domenica 6 aprile 2014

Ipotesi demodoxalogiche

Qualsiasi ricerca per avere un fondamento di scientificità deve partire da presupposti verificabili attraverso sperimentazioni o comparazioni ripetitive. Anche sul piano sociologico, nonostante l'imprevedibilità insita nella natura umana, occorrono paletti ed ipotesi plausibili. Gli studiosi che si riuniscono in seno alla Sidd per aggiornare la disciplina demodoxalogica ai tempi correnti convergono sull'approfondimento di due tematiche.
- I movimenti dell'opinione pubblica riflettono l'interazione territorio-popolazione-risorse presente in quel determinato periodo di tempo e spazio, che si evidenzia attraverso gli stereotipi, la tecnologia e la cultura  dell'epoca. L'umanità (collettivamente e singolarmente) risponde a due stimoli principali, uno teso a risolvere i problemi quotidiani della vita (materialità) e l'altro a cercare le risposte alle angosce quotidiane (metafisica). Nell'era agricola il sostentamento veniva dalla terra, quindi chini verso il basso, e la speranza dagli dei ipotizzati nel cielo; nell'era industriale con la catena di montaggio lo sguardo si è alzato incrociando il compagno di lavoro per cui la soluzione alle angosce è passata dal cielo alla società (lotte operaie, partiti, ecc.); nell'attuale post-industriale, che stiamo vivendo, l'uomo - sentendosi tecnologicamente padrone dell'universo - cerca all'interno di se stesso l'appagamento che una volta ipotizzava come dono degli dei o conquista della collettività, quindi stiamo andando verso una società sempre più edonistica convinta di avere in sè le capacità di appagamento sia materiale che metafisico (aumento delle sette, minore interesse verso le religioni tradizionali, la politica e le istituzioni, ecc.).
- I fenomeni collettivi si espandono per imitazione e suggestione non solo attraverso gli strumenti di comunicazione e gli stereotipi (uno in funzione dell'altro) ma anche - e soprattutto - attraverso gli impulsi dei neuroni; infatti secondo recenti studi neurologici il nostro cervello (equivalente ad un computer) si connette con gli altri attraverso due vie: una per eredità familiare o etnica (dna) e l'altra mediante frequenze che dialogano con i neuroni altrui raggiungibili nei paraggi. Codesta moltitudine di neuroni si trasmette informazioni a nostra insaputa, le elabora e le ritrasmette intorno a se (nascita delle idee) creando i comportamenti collettivi che nascono da convinzioni che crediamo partorite dal nostro cervello mentre non sono altro che l'elaborazione collettiva di un nucleo di neuroni che hanno dialogato tra loro.
C'è un campo ancora aperto tutto da indagare a proposito di formazione dell'opinione pubblica, forse ci avevano indovinato Gustave Le Bon  e Gabriel Tarde (nel secolo XIX) con l'ipotesi de "il contagio delle idee"