Premetto che sono favorevole ad una legge elettorale che conceda al premier eletto al secondo turno (come in Francia) la maggioranza dei parlamentari, cosa possibile solo con il listone dei parlamentari scelti. Una tale scelta permetterebbe al premier di durare tutta la legislatura e quindi impostare delle fattibili programmazioni stanziate nel tempo, oltre al fatto di evitare le ammucchiate elettorali pronte a sciogliersi dopo le elezioni od a sottostare ai continui ricatti degli alleati di governo che minacciano di far cadere il presidente del consiglio o non far passare la proposta di legge del premier se non si concede loro ciò che vogliono. In effetti un parlamento bipartitico (maggioranza ed opposizione) che si scioglie automaticamente al primo voto di sfiducia.
Però, se vogliamo essere democratici, va salvaguardata anche la presenza in parlamento della minoranza più esigua rispetto alle altre minoranze. Pertanto, mi esprimo con numeri fittizi per farmi capire meglio:
- il Paese è suddiviso in circoscrizioni elettorali ove il rapporto eletto (al parlamento) elettore (cittadino residente) è uguale per ciascuna circoscrizione, abolendo la obbligatorietà della presenza in più circoscrizioni ma presentare le candidature della formazione parlamentare con una soglia di accesso bassa per garantire anche le formazioni politiche piccolissime. Se, ad esempio, a Pordenone c'è un problema e sorge un movimento politico che si presenta alle elezioni è giusto che esso sia rappresentato in parlamento; e questo anche se (sarebbe un auspicio di autentica democrazia!) la maggioranza dell'intera aula parlamentare verrebbe composta da rappresentanti regionali di partitini locali.
- la designazione del premier deve essere immessa nella lista elettorale, ogni formazione politica può presentare il suo candidato o anche il candidato di un'altra lista. Esempio: le formiche di Pordenone vogliono Pippo, quelle di Bari Caio ma quelle di Aosta Pippo che il candidato delle cicale. Il resto che avanza tra i voti necessari per eleggere un rappresentante e i voti che sono avanzati ma non sono stati sufficienti per un secondo eletto o addirittura per il primo non verranno conteggiati in modo da costituire una barriera "naturale" del tetto per le piccole formazioni. Il numero dei deputati non eletti con l'avanzo dei quorum andrebbe attribuito al secondo turno.
- al ballottaggio del secondo turno (come alle comunali) andrebbero solo i due candidati premier più votati che presenterebbero il listone dei nominativi da loro scelti, composto dai non eletti in base agli avanzi del primo turno oltre ad una discreta percentuale prefissata riservata al vincitore del secondo turno (premio di maggioranza). Il sistema dovrebbe garantire quella stabilità e fedeltà richiesta da ogni presidente del consiglio (noi aggiungiamo capacità ed esperienza) a fronte di un parlamento eterogeneo composto da partiti, partitini e rappresentanze locali.
Ma non sono solo questi il motivo del mio no, domani dirò gli altri.