martedì 4 novembre 2014

Cucchi: una sentenza secondo giustizia

Lasciamo stare quei detrattori che tuttora sostengono che la giustizia moderna è sorta nel Medioevo per giustificare le malefatte dell'inquisizione, il diritto della prima notte del signorotto locale, le espropriazioni, vessazioni e torture, siamo nel secolo XXII e la giustizia è tutta un'altra cosa! Nessuno si nasconde più dietro delle leggi che ha emanato per appellarsi alla legittimità di quanto fatto.
Veniamo al caso di Stefano Cucchi, un giovane fermato dai carabinieri e deceduto in seguito a percosse e privazioni; la sentenza d'appello ha assolto - giustamente - tutti gli imputati! Infatti qual è il compito di un giudice? Vagliare le prove e applicare quanto previsto dal codice, non lasciandosi trasportare dall'opinione pubblica prevalente o dal pianto di una sorella o lo strazio di una madre.
Il giudice, nella sua incorruttibilità morale e sociale, ha ammesso che il giovane è stato pestato e lasciato morire ma ha assolto coloro i quali, a detta dell'accusa, erano indicati come colpevoli. Innanzi tutto le Forze dell'ordine (sarebbe un controsenso se proprio esse contribuissero al disordine sociale e giudiziario), nessuno dei dirigenti ha dichiarato di aver impartito l'ordine delle percosse (e quando mai nei comandi della pubblica amministrazione si trova un responsabile?). Inoltre: l'accusa ha potuto indicare con foto o testimonianze gli autori del pestaggio? Non essendo state individuate le persone fisiche si rimanda allo Stato una generica colpevolezza.
In sub-ordine il personale sanitario: ma vi sembra possibile che dei professionisti che col giuramento di Ippocrate hanno fatto voto di salvare l'altrui vita potrebbero aver commesso un tale infamante reato? Così come non lo avrebbe fatto il personale infermieristico agli ordini dei medici.
Chi è colpevole allora? La struttura nel suo complesso, quindi lo Stato. Lo Stato è una cosa vasta e articolata che comprende anche i cittadini e Cucchi era uno di questi, quindi è lui il colpevole (tant'è che all'inizio tentarono di far passare la morte come suicidio).
Cosa aveva fatto il giovane di così grave per subire un pestaggio? Verosibilmente era possessore di uno spinello e aveva apostrofato gli agenti con delle invettive, una condotta probabilmente giudicata dalle forze di polizia ben più grave di omicidi, rapine e guida in stato di ubriachezza.
Nel dopoguerra il ministro dell'interno Mario Scelba aveva impartito l'ordine di caricare con le camionette i contadini e gli operai che dimostrando sovvertivano la piazza, ma allora vigeva la guerra fredda ed i dimostranti erano considerati dei comunisti al servizio di Giuseppe Stalin.  Prima c'erano state le punizioni inflitte dal fascismo e nazismo ma ancor prima, agli inizi del '900, come ha anche documentato la Domenica del Corriere con la copertina di Achille Beltrame, l'uccisione a fucilate da parte dei carabinieri di Davide Lazzaretti reo di predicare la socialità. Tralasciamo gli editti della santa Inquisizione e i cristiani crocifissi o dati in pasto ai leoni, ma quelli oltre che altri tempi erano reati d'opinione!
Oggi vige la giustizia e, come dicono le persone colte e qualche parlamentare, l'Italia è la patria del diritto poiché molti furono tra gli antichi romani i giuriconsulti e in epoca più vicina quel tal  Cesare Beccaria autore Dei delitti e delle pene, ma è davvero così?