giovedì 19 aprile 2012

Controluce

L'onorevole Emanuela Dal Lago della Lega ha detto il 15 scorso nella trasmissione televisiva Omnibus de LA7 tv che nelle commissioni parlamentari passano tante di quelle cose che ai cittadini non si fanno sapere. Occorre pertanto, aggiungono i demodoxaloghi, che gli italiani si abituino a vedere in controluce la politica, come negli esempi che seguono.

Sull'ultimo numero della rivista cultural-politica Formiche, diretta dal consulente del governo Paolo Messa,  una intervista ad un esponente dell'Udc fa intravedere il pensiero di PierFerdinando Casini: la fondazione di una nuova formazione politica destinata ad assumere la guida dell'Italia, molto probabilmente - secondo la Sidd - con l'ingresso di Luca di Montezemolo, pezzi dell'attuale governo Monti, del Pdl e frange cattoliche del Pd.

Il presidente del Consiglio Mario Monti ancora si presenta come capo di un governo tecnico ma gli incontri che ha con il triunvirato A-B-C  per concordare la blindatura ed approvazione delle leggi che presenta in Parlamento sono - di fatto - accordi con le forze parlamentari che lo sostengono e quindi un vero e proprio governo politico, al di là delle giustificazioni di parte imputate alla necessità della situazione.

La tassa patrimoniale è una imposta sui beni posseduti, cioè sulla ricchezza delle persone. Nell'Imu (imposta municipale unica) una buona percentuale è composta dalla tassazione sulle case, con il ripristino dell'ex Ici sulla prima abitazione; è quindi una tassa sul patrimonio. Ma perchè quando la sinistra propone di tassare i grandi patrimoni con un prelievo straordinario, come avvenuto per i pensionati e per redditi superiori a poco più di mille euro, ciò non è possibile? Un piccolo appartamento o una villa non sono entrambi patrimoni immobiliari? Che dire poi delle rendite milionarie?

Tutte le forze politiche sostengono che il deficit statale si annidi nella pubblica amministrazione. Quindi i ministeriali, che gestiscono i soldi dello stato, sono dei cattivi amministratori perchè non sanno gestire il denaro pubblico.  Ma anche i partiti ricevendo il sostentamento pubblico mascherato come rimborsi amministrano il denaro dello stato e quindi - anche loro stando alle cronache quotidiane - sono dei cattivi amministratori che però criticano i ministeriali, spesso da loro nominati ai vertici della cosa pubblica.

C'è stato un gran polverone sull'art. 18 dello statuto dei lavoratori, con arroccamenti di principio. Eppure i casi relativi al predetto articolo, hanno concordato partiti e sindacati, sono intorno al migliaio con una cinquantina di ricorsi al giudice. Perchè allora tanto accanimento? I datori di lavoro vogliono liberarsi di quei lavoratori che, sul posto di lavoro, quotidianamente mogugnano e insinuano nei colleghi di lavoro un animus di disaffezione all'azienda e continue rivendicazioni. I sindacati difendono i mille sindacalisti che in azienda incitano i colleghi alle continue rivendicazioni salariali e normative, creando un conseguente calo di laboriosità e disaffezione aziendale. Quindi difesa delle logiche di parte e non un accordo nell'interesse generale di milioni di lavoratori.

Domani: la nuova politica