mercoledì 13 agosto 2014

Saluti e riverenze

Guardando i telegiornali ho potuto notare come i militari, diciamo di guardia ma tali non sono perché cosa dovrebbero guardare (che non escano i ladroni?), ai portoni dei palazzi istituzionali scattano sull'attenti e fanno il saluto militare quando entrano o escono i rappresentanti del potere (parlamentari, ministri, presidenti, paludati, monsignori, etc.).
Scattano sull'attenti persino quando passano le auto bleu e non si riesce a vedere chi ci sia dentro: non si sa mai è meglio salutare che essere trasferiti.
Una strana usanza che ha radici nei secoli passati quando il subalterno si toglieva il cappello e s'inchinava al passaggio del signore, proprietario delle terre, delle case e degli stessi abitanti soggetti a servirlo e riverirlo.
Poi venne una certa Rivoluzione francese con la sua "libertà, legalità, fraternità" ribadita dalla Rivoluzione comunista con il concetto di uguaglianza. Se in punta di diritto e di acquisizione politica e sociale siamo uguali perché i militari di guardia non scattano sull'attenti quando passa un anziano o una madre di famiglia? Ci sono quindi personaggi a cui sono dovute particolari attenzioni? Per quali meriti acquisiti? Premi Nobel, scoperte scientifiche, opere letterarie, salvataggi di persone in procinto di annegare, una vita portata avanti onestamente e con sacrifici, e chi più ne ha ne metta!
Nulla di tutto questo, sono personaggi che occupano posti perlopiù immeritati per competenza, onestà, laboriosità. Moltissimi hanno sfoggiato una buona dose di intelligenza, peccato che l'abbiano usata unicamente per giungere ad agguantare la poltrona. In questo caso si chiama furbizia.
Il popolo invece continua ad inchinarsi e salutare (come nelle processioni sotto casa dei mafiosi). E' la riverenza del debole verso il potente!