martedì 9 settembre 2014

L'opinione pubblica

Raccontava lo scrittore del Novecento Pitigrilli (Dino Segre)  che in Francia durante i moti del 1830 fra i rivoluzionari che si battevano nelle strade, al grido di "nous voulons la charte" (vogliamo la carta costituzionale), molti morirono sulle barricate al grido di "nous voulons la chatte" (la gatta).
Allora pochi sapevano leggere e scrivere e altrettanti non comprendevano, perché disinformati, gli eventi cui erano partecipi. Dopo quasi due secoli il processo mentale sembrerebbe lo stesso, ci si accoda all'opinione pubblica rinforzandola senza capire (o sforzarsi di capire) la logica dei fatti ma per un effetto di imitazione e suggestione (Gustave le Bon, Psicologia delle folle, editore Longanesi 1980).
Le forze dell'ordine sono scese in piazza per rivendicare l'aggiornamento del contratto di lavoro fermo da cinque anni. Hanno sostenuto i poliziotti apparsi in tv: mettiamo giornalmente in pericolo la nostra vita per milleduecento euro mensili! Cioè un poliziotto guadagna quanto un bidello o un operaio in fabbrica. Ma, la paga è uguale per tutti i poliziotti? Non lo crediamo possibile, tra chi va ad arrestare un mafioso  e chi è in ufficio a timbrare passaporti c'è un differenza di ruolo, responsabilità e sicurezza; una eventuale maggiorazione di stipendio dovrebbe andare a coloro che sono impegnati sul territorio in operazioni di lotta all'illegalità. Possibile che nelle forze dell'ordine non esistono i cosiddetti premi ed incentivi che fanno la differenza di stipendio in seno agli stessi agenti? Quando le risorse sono scarse non generalizziamo l'aumento di paga per tutta la categoria!
Secondo il rapporto dei militari al carabiniere che intimava l'alt, alle due di notte, al conducente del motorino è sfuggito un colpo di pistola e il giovane è deceduto. Decine e decine fra parenti e conoscenti del giovane sono pronti a testimoniare che il carabiniere (ventiduenne ed emozionato) ha puntato l'arma volontariamente ad altezza uomo contro un fanciullo (non ancora diciasettenne) che si trovava in compagnia di un latitante e di un presunto pregiudicato per piccole illegalità. Un ragazzo incensurato si è poi presentato sostenendo che era uno dei tre sul motociclo, ovviamente con tanto di testimoni in assenza dei filmati delle telecamere comunali, anche queste ovviamente fuori uso. L'intero rione è sceso in piazza per chiedere giustizia per la morte del giovane conterraneo, anche coloro che non l'avevano mai visto e conosciuto ma che hanno formato la loro opinione sulla base dei racconti della famiglia e degli amici, la solidarietà non si nega a nessuno.
Tornando a Pitigrilli, da una parte c'è la  charte dall'altra la cattre.