lunedì 8 settembre 2014

Gli statali della difesa

Una volta c'era l'esercito di leva, cioè tutti i giovani diciottenni di buona costituzione venivano chiamati a servire la Patria per un certo periodo di mesi e poi rimandati a casa. Ragazzi del nord e del sud, istruiti o semianalfabeti, di ceti sociali diversi, etc. si mescolavano nei reparti e nelle camerate sviluppando amicizie e confronti che si univano in un sentimento comune che perdurava negli anni.
Sulla spinta della modernizzazione l'Italia si è adeguata a molti paesi esteri abolendo la leva (peraltro odiata da molti giovani) per passare all'esercito professionale: scelta volontaria e permanente nell'esercito. I vertici delle Forze Armate presentarono l'innovazione come l'evento più vantaggioso per l'economia e la difesa del Paese e molti figli e figlie di ufficiali (dai generali ai capitani) si arruolarono.
Un primo risultato fu che mentre prima negli uffici amministrativi c'era del personale civile assunto per concorso i posti furono sostituiti da volontari senza preparazione specifica. Un secondo risultato fu che essendo ormai una professione i militari dovevano esser equiparati agli altri statali (mentre prima avevano una paghetta simbolica di rimborso). Il terzo risultato fu che mentre prima i giovani di leva al termine venivano mandati a casa e quindi anche gli ufficiali di quel reparto o reggimento tornavano alla vita civile oggi "per l'effetto della progressione di carriera" gli ufficiali volontari arrivano gradualmente sino al grado di generale con conseguente effetto moltiplicatore dello stipendio.
Una statistica aggiornata allo scorso agosto ha rivelato che nell'esercito il 70% del personale è composto da ufficiali e il 20% da militari di truppa. Oltre all'incidenza degli stipendi sul bilancio dello Stato il risultato è che il 20% svolge le mansioni di cuoco, sentinella, attendente, etc. mentre il rimanente è in ufficio per gli approvvigionamenti (vitto, vestiti, armi, benzina, etc.) oppure a elaborare altre innovazioni o strategie di guerra, facilitato in questo da auto di servizio, autista, alloggio per se e la famiglia nella proprietà del demanio militare. Quando poi si chiedono al ministero le carte per indagare su alcuni tragici eventi o sul riparto analitico delle spese la risposta è che sono coperte dal segreto militare! 
Con il senno di poi: è stata veramente una innovazione vantaggiosa per il Paese il passaggio all'esercito professionale? Presidente Matteo Renzi non è il caso di incominciare a tagliare da qui?