martedì 10 novembre 2015

Quello che sò sulla corruzione

Negli anni '70 dello scorso secolo era normale, specie nei piccoli comuni, che una tipografia stampasse gratuitamente manifesti, volantini e bigliettini per uno o più candidati dei partiti probabili vincitori nella speranza di avere poi qualche commessa comunale nelle affissioni istituzionali. Ma era una regalia non corruzione.
Cosi come era un atto di amicizia, da parte di imprenditori edili, eseguire gratuitamente dei lavori in casa di papabili assessori o parlamentari; dopo trent'anni passammo al regalo di attici ma sempre senza scopi illeciti. Un centro studi, forse non avendo altro, omaggiava i politici associati con luoghi (oggi resort) di vacanza in compagnia di quelle che poi, con la moda, divennero "igieniste dentali" (che in effetti, stante ai racconti, qualcosa con la bocca si industriavano a fare).
Quotidianamente associazioni e confederazioni "consigliavano" i loro presidenti o parlamentari di riferimento su come comportarsi in vista di leggi in corso di esame a proposito di emendamenti o comma da aggiungere o cancellare; il consiglio altro non era che un contributo di "idee" che si aggiungeva ad auto con autista, ufficio, segreteria, ecc. dovuti per il ruolo ricoperto nell'associazione. Quindi normale scambio d'opinioni.
Un giovane che si dava molto da fare nell'organizzare manifestazioni estremiste, qualche volta finite anche con pestaggi, divenuto sindaco ebbe molte visite da parte degli ex manifestanti che reclamarono la loro parte di soddisfazione. Corruzione?