giovedì 2 dicembre 2010

Mi dimetto ma resto

Nella più assoluta indifferenza degli italiani un migliaio tra giornalisti, politologi e politici si interrogano su cosa accadrà il 14 dicembre. Li possiamo accontentare: ci saranno nevicate sulle Alpi, qualche pioggia nel resto dell'Italia, nebbia in pianura e sole a macchia di leopardo. Sul piano della cronaca, i più esagitati attenderanno con ansia il comunicato della Corte Costituzionale sulla fattibilità del lodo al premier Silvio Berlusconi mentre costui incasserà la fiducia da entrambi i rami del Parlamento.
Nel frattempo degli emissari andranno di notte a segnare, con vernice indelebile, le case dei traditori (marchiati a vita) che non verranno, per questo, più ammessi a scaldare il seggio parlamentare e godere di compartecipazione negli affari, incarichi pubblici, festini e altre cosette. E dopo?
Forte dei voti di fiducia, il nostro eroe salirà le scale del Colle per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica che, stante il voto favorevole del Parlamento, non potrà far altro che respingere le dimissioni ed accettare un rimpasto (magari allargato a tecnici e altre forze politiche) finalizzato a traghettare il Paese per il periodo necessario per superare l'urgenza delle misure economiche ed il complotto internazionale verso le nostre istituzioni.
Ma la vita del governo reimpastato sarà dura e densa di sconfitte. Il premier, che ha già cambiato la strategia comunicativa accantonando gli attacchi alle toghe rosse e la richiesta di benefit giudiziari, potrà ogni giorno dire che non lo lasciano lavorare e che la colpa di quello che non va è degli inquilini delle case marchiate a vita. Preparando così l'opinione pubblica verso elezioni quando le riterrà più opportune, in base ai sondaggi e ad un elevato clima di tensione contro i traditori e coloro che non hanno appoggiato il suo reimpastato governo di "salute nazionale".
La partita però non sarà con un solo mazzo di carte o per un solitario. Molti altri giocatori andranno a vedere il piatto per accaparrarsi la posta in gioco.