lunedì 2 novembre 2015

Opinioni in libertà

- Dando per accettabile che Ignazio Marino sia una persona onesta non è adatto politicamente a fare il sindaco di una città complessa come Roma: si è fidato e affidato a personaggi discutibili intervenendo con lentezza o, peggio, facendosi trovare lontano nei momenti cruciali, esagerando o minimizzando le varie situazioni politico-amministrative. Per governare la città di Roma occorre un sindaco appoggiato dalle varie cosche alleate tra loro oppure un combattente disposto a scendere nella mischia. Quando è sceso in campo Matteo Renzi per risposta ha fatto dimettere 26 democratici di sinistra innestando l'arrivo del commissario senza passare per il dibattito in aula. Con l'ingente massa di denaro che circolerà per i lavori connesssi al giubileo le vicende politiche di Roma capitale (e il mancato dibattito) fanno ipotizzare che anche la cosca degli indagati abbia voluto giocare un suo ruolo.

- Con la sceneggiata del funerale il clan Casamonica ha lanciato un messaggio chiaro: le organizzazioni malavitose della capitale sono quelle che comandano nel territorio al di sopra dei politici e delle istituzioni. Migliaia di cittadini campano in conseguenza dei loro traffici e un numero infinito di amministratori pubblici e forze dell'ordine o istituzionali arrotondano i magri stipendi dello stato con la liberalità delle cosche  in cambio di qualche servizio.

- Il malaffare è nella pubblica amministrazione. Da una parte ci sono i corruttori: i privati che chiedono alle istituzioni favoritismi o illeciti. Dall'altra i dipendenti pubblici che si fanno corrompere per agevolare i corruttori nelle loro richieste. Per ridurre l'illegalità basterebbe attuare una seria riforma dello Stato attraverso la rotazione negli incarichi, la licenziabilità in tronco senza attendere le sentenze, la tracciabilità delle pratiche, l'abolizione della prescrizione e della privacy (almeno per quanto riguarda gli atti amministrativi).

Sull'agenzia online Informatore Economico Sociale (www.demodossalogia.it), diretta da Francesco Bergamo, del 30 ottobre scorso un'interessante ipotesi sulle aree di crisi.