venerdì 7 dicembre 2012

Il Paese delle contraddizioni

L'Italia è il paese delle contraddizioni. Mentre studi internazionali ci classificano ai primi posti nella tabella della corruzione ed evasione fiscale fonti governative affermano che il gettito dei versamenti al fisco, nel 2012, è aumentato notevolmente. Mentre l'economia del Paese è in dissesto e migliaia di aziende chiudono, nel nord, complessivamente, l'economia è ai livelli della Germania, cioè competitiva sui mercati esteri e con un pil - se si disaggrega dal resto dell'Italia - al vertice dei livelli internazionali.
Mentre tutti i sondaggi dicono che un buon 30% di elettori ha manifestato l'intenzione di non andare a votare le primarie del Pd hanno spinto più di tre milioni di persone ai gazebo per votare, dopo aver pagato due euro per iscriversi nella lista dei votanti. Mentre tutti i partiti solennemente affermano che il porcellum va riformato la legge elettorale non avanza di un passo per i distinguo incrociati ove ciascuno dà la colpa all'altro per la mancata riforma.
Mentre si afferma che il 50% degli italiani ha un sentiment di centro-destra i politici dell'area in questione non trovano un accordo per mettere in piedi un'aggregazione in grado di rispondere alle attese degli elettori di riferimento. Mentre i politici concordano sulle parole d'ordine "lavoro, salute, eguaglianza" poi non trovano l'intesa per applicare quanto sbandierato. 
Persino su una faccia nuova sul piano nazionale, su un giovane, su un non inquisito - pur ammettendo la necessità di cambiamento - si trova il modo di sussurrare dubbi sulle reali intenzioni e, soprattutto, sui collegamenti extra partito del giovane che si è messo in gioco: quanto gli è costata la campagna elettorale e da chi ha avuto i mezzi necessari per riempire le pagine dei quotidiani? Sapendo come anche nei piccoli comuni il bottegaio o il farmacista (tanto per citare due categorie neutre) contribuiscono spontaneamente (così come gli imprenditori edili) alla campagna elettorale di questo o quel candidato e a volte di tutte e due, si chiede quale sarebbe potuto essere il ritorno economico dei finanziatori del generoso obolo, anche perchè la carità è pelosa.
Comunque la palma delle contraddizioni, senza menzionare quelle del passato, va a Silvio Berlusconi che prima si sacrifica nell'interesse del Paese e non si ricandida e dopo qualche giorno annuncia il rientro alla guida del partito sempre nell'interesse del Paese, che lo rivuole al governo. Ma chi sono i suoi sondaggisti?
Ormai viviamo in una tale contraddizione (anche in seno alla Chiesa cattolica) che è difficile distinguere la realtà dall'apparenza. Tutto sembra vero, tutto sembra falso.