giovedì 3 luglio 2014

Scandali, politica e ...

- Sono le troppe norme che consentono l'evasione attraverso i sottili distinguo e i molteplici passaggi da una competenza all'altra, in aggiunta ad una classe dirigente senza valori morali e sociali. Per ridimensionare la corruzione nelle opere pubbliche basterebbe un elenco nazionale delle aziende abilitate a concorrere negli appalti pubblici, suddiviso per importi di capitale a garanzia, in modo che le aziende egemoni non possano concorrere nei piccoli appalti e quelle piccole non possano imbarcarsi in opere più grandi per la loro dimensione. Un elenco che dovrebbe essere continuamente sottoposto a controlli preventivi fiscali e della magistratura a prescindere dai bandi di gara con possibilità di radiare provvisoriamente o definitivamente l'azienda dagli appalti. Inoltre dovrebbe essere fatto divieto di sub-appalto. Non si eliminerebbe la corruzione ma si sfoltirebbero le miriadi di passaggi (legislativi, regionali, comunali, etc.) incidendo in modo semplice e veloce sulla realizzazione delle opere pubbliche.
 
- Da noi la giustizia, specie nel diritto civile, non funziona. Il magistrato dovrebbe essere estratto a sorte, secondo i rami di competenza, negli affidamenti delle cause che, a loro volta, non dovrebbero avere più di due gradi di giudizio. Iniziato un procedimento (civile) il giudice non dovrebbe essere spostato, promosso, revocato o pensionato sino alla conclusione. Il numero dei testimoni dovrebbe essere limitato e stabilito nella prima convocazione. Non sono norme da bacchetta magica ma tendenti alla giustizia secondo verità e accelerazione delle cause. Nel diritto penale, fra le tante cose da riformare, bisognerebbe abolire la prescrizione per tutti i reati (compresi i finanziari) in modo da non garantire l'impunità (e quindi la sicurezza di farla franca) attraverso i molteplici cavilli e le scappatoie nelle pieghe della legislatura.
 
- Stiamo andando verso la riforma del Senato o verso un carrozzone ove si sistemeranno i maneggioni della politica? Un Senato ridotto ha il suo scopo se rappresenta una specie di camera consultiva delle corporazioni, cioè se esprime giudizi su proposte in corso e se indica percorsi da attuare. Il nuovo Senato dovrebbe essere l'antidoto alle lobbies burocratiche, economiche, sindacali e regionali: tutte espressioni della cosiddetta società civile che normalmente intervengono discretamente sui singoli parlamentari e i gruppi politici per proporre e sollecitare nuove norme di legge o abrogare qualcuna delle esistenti. E' da questi incontri riservati che nascono quei rapporti che poi portano a favoritismi illeciti basati sull'intreccio fra politici e affaristi!

- Il prof. Luciano Hinna, che è stato consulente di molti presidenti del consiglio dei ministri, nella trasmissione di Omnibus de La7tv del 22 giugno scorso ha detto che nelle riunioni dei ministri si discutono e approvano le linee generali dei provvedimenti di legge che poi sono demandati, per la stesura e l'applicazione, ai capigabinetto dei ministeri e ai direttori generali (oltre alla ragioneria dello Stato). Orbene sono costoro la vera casta dell'immobilismo "per interessi personali" o di corporazione in quanto modificano a loro piacimento, con sapienti ritocchi, le direttive politiche anche attraverso regolamenti attuativi e ritardi nell'emanazione delle norme. Coloro che ci seguono da anni sanno che a proposito di riforma della pubblica amministrazione abbiamo sempre indicato (per esperienza vissuta) nelle confraternite dei gabinetti ministeriali il vero potere statale e non nelle persone dei ministri di passaggio.

Domani: Non è sufficiente una buona legge elettorale.