Secondo lo schema (disegno in alto) pubblicato su Demodossalogia ed opinione pubblica, edizioni Sidd 1998, dopo un energico rinnovamento - causato dalle conseguenze di una guerra o da una catastrofe ambientale - che manda a casa le oligarchie o le dittature si genera un periodo di scetticismo e relativismo con positivi riflessi sulla conduzione democratica. Con il passare del tempo la democrazia si sbriciola in fazioni creando il cesarismo che è l'anticamera delle dittature predicate da leader carismatici o messianici sino al ritorno di regimi assolutistici. Il passaggio dall'una all'altra fase può essere più o meno veloce, intervallato da cicli di maturazione con forme e ideologie attinenti all'epoca sociale e tecnologica.
Se ripercorriamo la nostra storia, dalla caduta del fascismo ad oggi, possiamo constatare che la democrazia parlamentare, specie in questi ultimi vent'anni, è sfociata in oligarchie politiche ed economiche in guerra tra loro e all'interno degli stessi schieramenti. Oggi possiamo dire di essere nell'anticamera delle dittature.
Nella grande manifestazione di piazza di sabato scorso a Roma si è visto un gigantesco palco (assimilabile alle scenografie dell'antica Roma imperiale e alle adunate naziste) per il nuovo Cesare o Dux e, in effetti, gli atteggiamenti, le pause, le frasi corte, il tono di voce di Silvio Berlusconi e l'intera coreografia hanno imitato i discorsi dal balcone di Benito Mussolini.
Ma non è il solo segnale: i parlamentari del Movimento Cinque Stelle si comportano disciplinatamente e concordemente come un manipolo settario che risponde solo alle istruzioni impartite dal capo Beppe Grillo, che dichiara di voler abbattere il sistema (democratico e parlamentare) per un qualcosa di nuovo ancora non bene definito.
Nel frattempo Pier Luigi Bersani, in assenza di interlocutori, con un'abile mossa, piazza due personaggi (sinora estranei alla politica partitica) alle presidenze di Camera e Senato e tenta di insediarsi a palazzo Chigi.
Ad eccezione di un centinaio di parlamentari del Pd tutti gli altri non sono stati eletti dalla volontà popolare ma scelti dalle oligarchie di partito, anche questo è un segnale che va verso una sola guida. Tutto tende al pensiero unico, dall'abbraccio universale delle religioni auspicato da papa Francesco alla conventicola mondiale dei massoni, per giungere - attraverso i mass-media - al popolo che plaude e segue sempre coloro che parlano con enfasi dal palazzo.
L'unica nota positiva sono i giovani che, seppure scelti dai capi, hanno una loro testa e soprattutto un'esperienza di vita (e di futuro) diversa dalle generazioni precedenti.