lunedì 5 settembre 2016

Vedere l'invisibile

Confrontando le dichiarazioni dello scorso anno del premier Matteo Renzi con quelle più o meno recenti possiamo osservare che dalla modalità trionfalistica e ottimistica si è passati alla formula delle enunciazioni dubitative e fiduciose. 
Anche il neo sindaco di Roma, la signora Virginia Raggi, sta vivendo sulla pelle un mutamento di atteggiamento nei confronti dell'amministrazione pubblica di una metropoli, lo dimostrato le dimissioni dei nuovi nominati e la difficoltà di organizzare una giunta coesa.
Ambedue credevano di potercela fare, ma non è così. Ognuno di noi, anche su questioni di cui è completamente digiuno, ama dare consigli e indicare soluzioni che a suo parere sembrano facili e possibili in quanto da esterni siamo tutti bravi a dire come si fa; prendiamo ad esempio i tifosi di una squadra di calcio, tutti si sentirebbero in grado di occupare il posto di allenatore, così come tutti pensano che se fossero il sindaco saprebbero amministrare la città meglio degli altri.
Il fatto è che - e la natura ce lo insegna come sosteneva Toddi - le cose sono diverse da come le vediamo, basta mutare l'angolatura dello sguardo per scoprire dettagli prima invisibili ma che si vanno ad incastrare con altri parametri sia conosciuti che ancora sconosciuti. Figuriamoci come possa essere l'intreccio nelle pubbliche amministrazioni tra clientele, carriere, collocazioni ideologiche e affaristiche, ecc. Se si smuove un punto marcio o non funzionante è come rompere un nido di vespe, le varie cupole smetteranno di farsi la lotta per coagularsi contro l'ingerenza dell'intruso che viene a scoperchiare il nido.
Ecco perché quando si ha a che fare con la pubblica amministrazione occorre qualcuno che l'abbia vissuta e non giovani di belle speranze ma scarsa esperienza. Occorre sempre vedere dietro o l'invisibile prima di agire.