giovedì 2 aprile 2015

Le fratellanze ministeriali

- Il 22 marzo nel dibattito di Omnibus la7tv Nicola Rossi ha affermato che le decisioni legislative ministeriali avvengono fuori dalla portata dell'intervento del ministro che necessariamente deve affidarsi ai burocrati mentre Filippo Patroni Griffi ha precisato che le leggi le fanno i capigabinetto ministeriali, il ministro neppure le approva perché tale compito spetta al parlamento.
Il decano dei demodoxaloghi, in base a quanto constato per esperienza diretta nella pubblica amministrazione, da quarant'anni sostiene che il vero potere è nelle mani degli alti funzionari ministeriali (capigabinetto, direttori e segretari generali, capi dipartimento, perlopiù appartenenti alla stessa confraternita) in grado di condizionare i ministri in quanto solo loro sanno applicare le leggi che loro stessi hanno confezionato.
 
- Secondo Mario Adinolfi nei nove anni di governo di Silvio Berlusconi e negli undici di centrosinistra ambedue si sono affidati per vent'anni agli stessi burocrati.
Dal '70 ad oggi sono nati tre milioni di italiani, (la generazione di Matteo Renzi) che sono la forza dirompente del cambiamento tecnologico e politico (centrato sull'assolutismo del premier), che si confrontano con le generazioni anziane, rappresentate anche dalla forza numerica dei sindacati dei pensionati.