martedì 22 luglio 2014

Quale lavoro?

Il sociologo del lavoro Domenico De Masi sostiene che l'occupazione non potrà mai essere incrementata mediante decreti legislativi in quanto il lavoro dipende dall'andamento del mercato. Inoltre l'ammontare delle ore di lavoro, se diamo uno sguardo dal tempo degli antichi romani a oggi, diminuisce progressivamente e questo fenomeno sarà maggiormente avvertito negli anni a venire poiché la tecnologia espelle mano d'opera, sostituita da macchine che svolgono il lavoro degli operai con minor costo, maggiore qualità del prodotto e maggiore velocità di produzione.  
Per il docente la suddivisione moderna del lavoro si fonda su tre pilastri:
- il lavoro subordinato della mano d'opera non qualificata nel settore della manifattura e dei servizi
- il lavoro intellettuale dei dirigenti e degli autonomi che attuano pianificazioni dibattute
- il lavoro intellettuale creativo dei ricercatori, professionisti, imprenditori, consulenti, piccole imprese manifatturiere o di servizi.
Dal che si deduce che il lavoro del futuro non potrà essere garantito dallo stato ma dipenderà dall'iniziativa personale, dal mettersi continuamente in gioco, da un permanente aggiornamento professionale e da un percorso di studi superiore. Come dicevamo il 17 scorso in Nani & giganti  tante piccole imprese in una rete di monadi.
Di conseguenza le politiche governative dovrebbero prevedere una consistente diminuzione delle ore di lavoro settimanali per allargare i posti disponibili e andare verso una facilitazione creditizia e fiscale per le cooperative, la piccola impresa e la ricerca, oltre al sostegno massiccio per l'aggiornamento continuo ed una riforma della scuola e dell'università finalizzata a creare una cultura atta a far fronte all'imprevisto e alla interelazione territorio-popolazione-risorse, temi affrontati dai demodoxaloghi della Sidd sin dagli anni '70 dello scorso secolo.