Dopo la decadenza da senatore Silvio Berlusconi ha iniziato una forsennata campagna elettorale con convegni, adunate, interviste e mobilitazione degli attivisti della nuova Forza Italia nella convinzione di poter tornare alle urne per il rinnovo del parlamento, nel prossimo maggio insieme alla chiamata per le elezioni europee. Se riuscirà nell'intento di votare nella primavera del 2014 avrà vinto ma se il governo di Enrico Letta sopravviverà agli attacchi mediatici e di piazza arrivando sino al 2015 Berlusconi patirà una cocente sconfitta. La gente è esasperata (vedasi il popolo dei forconi e il successo di Beppe Grillo) vuole subito dei segnali di cambiamento (la vittoria di Matteo Renzi) e non resisterà ad una lunga campagna di pressione mediatica e populista poichè - da sempre - le campagne elettorali agiscono sulle emozioni del momento che non possono divenire croniche. Ben diversa è la capacità dell'opinione pubblica di lenta condivisione attraverso i giornali, amplificata dalla tv, di istanze e prospettive razionali che - al momento del voto - scelgono il movimento più attinente alle aspettative personali.
I dieci milioni di votanti (vedasi il post del 5 scorso) essendo suggestionabili poichè si basano su impressioni emotive del momento cambiano opinioni e leader con facilità, essendo alla ricerca di un salvatore carismatico; quindi sono raggruppamenti molto frastagliati e in eterno movimento verso mete intercambiabili e non definite (basate più sugli slogan che sui programmi). Un popolo che si pone in attesa entro un breve arco temporale.