Coloro che ci seguono ricorderanno che da più di trentanni abbiamo evidenziato come negli uffici pubblici, e in prima istanza nei ministeri, non sono i politici (ministri e sottosegretari) che elaborano i decreti legislativi o le ordinanze ma i funzionari del gabinetto e degli uffici studi e legislativi. Il politico può dare delle direttive di massima ma non conoscendo la materia in esame (salvo rare eccezioni) sigla, mettendoci la firma, i provvedimenti che gli vengono presentati. Nascono così leggi apparentemente pasticciate ma che in effetti rispondono agli interessi che i funzionari rappresentano.
Ieri ad Omnibus de LA7 tv il sottosegretario alla difesa Guido Crosetto, a proposito di chi ha fatto la pasticciata manovra in discussione al Senato ha svelato che devesi attribuire al capogabinetto del ministro in quanto nello Stato "comandano" tali funzionari e non i politici. Musica nelle nostre orecchie: è la prima volta che sentiamo un'affermazione simile, per giunta proveniente da un qualificato membro governativo.
Sempre Crosetto, ha sostenuto che in Parlamento ci sono professionisti che con la loro attività privata guadagnano cinquecento volte più dei parlamentari e altri che - è stato fatto notare - è come se avessero vinto alla lotteria, quindi parlamentari inutili che neppure partecipano alle sedute ma incassano lo stipendio e si ritagliano una ricca pensione. Da qui nasce l'esigenza di ridurre, dimezzandoli, senatori e deputati.
Siamo d'accordo ma suggeriremo anche di vietare lo svolgimento di qualsiasi altra professione o attività lavorativa per tutto il mandato elettorale: troppi sono gli avvocati o i manager di aziende che si avvalgono della carica per influire sul corso della giustizia o resettare appalti e sovvenzioni. Inoltre il Senato dovrebbe diventare il luogo tecnico ove si formano i provvedimenti prevedendo congrue rappresentanze sindacali, industriali, associative (del commercio e delle professioni), etc; alla Camera invece dovrebbe spettare il compito, propriamente politico, di vagliare, discutere ed approvare i provvedimenti licenziati dai senatori, oltre a tutta l'altra attività di nomine, controllo ed inquisizione sull'apparato dello Stato.
Con un Senato tecnico, composto da tutte le categorie (la prima idea del genere si deve al fascismo con la Camera delle corporazioni), verrebbero alla luce le varie istanze industriali e professionali che sono fatte giungere attualmente sottobanco ai parlamentari, dalle categorie interessate come emendamenti o proposte. Parlamentari che normalmente sono elargiti in nero da aziende ed associazioni e quindi ricattabili quando non sono espressione diretta dell'ente finanziatore della loro campagna elettorale e della loro segreteria politica.