martedì 21 ottobre 2014

Le nomine politiche

Il partito democratico ha accusato un calo di circa quattrocentomila iscritti, gli altri partiti (lega esclusa) a mala pena raggiungono i cinquantamila iscritti. In queste condizioni è impossibile tenere in piedi le classiche sezioni di partito, sorte all'inizio come luogo di discussione ed elaborazione politica. Sezioni che erano punti di riferimento non solo per gli iscritti al partito: a Torino, negli anni '60 dello scorso secolo, il partito liberale manteneva nella zona del Lingotto (il quartiere operaio della Fiat) una sede di riferimento, più per prestigio che per effettiva richiesta, ove ogni giorno un pensionato della zona andava a leggersi il giornale; in occasione delle elezioni politiche nazionali nessun dirigente del partito liberale volle accettare la candidatura a senatore di quel collegio elettorale, pertanto la offrirono (per non avere un buco) al pensionato che andava in sezione a leggersi i giornali. Orbene con grande meraviglia del partito il pensionato (completamente digiuno di politica) riuscì eletto come senatore, a dimostrazione dell'utilità delle sezioni specie al momento delle votazioni.
Guardiamo infatti all'odierna utilità politica dei gazebo messi in piedi dai partiti e in modo particolare dal Pd in occasione delle primarie per la scelta del capopartito. Ma tenere in piedi dei luoghi di ritrovo politico o culturale è costoso (affitti, manutenzione, ecc.) e oltretutto richiede la presenza permanente ed effettiva di uno o più responsabili (i dirigenti della sezione) che non possono dedicare il loro tempo al partito se non remunerati (direttamente o indirettamente) per le loro prestazioni. Ecco allora le nomine nei consigli d'amministrazione delle Asl, degli ospedali, dei comitati provinciali dell'inps, nelle varie aziende municipalizzate ed i contratti di collaborazione; ovviamente personale pagato con i soldi pubblici ma che non svolge le sue mansioni, sia perché incompetente e sia perché è pagato per badare alla sezione del partito e non all'azienda che lo paga.
Nomine politiche che sono un danno per il Paese: contribuiscono con lauti appannaggi al deficit aziendale, bloccano con l'autorità politica di cui sono rivestiti i contributi seri dei veri amministratori, perpetuano la vecchia politica basata sulle sezioni, i favoritismi, l'interesse di parte.
Ma tra l'opinione pubblica qualcosa sta cambiando, vedi il calo generalizzato degli iscritti, l'affluenza ai gazebo, il ritorno alle piazze, la predilezione per i movimenti. Il concetto di partito come struttura ideologica di classe è superato oggi siamo ai movimenti per raggiungere delle mete, che si uniscono o sciolgono a seconda degli interessi momentanei. Di ancorato al passato c'è un solo partito: il Pd ma è in fase di travaglio.