lunedì 13 aprile 2015

La corruzione non esiste

Pur non essendo come il giureconsulto romano Marco Tullio Cicerone cercherò di dimostrare che la corruzione (almeno in Italia) non esiste. La corruzione, secondo il dizionario Devoto-Oli, è una degenerazione, un inquinamento, un totale abbandono ... della dignità [...] spirituale e morale. La spiritualità (che non si vede, non si sente, non ha odore o sapore) è una concezione interna all'anima umana che ognuno valuta a modo suo entro lo schema degli insegnamenti ricevuti (per otto anni nella scuola elementare e media inferiore oltre che nel corso della vita con le frequentazioni parrocchiali). Lo stesso può dirsi della morale, essendo astrazioni filosofiche ogni disciplina religiosa (cristiana, musulmana, ebraica, ecc.) può confezionarla e tramandarla a seconda dei tempi, dei luoghi e dei gradi di civiltà in cui si trovano i fedeli o adepti.
Mi spiego con qualche esempio tratto dal vivere quotidiano delle ultime settimane. Una setta musulmana ha abbattuto le vestigia archeologiche in quanto simboli di una fede deviata, cioè non corrispondente agli odierni dettami di un autoproclamato  nuovo Ayatollah (l'equivalente del papa o del capo dei rabbini); un altro gruppo ha decapitato coloro che non appartenevano alla loro fede religiosa mentre dei kamikaze si sono fatti saltare in aria insieme agli infedeli, così come fece il biblico Sansone che morì con tutti i filistei. A proposito: ora gli infedeli sono i cristiani, qualche secolo fa erano i musulmani; tant'è che qualche papa si fece promotore delle crociate per liberare il santo Sepolcro dagli infedeli.
In fatto di fede politica o religiosa, ed anche culturale, è difficile sostenere un confronto in quanto sono discussioni basate su opinioni, cioè sull'evanescenza delle parole non suffragate da sperimentazioni materiali o riscontri oggettivi; diceva il sindacalista Pierre Carniti che la politica altro non è  che "chiacchierificio"! Sia le religioni che i partiti promettono scenari meravigliosi di beatitudine (spirituale o corporea) nel futuro: in paradiso o quando andrà al governo il partito, oppure con la realizzazione del prossimo governo, e così via. L'economia del paese migliorerà, la sanità sarà un modello che gli altri ci invidieranno; in qualche paradiso il fedele verrà ricompensato con dieci giovani vergini (evidentemente gli adepti o sono assatanati di sesso o in terra, nonostante le dicerie e le apparenze, sono stati tenuti dalle quattro mogli al guinzaglio!).
Ha raccontato lo scrittore del novecento Pitigrilli che due gentiluomini si batterono in duello per difendere la supremazia culturale del loro autore preferito: Petrarca contro Torquato Tasso, esalando l'ultimo respiro il perdente confessò di non aver mai letto l'autore per il quale si era battuto; potenza della cultura, che ci fa disquisire su argomenti che non conosciamo o elogiare quadri, cantanti, scrittori, filosofi e "maestri" in genere pur non avendoli studiati o capiti!
La corruzione fa perdere la dignità ha detto papa Francesco, possiamo pertanto immaginare quanto siano avviliti i vari inquisiti dalle procure per la perdita della dignità ma in presenza di un portafoglio gonfio e ben collocato in qualche paradiso fiscale! La dignità si perde quando gli altri ti sbeffeggiano o vai nelle prime pagine dei giornali o nei tg. Fanno bene quei personaggi che querelano giornalisti e organi d'informazione: per un orologetto o qualche bottiglia di vino. Per una vacanza ad Ischia o nel privè di un resort non si può accusare il privilegiato di aver commesso un atto di corruzione: trattasi di normali omaggi che ciascuno di noi riceve nella sua vita, evidentemente commisurati all'importanza o all'affetto che alberga nei nostri fans. Scagli la prima pietra colui che in vita sua non ha mai omaggiato qualcuno: la maestra del figlio, la suocera, il portiere, l'amico, la fidanzatina, il capufficio, l'uscere del comune, il geometra dell'ufficio tecnico comunale, il vigile urbano, l'infermiere dell'ospedale, ecc. e non ditemi che lo avete fatto per ottenere qualcosa di più in cambio di quello che altro non era che il loro normale lavoro: l'esame di una pratica, il migliore insegnamento possibile, il mantenimento di relazioni più che civili ... forse solo dalla fidanzatina ... ci si sarebbe aspettati  un corrispettivo più gradito.
La corruzione è disdicevole solo quando è commessa da pochi rispetto al resto della popolazione ma quando diventa prassi quotidiana per agevolare la vita o le relazioni sociali ed - in misura più o meno sostanziosa (corrispondente alle attese di ritorno)  - è praticata da tutti non è corruzione ma adeguamento agli stereotipi del tempo e del luogo.  La corruzione si riferisce a qualcosa che va controcorrente, ad un'azione straordinaria, ad una deviazione dai normali canoni di vita ma quando i canoni sono, in misura più o meno marcata o visibile, applicati da tutti ove è la deviazione? C'è solo la normalità, i corrotti sono quelli che rimestano il fango per cercare la pagliuzza onde screditare l'amico-nemico o il concorrente all'appalto!