lunedì 18 gennaio 2016

I leader d'opinione

Il noto giornalista Claudio Velardi (già dirigente di uffici stampa di ministri) nella trasmissione di venerdì scorso di Omnibusla7 ha sostenuto che i sondaggi non possono indicare con certezza chi sarà il vincitore di una competizione (politica) ma indicare la tendenza dell'opinione pubblica (o sociale come sostiene Mascia Ferri) verso quel partito o candidato.  Il cosiddetto trend.
Proprio quello che si ottiene con l'inde (indagine demodoxalogica) che non è un sondaggio campionario ma una indagine tramite colloqui con campioni scelti in base ai criteri demodoxalogici. I campioni possono essere di due tipi, uno è rappresentato da persone portatrici di un'autorevolezza in seno ad un gruppo che si riconosce tale per l'affinità di valori, bisogni, comportamenti, cultura, posizione sociale, ecc. L'altro tipo di campione è dato dallo strumento (libro, giornale, prodotto artistico, partito o ideologia religiosa, ecc,) su cui convergono gli utenti di quello strumento. Facciamo degli esempi:
Il numero delle copie vendute indica la popolarità dell'autore del libro o la fidelizzazione dei lettori di una testata giornalistica; in entrambi i casi ci danno la tendenza-convergenza tra strumento e usufruitore oppure il discostamento, nel tempo, tra una rilevazione e l'altra; cioè il trend (la tendenza) indicato da Velardi.
Il colloquio con il leader di un gruppo ci fornisce l'opinione di quel determinato pubblico nella presunzione che il pubblico si riconosce nel capo in quanto portatore del sentimento del gruppo stesso.
Nella demodoxalogia c'è una ricca documentazione sulla differenziazione dei vari pubblici (obiettivi, soggettivi, virtuali ed i loro incroci) e sul loro differente peso nella partecipazione e creazione degli eventi sociali. Così come distinguiamo tra pubblico (quale pubblico), folla, opinione pubblica e opinione sociale.
In un modo più o meno ampio ogni pubblico ha qualcosa in comune, non solo tra gli appartenenti al gruppo ma anche tra i vari pubblici fra loro (oggettivi, soggettivi, virtuali): la suggestione e l'imitazione (vedasi in proposito Gustave Le Bon e Gabriel Tarde).
La società vive di stereotipi e ogni gruppo sociale (o pubblico) ha i suoi particolari valori e bisogni che possono essere affini a quelli di altri gruppi o dell'intera società ma mai uguali, per modalità, spazio, tempo. I leader dei gruppi (politici, sociali, culturali, ecc.) sono al contempo formatori ed informatori del gruppo che rappresentano in quanto con il loro comportamento influenzano quel particolare pubblico che si fa una opinione ma si compenetrano anche nell'opinione di quel pubblico (oggettivo, soggettivo, virtuale) senza il quale non sarebbero dei leader.
La suggestione e l'imitazione spingono gli esseri umani ad un comportamento che li rende simili: nei gruppi sociali (i vari pubblici) sviluppa la cosiddetta opinione pubblica (quindi manifesta) di quel determinato pubblico; nell'insieme della società alla formazione degli stereotipi (il comportamento o sentimento sociale).
Per capire l'importanza (e la forza) della suggestione e dell'imitazione proponiamo due esempi constatabili giornalmente: ad un crocevia il semaforo è rosso ma non passa nessuno: un automobilista passa stanco di attendere: sarà subito imitato da qualche altro. Secondo uno studio del sociologo-demodoxalogo Roberto Canali il numero dei suicidi dalla Torre Eifel aumentava in proporzione alla divulgazione data dai mass-media. In molti casi riusciamo a capire la regione di nascita di una persona dall'accento o dal parlato oppure la lunga permanenza in Usa o Gran Bretagna proprio dalla fonia, un'acquisizione dovuta alla permanenza o nascita in quel territorio: un'imitazione spontanea che si acquisisce sin dai primi mesi di nascita.

(4- continua)