martedì 3 novembre 2015

Colpire la pubblica amministrazione

Ci sono due tipi di criminalità, quella di un soggetto che colpisce il privato cittadino (per gelosia, conseguenza di una lite, furto, rapina, estorsione, rapimento, ecc.) e quella del soggetto che corrompe un dipendente della pubblica amministrazione (bustarella, percentuale, regalie, favori vari) per l'avanzamento di pratiche, insabbiamento, manomissioni, favoritismi, ecc.  Quest'ultimo caso è il più numeroso e genera un danno incalcolabile al Paese, dal punto di vista della moralità o coscienza nazionale ma ancor più per il danno economico sia allo Stato che alla concorrenza fra privati. Senza considerare il vulnus alla legge con perdita di credibilità.
Ma se ci sono dei corruttori questo avviene soprattuto perché sono tante le persone disposte a farsi corrompere, salvo poi lamentarsi di fronte all'insorgenza dei vari scandali. Non per vantarmi, ma per citare esempi concreti: quando ero presidente di una cooperativa edilizia con contratto ancora in corso, sotto capodanno, il titolare della ditta mi annunciò che avrebbe mandato a me e al consiglio d'amministrazione una cassetta di vini; alla risposta di non farlo che l'avrei mandata indietro replicò che tutti gli altri presidenti (ed il cda) che mi avevano preceduto l'avevano sempre accettata! Una signora di Torino che su mio interessamento era riuscita ad avere con celerità la pensione vedovile mi mandò una certa cifra (non ricordo più l'importo) per ringraziamento: aggiunsi un'importo uguale e il totale lo inviai alla vedova attraverso Interflora; nell'ambito torinese del partito il gesto fu oggetto di molti commenti perché la signora lo raccontò a tutti. In sostanza basta rifiutare anche le piccole cose per non essere coinvolti in atti di corruzione.
Accettai invece un cestino di alimentari da un reggiano perché lo conoscevo in quanto fratello di un carissimo amico.