lunedì 11 febbraio 2013

Un consiglio alla Lega

La migliore campagna elettorale è quella della Lega, nel senso che ha individuato le categorie di appartenenza (i pubblici) dei suoi probabili elettori e calibrato la propaganda sul sentiment dei vari pubblici che potrebbero orientare il voto verso la Lega. Oltre ad essere presente sia in tv che nelle piazze in quanto traggono la loro forza (contrariamente dagli altri partiti) con la presenza organizzativa (vecchia maniera) nel territorio delle regioni del nord. Vediamo le categorie dalle quali Roberto Maroni sta pescando voti:
- i fidelizzati che sono lo zoccolo duro e storico (nonostante le vicende interne) del movimento e si dividono in due gruppi. Uno, i vecchi leghisti della Lega scissionista con i raduni e l'abbigliamento folcloristico; l'altro, gli attivisti che ruotano intorno ai giovani sindaci leghisti che hanno tagliato i legami con il cerchio di Umberto Bossi. A seconda delle piazze e del pubblico che hanno davanti Bossi presenzia col vecchio zoccolo mentre Maroni con la nuova Lega.
- la medio/alta borghesia del nord con cultura elevata, sensibile alla visione maroniana della macro-regione, produttrice di reddito ed export, con l'esigenza di trattenere il 75% degli introiti dell'imu al nord per finanziare le imprese ed il lavoro.
- in misura molto minore la media borghesia del centro-sud affascinata dalle proposte liberal-socialiste di Giulio Tremonti, inserito entro il logo della Lega con il suo distinto simbolo della Lista Lavoro e Libertà (L.L.L.) e candidato capolista in tutto il centro/sud.
- i nordisti arrabbiati (disoccupati e tartassati) scontenti del governo del tecnico Mario Monti ma anche  insoddisfatti dalle chiacchiere di  Silvio Berlusconi.
- infine la categoria degli elettori che con più facilità tende a spostare i suoi voti:  i disinformati, cioè coloro che leggono raramente o superficialmente i quotidiani, non amano i dibattiti televisivi ma navigano su internet. Sono gli elettori che generalmente seguono la tendenza dell'opinione pubblica del frattale territoriale o sociale di appartenenza e che più delle altre categorie si lasciano guidare dall'emozione del momento.

Dato che le proposte eclatanti dell'ultima settimana di campagna elettorale sono le più efficaci e dato che l'elettorato della Lega (così quello di Beppe Grillo, Niki Vendola, Marco Pannella e Antonio Ingroia) è più sensibile di altre formazioni politiche a certi temi, suggeriamo di annunciare la trasformazione del ministero della Difesa in ministero della Protezione Civile per le calamità naturali ed industriali. Ai fini elettorali la Lega perderebbe qualche voto tra le file della medio-alta borghesia militare ma quanto ci guadagnerebbe tra gli arrabbiati e i disinformati (più attenti alle notizie clamorose)?
Se la nostra costituzione sancisce che l'Italia ripudia la guerra a cosa serve un ministero della Difesa? Solo ad acquistare aerei, navi, armamenti all'estero, con i ricarichi che possiamo bene immaginare? A che serve una pletora di generali e alti ufficiali oltretutto strapagati? Almeno la Marina ha il compito di controllare i mari ed intervenire con i salvataggi, i Carabinieri di svolgere indagini, la Polizia di garantire l'ordine pubblico, la Finanza, i Vigili del Fuoco ed i Forestali hanno i loro compiti specifici, ma la Difesa? Portare a spasso le consorti dei generali con auto ed autista del ministero e risparmiare sulle colf con gli attendenti facenti funzione di collaboratori famigliari? Basterebbe una piccola guarnigione di militari tanto per mantenere una struttura ai fini di parata e di obblighi (di pace, ma vera) internazionali. Quanto si risparmierebbe di tagli alla spesa, da poter destinare alle infrastrutture, alla prevenzione, messa in sicurezza di scuole e beni artistici, cioè da riversare proprio sul territorio tanto caro ai leghisti?
Le industrie italiane di armamenti non si troverebbero in difficoltà in quanto con l'export e la riconversione in cingolati per le zone accidentate, elicotteri da soccorso e attrezzature per l'emergenza l'occupazione non diminuirebbe. Mentre la Protezione potrebbe contare su caserme attrezzate per gli alloggiamenti degli sfollati, magazzini su tutto il territorio, personale fisso pronto ad intervenire sul territorio di competenza, strutture e comandi regionali e nazionali atti a far fronte ad ogni tipo di emergenza, inglobando nel riconvertito ministero anche i vv.ff. per una visione organica delle repentine azioni da svolgere.
Occorre rompere le incrostazioni interessate tra comandi militari, industrie e mediatori e creare un agile ministero per la difesa del territorio e dei cittadini. Cioè guardare al futuro, come i leghisti stanno facendo con la segreteria Maroni.