venerdì 27 aprile 2012

Ambiente e neuroscienza

L'ultima frontiera della neuroscienza ha lanciato l'immagine dei "neuroni a specchio". Una scoperta scientifica che sta avendo un grande successo nel campo della neurologia e psicopedagogia. In estrema sintesi, non sapendone di più in quanto la tesi è ancora poco divulgata fuori dall'ambito della neurologia, si sostiene che i neuroni si connettono automaticamente con i neuroni delle persone circostanti adattandosi alle informazioni che ricevono, anzi imitando il mondo circostante. Nelle prove di laboratorio è stato constatato che nel cervello i neuroni pulsano (si restringono e si allargano) memorizzando quanto assorbono dall'ambiente per trarne regole di comportamento e crescita. Una percezione degli altrui segnali, che avviene ancora in modo misterioso, come se i nostri neuroni si confrontassero con gli altri, da qui a specchio.
La scoperta potrebbe avere delle ricadute per lo studio dei comportamenti dell'opinione pubblica e anche per l'influenza dell'ambiente sulla collettività umana. Per quanto concerne la folla (agglomerato indistinto d'individui) ricordiamo gli studi di Gabriel Tarde (Le leggi dell'imitazione 1890) e Gustave Le Bon (Psicologia delle folle 1895) a proposito della irrazionalità e soprattutto della suggestione "per imitazione" mentre per il pubblico (individui legati fra loro da una o più circostanze temporali o spaziali ma necessariamente da circostanze modali) riportiamo quanto scritto in Demodossalogia ed opinione pubblica (edizioni Sidd 1998):
"[...] L'ambiente ove si vive (sociale o familiare), l'educazione ricevuta e l'istruzione acquisita, l'attività ludica o di lavoro, le informazioni che stabilmente si ricevono o si cercano, il tenore di vita, contribuiscono a formare negli individui di quella pluralità (NdR: pubblico) cause persistenti di stabilità conformi al gruppo di appartenenza [...] gli individui partecipano di regola e contemporaneamente, in modo attivo e passivo, a pubblici numerosi e differenti (l'intersecarsi dei vari pubblici potrebbe paragonarsi a quello dei tessuti di un corpo umano, così che metaforicamente potrebbe, lo studio dei pubblici, essere considerato una specie di istologia sociale) [...]"
Del resto il padre della sociologia Auguste Comte nel suo Corso di filosofia positiva (1830-42) concepiva la sociologia come una "fisica sociale" rapportandola ai fenomeni della natura per trarne delle leggi universali da applicare agli eventi sociali. 
I demodoxaloghi della Sidd hanno sempre sostenuto l'interelazione "Territorio/Popolazione che vive su quel frattale di territorio/Risorse umane e naturali" come componenti di quel contenitore più vasto definito come Ambiente (Nemi, 18 febbraio 1996, I sociologi e la nuova politica ambientale, con gli interventi dei sociologi Michele Marotta, Paolo de Nardis, Franco Martinelli, Roberto Canali e Giulio D'Orazio).
Ci auguriamo che la neuroscienza possa dare lo stimolo ai sociologi per riprendere i concetti di Comte e gli altri antesignani (Ruggero Boscovich) che hanno visto nei comportamenti sociali analogie con i meccanismi della natura, attraverso costanti K nel tempo e nello spazio.

Lunedì:  La new Age