attività economiche, dall'altra cittadini che vedono nell'impresa aziendale e nei grandi patrimoni la fonte del prelievo fiscale. 
Due impostazioni culturali di difficile convergenza!