giovedì 28 gennaio 2016

Supposizioni da monitorare

Estrapolando alcune frasi o aggettivi dal contesto dai vari dibattiti televisivi, dalle aule parlamentari e dagli editoriali giornalistici affiora una tendenza tutta da verificare: c'è una linea di pensiero (ed azione) che dopo aver visto lo sbriciolamento di Forza Italia, che dal 40 è scesa al 20% dei consensi, ora si rivolge verso il Pd (approfittando dei fermenti interni) con allontanamenti, scissioni e difficoltà varie.
Che a monte di tutto questo ci sia una regia? Appiattire i due partiti per poi rilanciarli unificati alle nuove sigle, nel frattempo emerse, ed a quelle forze politiche che fanno capo a industriali e finanzieri per ritornare al dualismo della prima repubblica, tanto comodo alle confederazioni del lavoro e dell'imprenditoria?
Se l'oggetto di una prima indagine è verificare l'ipotesi di una tendenza non casuale tesa a ridimensionare il Pd e Forza Italia il soggetto da monitorare sarebbero i legami (economici, culturali, ambientali) esistenti (visibili o non visibili) tra i vari soggetti che compiono le azioni. I due partiti sono i convenuti sui quali ricade l'azione demolitrice.
In entrambi gli schieramenti ci sono linee di tendenza che uniscono i soggetti in tema di emigrazione o omosessualità, provenienza dalla ex Dc, appartenenza sindacale, frattale elettorale, legami di confraternita, ecc. Ma la domanda è: c'è una regia occulta in questi movimenti, chi potrebbe giovarsene? 
E' intuitivo che uno o più soggetti alleati fra loro non distruggono qualcosa se non hanno un piano per sostituirla con qualcos'altro. Un progetto che i convenuti attueranno convinti della sua bontà e che sia scaturito dalle loro idee. Quindi c'è una manona da cui è partito il tutto.
Dato che le idee maturano col tempo solo alla fine dell'anno o ancor meglio nel 2017 potremo verificare se c'è un disegno per ritornare alla prima repubblica. Per ora possiamo misurare se esiste una tendenza in tal senso e, eventualmente, cercare altre ipotesi.
(8 - continua)