lunedì 2 luglio 2012

Fare opinione

Sabato scorso il direttore del quotidiano romano Il Tempo (più di cinquantamila copie giornaliere vendute), Mario Sechi, nel corso della trasmissione Omnibus de La7tv ha detto alcune cose che sono sottaciute o negate dagli operatori nei mass-media ma che sono alla base dei principi della demodoxalogia: "informare per informarsi e formare" (evidentemente quella che è chiamata opinione pubblica).
Sechi ha sostenuto che "dato che i giornali sono fatti per essere venduti" lui deve avere in testa qual è il suo pubblico (gli acquirenti del giornale), deve identificarsi con loro in quanto chi acquista un determinato giornale è un pubblico motivato (anche se espressione di minoranza): è un segmento di mercato. Il punto di equilibrio di un giornale è quello di essere il portavoce dei gusti (d'informazione) dei suoi lettori facendo, contemporaneamente (e gradualmente), opinione. Oltre che dalle copie vendute l'opinione dei lettori si deduce dalle lettere e telefonate che arrivano in redazione e dall'ascolto delle chiacchiere dei cittadini in piazza.
Nel 1928, quando Paolo Orano (rettore dell'università di Perugia, senatore del regno, scrittore e giornalista, primo docente ordinario di Storia del Giornalismo) annunciò i dettami di quella che poi sarebbe divenuta la demodoxalogia (demo=popolo, doxa=opinione, logos=discorso, quindi studi sull'opinione del popolo) la inquadrò nel potere della stampa (allora non c'era la tv) di "fare opinione" per infuire sul popolo, i governi e - in sostanza - fare la Storia. 
Un discepolo di Orano, lo storico del giornalismo Giuliano Gaeta (Il fenomeno giornalistico, Trieste 1948) ha visto le opinioni pubbliche "come un giudizio, che insieme alle credenze e alle coscienze collettive, sono contemporaneamente il soggetto e l'oggetto del fenomeno giornalistico". Il codificatore della demodoxalogia Federico Augusto Perini-Bembo, nei suoi cinquant'anni d'insegnamento quale libero docente di Storia del Giornalismo all'università di Perugia e alla Sapienza di Roma, ha sostenuto che "la stampa in ogni caso assolve pure ad una funzione di accelerazione della dinamica psico-sociale. Chiesa, partiti, istituzioni, che oggi [NdR: Atti della XLV Riunione Sips 1954] hanno i loro giornali, prima erano anche interiormente più lenti ad evolversi e a modificarsi". Un pubblico, proseguiva Perini-Bembo, "originario o derivato è indispensabile per esprimere una pubblica opinione o per svolgere una propaganda ideologica o commerciale", da qui la funzione giornalistica di "informarsi per informare e formare" l'opinione pubblica.
Argomenti ampiamente trattati in Demodossalogia ed opinione pubblica (edizione Sidd 1998) e nel corso online sul sito Opinione pubblica (www.opinionepubblica.com).

Domani: Opinioni e suggestioni.