giovedì 8 settembre 2011

Se i ricchi piangono

In un nostro recente post abbiamo sostenuto che in una democrazia compiuta il prelievo fiscale dovrebbe essere progressivamente sempre più elevato sino a scoraggiare la formazione dei grandi patrimoni. E' stato obiettato che un fisco eccessivo scoraggia gli investimenti e spinge l'imprenditore a far fuggire all'estero i capitali. Ciò è vero ma questo avviene nei paesi, come l'Italia, ove l'evasione e l'elusione rappresentano un terzo del prodotto interno lordo; nei paesi a democrazia compiuta, ove tutti pagano il dovuto nella misura decisa dallo stato e ove vige un reale welfare, il prelievo fiscale non va a coprire i buchi del bilancio statale ma è investito, appunto, nel welfare: l'assistenza statale ai cittadini.
Quella somma di denaro prelevata dai grandi capitalisti che, a loro dire, sarebbe stata investita in ampliamento dell'azienda, acquisti di auto di lusso, barche, personale di servizio, ecc. e quindi in occupazione di mano d'opera diretta e tramite l'acquisto di beni, non rappresenterebbe altro che un investimento e quindi occupazione e aumento del prodotto interno lordo.
La stessa somma, prelevata dallo stato, svilupperebbe occupazione e pil in quanto andrebbe a coprire il welfare, cioè asili nido, scuole, assistenza medica e geriatrica, controllo del territorio e delle sofisticazioni alimentari, assistenza ai disoccupati, invalidi e famiglie bisognose, ecc. attivando l'edilizia scolastica e popolare, l'assunzione di personale medico, scolastico, sociale, nonché sviluppo dei trasporti e delle cooperative. Non sarebbe altro che una partita di giro: quello che i miliardari non spenderebbero in consumi di lusso lo stato lo spalmerebbe al servizio dei cittadini. La conseguenza sarebbe un livellamento sociale con pochi miliardari, un tenore di vita non esagerato nel consumismo ed uno stato vigile e attivo a sostegno di tutti. 
E' chiaro che ci riferiamo alla tassazione dei patrimoni personali (case, rendite, beni di lusso, ecc) e non alla tassazione delle aziende produttive che rientrerebbero in una politica di agevolazioni allo sviluppo e all'innovazione tecnologica. Gli imprenditori sono detti anche "capitani coraggiosi" in quanto hanno il piacere di creare, osare, lanciarsi nelle nuove idee; i veri imprenditori non portano i capitali all'estero perchè il loro piacere è la sfida, sono gli affaristi con il loro mordi e fuggi a porre il gruzzoletto al riparo dal fisco ma costoro non sono imprenditori sono intrallazzatori.
In paesi con un'esteso welfare (vedasi gli scandinavi) la criminalità è ai minimi termini, tant'è che nella recente strage dei giovani socialisti al campo estivo non è previsto l'ergastolo o pene severe per l'omicida, in quanto la popolazione non ha conosciuto gravi episodi di delinquenza.