giovedì 23 giugno 2011

Affaristi e mediatori

Il 18 scorso nel dibattito di Omnibus su LA7 tv i giornalisti presenti hanno discusso anche del caso detto della P4 con il contorno di illustri nomi di personaggi aventi sede a palazzo Chigi, nei tribunali e nel mondo della politica e dell'informazione. Stando ai titoli dei giornali e alle chiacchiere dell'opinione pubblica si evince uno stato di insoddisfazione verso questi rapporti tra affari, politica ed informazione orientati unicamente a privilegiare i soliti affaristi senza scrupoli. E' un'indignazione generale! In proposito osserviamo:
- l'indignazione dell'opinione pubblica (orientata dai mass media) è ciclica: sorge, tocca l'apice, raggiunge il risultato voluto dagli agitatori e poi si acquieta, per risorgere dopo qualche decennio su casi consimili. Quindi non c'è nulla di nuovo, spesso neanche i nomi oltre i fatti!
- se non c'è nulla di nuovo perchè la gente s'indigna? Non tanto per il fatto in se stesso ma per cogliere l'occasione dello "scandalo" per colpire il/i personaggi di turno, nell'intento di defenestrarli.
- l'indignazione ciclica non è altro che una sorta di ipocrisia collettiva. Tutti, sia pure con modi o finalità diverse, cercano scorciatoie per raggiungere i loro obiettivi. Lo studente copia i compiti, il genitore si rivolge ai cacicchi del potere per sistemare lavorativamente il figlio, l'ammalato si rivolge all'amico per accorciare il tempo di attesa, e così via. E' normale che negli affari i protagonisti cerchino guadagni facili ed abbondanti compensando soffiate o intermediazioni, specie se  nell'ambito della cosa pubblica: basta vedere cosa avviene nei piccoli comuni per rendersi conto di cosa potrà accadere di fronte ai grossi guadagni.
- dall'uscere all'ingegnere dell'ufficio tecnico comunale, in proporzione al loro ruolo, ognuno ricava una quota di profitto in proporzione alla sua conoscenza e manovrabilità della pratica. E' la prassi dei mediatori o lobbysti, solo che alcune categorie sono disciplinate per legge ed altre esplicano il loro lavoro tra una cena o un incontro in una località turistica, al riparo da sguardi ed orecchie indiscreti.
- essere informati prima degli altri su ciò che avviene, dalle decisioni politiche all'avvio di provvedimenti giudiziari, dagli appalti alle decisioni del CdA, è quasi sempre una carta vincente e aiuta nello svolgimento del proprio compito. Maggiore è l'informazione e maggiore è la capacità di giudicare e prendere decisioni.
- che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta abbia ricevuto informazioni "anche riservate" è del tutto normale per il ruolo istituzionale coperto; che le abbia ricevute da personaggi discussi è comprensibile: è dalla eterogeneità delle fonti che scaturisce l'informazione utile. Del resto tutte le questure, comandi di stazione dei carabinieri e - sino a qualche decennio orsono - anche le parrocchie raccoglievano (in un archivio detto storico) notizie sulla popolazione del territorio. Lo stesso "mattinale" che, nelle prime ore della giornata, giunge sul tavolo del Quirinale e di palazzo Chigi, oltre alla consueta rassegna stampa fornisce informazioni d'attualità riservate.
- la raccolta e diffusione delle notizie politico-economiche ed anche dei gossip è così importante che esistono centri di informazione ed agenzie giornalistiche specializzate. Dietro queste agenzie spesso troviamo personaggi discussi, servizi deviati o, addirittura, enti di stato. Non solo per raccogliere informazioni ma anche per diffondere notizie false, depistanti se non addirittura ricattatorie. E' notorio che Luigi Bisignani si è servito dell'agenzia online Dagospia di Roberto D'Agostino, che Mino Pecorelli alimentava la rivista Opinione Pubblica con il materiale passato dai servizi, che l'Ecomond Press sorse con il contributo dell'allora ammiraglio della marina a capo dei servizi segreti italiani.
- è del tutto normale che tra le persone si costituiscano gruppi di amici per affinità culturali, oppure per opportunità affaristica o adesione ideologica; non c'è bisogno di tessere o adunanze, basta qualche cena per stringere accordi: vi ricordate del potentissimo banchiere Enrico Cuccia? E che dire di Renato Angiolillo il fondatore del quotidiano Il Tempo?  Tra i capi-gabinetto dei ministeri più importanti, sino agli anni '80 dello scorso secolo ma temiamo anche oggi, c'era un tale vincolo di compagni di merenda che passavano solo le decisioni da loro approvate, anche se in contrasto con il ministro.
- un'occupazione dello Stato che non è la novità di questi anni ma già esisteva nel 1948 quando persino il sacerdote domenicano Felix Morlion, fondatore dell'università Pro Deo ora Luiss, invitava gli allievi ad occupare la dirigenza dello Stato e degli organi d'informazione, sia pure in modo "cristiano", per costruire la nuova società.
- se è tutto uno spia, riferisci, occupa e spartisci, di cosa ci lamentiamo se vengono alla luce congreghe di affaristi ed intermediari che si dividono il potere ed il bottino scippato allo Stato? E' il nostro bel Paese che non è mai stato cunt gens una ma un'assembramento di piccoli e grandi potentati.