Il sociologo Lauro Venturi premesso che il debito italiano è di mille e novecento miliardi di euro, cioè poco più di trentamila euro a testa, e che il debito si incrementa ad una velocità tale che le piccole efficienze rilevate dal conto economico non sono nemmeno bastevoli a pagare gli interessi (figurarsi la restituzione del capitale) ha avanzato la seguente proposta: molti italiani, essendo un popolo di risparmiatori, hanno sul loro conto dei risparmi. Per azzerare o dimezzare il debito italiano chi può potrebbe dare al governo, in una unica soluzione o in cinque anni, i risparmi sino ad un tetto di trentamila euro (che ormai non fruttano più lucrosi interessi) in cambio di un consistente beneficio fiscale, ciò che non entra con gli interessi verrebbe largamente compensato da una vistosa detrazione fiscale per cinque anni. Al termine dei quali l'Italia non avrebbe più i conti in rosso e nemmeno bisogno dell'aiuto finanziario dei paesi esteri.
Chi non può versare i trentamila euro o parte di questi verrebbe tassato secondo il vecchio schema con gli eventuali aggravi.
Sembrerebbe una proposta campata in aria ma con le debite correzioni tecniche potrebbe anche attuarsi se l'incentivo per i risparmiatori, di frontre al dilemma lascio i risparmi in banca col rischio del tracollo o mi libero degli adempimenti economici (fisco, inps, ici, imposte comunali, canone rai, bollo auto, ecc.) per cinque anni, risultasse conveniente. Alle aziende e alle categorie economiche senz'altro ma sono loro il motore della ripresa a patto che le banche siano obbligate dal governo ad elargire prestiti finalizzati allo sviluppo. Una proposta che non risolve i problemi ma è un tassello nel quadro generale e libera gli imprenditori dai vari lamentati lacciuoli della pubblica amministrazione che strozzano l'imprenditoria.
Si tratta di mettere in colonna le varie voci di bilancio che una famiglia versa allo Stato e vedere se il totale, moltiplicato per cinque anni, risulta più o meno conveniente rispetto alla tenuta del capitale e degli interessi dei risparmi. In fondo trattasi di una partita di giro o meglio di una obbligazione (o prestito) a fronte di benefici.