martedì 3 luglio 2012

Opinioni e suggestioni

Nel dibattito a Omnibus de La7tv, del primo luglio, i giornalisti hanno provato a delineare i prossimi scenari politici. Tra le previsioni il rientro in politica di Silvio Berlusconi con una nuova lista svincolata da quello che rimane di "Forza Italia" ormai ridotta a fazioni e un probabile accesso al Colle per Mario Monti. Sostanzialmente il nostro post dell'11 giugno "Giochi politici".

In Francia (ove la burocrazia ha una lunga tradizione di scuola e serietà), secondo le statistiche, il decentramento regionale ha fatto aumentare i costi dell'apparato centrale e moltiplicato quelli dei dipartimenti regionali, un monito per la Lega e i partiti che hanno voluto in Italia il federalismo regionale. Le idee sono belle ma se chi è preposto ad attuarle non è all'altezza sono destinate a fallire.

Alcune enunciazioni sono suggestive e fanno presa non solo sul pubblico ma anche nella cerchia degli addetti ai lavori e vengono ripetute sino ad essere accreditate come "certezze". E' il caso dello scioglimento dei ghiacci che farebbe innalzare il livello dei mari di svariati metri sommergendo città e campagne. Il ghiaccio sono molecole dilatate di acqua che una volta ritornate liquide hanno un'infima consistenza rispetto al volume originario, oltretutto la liquidità dell'Artide ed Antardite si spargerebbe nei mari che, avendo un volume triplo rispetto alla massa della Terra, non ne risentirebbero conseguenze disastrose. 
Invece l'acqua gelata dei ghiacciai raffredderebbe soprattutto l'oceano Atlantico con conseguenze deleterie sulla flora e fauna marina, nonchè sulle variazioni climatiche di interi continenti. Per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacciai montani in terraferma le ripercussioni aggraverebbero, a medio termine, le riserve idriche attualmente già scarse e lo smottamento dei blocchi rocciosi. Quindi occorrerà temere più lo scioglimento della neve nostrana che l'innalzamento del mare Mediterraneo.

Una bella idea (tutta politica) per risanare il bilancio è quella della vendita degli immobili statali, perlopiù caserme, case popolari, edifici abbandonati ed inagibili. Vendere ai privati che, come tutti sanno, non lo farebbero per mecenatismo ma per ricavarci una sostanziosa fetta di guadagno nel rivederli. Ovviamente dopo alcune opere di restauro e cambiamento d'uso: castelli trasformati in alberghi a cinque stelle e caserme in centri commerciali, residente, ecc. Ma se per mettere un semplice ascensore per disabili esterno all'edificio occorrono non meno di cinque mesi per avere le autorizzazioni dell'ufficio tecnico del comune, della regione, del catasto e della sovrintendenza dei beni ambientali che esaminano il progetto presentato dal geometra o dall'architetto, quanti anni impiegherà un imprenditore a trasformare un casermone in altro uso civico?
Per quanto riguarda le case popolari sono tutte malridotte in quanto da decenni non hanno avuto aggiustamenti e manutenzioni (per mancanza di fondi dell'ente pubblico amministratore) e molte sono abitate da inquilini con enormi arretrati di pigione (in quanto appartenenti a categorie disagiate). Dare lo sfratto susciterebbe una battaglia sociale e decennali tempi d'attesa, qual è quell'imprenditore che avrà il coraggio di imbarcarsi in una tale situazione?

Le idee sono belle ed affascinanti ma pur sempre idee, cioè opinioni. Diceva Jacques Bénigne Bousset che l'opinione è un grado intermedio tra il dubbio e la certezza, nessuno dichiara di avere dei dubbi e tutti spacciano le opinioni proprie o altrui come certezze. In politica, poi, secondo Pierre Carniti (l'ex leader della Cisl) prevale il "chiacchierificio". E' facile aderire alla suggestione perchè colpisce il sentimento e l'immaginazione mentre è difficile sviluppare un "pensiero critico ragionato" poichè spesso non si hanno le necessarie informazioni su cui basare un costruttivo confronto.

Domani: Cortigiani e pifferai