lunedì 12 marzo 2012

La lezione delle primarie

Il Partito Democratico sinora ha svolto 23 consultazioni primarie per scegliere i candidati a sindaco delle città. Ad eccezione di Torino e Bologna, nei capoluoghi di regione ove si è votato il candidato scelto dalla direzione del partito è stato battuto, il risultato - come ogni evento - deve pur avere un suo significato. Alla lunga serie di sconfitte si è aggiunto il dato di Palermo: su circa trentamila cittadini che si sono recati ai gazebo per manifestare la loro preferenza, Rita Borsellino il nome proposto dalla direzione ed appoggiato da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro ha raccolto appena un terzo dei voti (1 ogni 3 votanti), eppure la sorella del magistrato assassinato dalla mafia in combutta, si dice, con i servizi segreti, è una persona di tutto rispetto. E anche attivamente e notoriamente impegnata nella società civile di sinistra. Ha invece vinto un giovane impiegato di banca (Fabrizio Ferrandelli) appoggiato dal sindaco uscente con poco più di 9 mila voti e qualche centinaio di scarto sulla concorrente Borsellino. Gli altri voti sono andati a Davide Faraone (l'unico iscritto al Pd) e Antonella Monastra. Collegando il voto di Palermo con gli altri precedenti possiamo ora esser certi di una cosa: i potenziali elettori del Pd rifiutano i candidati espressi dai notabili romani del partito per scegliere personaggi locali nuovi. E' un rifiuto in blocco della dirigenza nazionale del partito, l'indicazione: andatevene a casa vogliamo facce nuove! La conferma viene dai vincitori di Torino e Bologna, due candidati ufficiali del partito ma anche due personaggi locali che hanno ben distinto il mestiere di sindaco da quello di dirigente nazionale.
Il popolo della sinistra vuole aria ed idee nuove, preferisce Mario Monti alla gerarchia partitica che per decenni ha promesso un futuro migliore con le ricette di sinistra non accorgendosi che ormai sono superate dalla globalizzazione e dalla società post-industriale. Il popolo di sinistra, eccetto le frange estreme che escono dal partito, sta diventanto di destra in quanto ora pensa a riempire la propria pancia stanco di attendere i benefici di una rivoluzione annunciata da un secolo e portatrice, ove applicata, di miseria e dittature (Urss, ecc.). Un detto popolare diceva "Francia o Spagna basta che se magna!" l'odierno equivalente: destra o sinistra purchè il sindaco sia una faccia nuova, salvo poi a rimpiangere la vecchia politica. Ma almeno ci hanno provato.