lunedì 11 aprile 2011

L'accanimento contro Berlusconi

Quel pover'uomo di Silvio Berlusconi è disperato, perchè si chiede - appellandosi al popolo - da quando sono entrato in politica i giudici ce l'hanno con me? Più di mille ispezioni della Guardia di finanza, centinaia di processi, articoli infamanti ed altre porcherie del genere che lo costringono a dilapidare il sudato patrimonio, acquisito in anni di duro lavoro (tra intrattenitore, venditore e imprenditore), per i compensi a sanguisughe di avvocati e consiglieri vari.
La prima pagina del Corriere della Sera dello scorso 3 aprile ha dato notizia che, secondo l'Agenzia delle Entrate (il braccio dello Stato addetto alla riscossione dei tributi e non una fonte privata), l'evasione del fisco  ha raggiunto il 38% del dovuto con punte del 66% nel Sud ma con un volume monetario d'evasione estremamente alto al Nord. L'andamento non uniforme può spiegarsi col fatto che nel Meridione l'evasione compensa la mancanza di lavoro e quindi rappresenta una forma surrettizia di introito famigliare mentre al Nord il volume di affari delle aziende fa salire anche le evasioni e quindi rappresenta la maggior fonte di occultamento al fisco (di gettito sottratto).
Il presidente del Consiglio dei ministri (chiunque esso sia) è una persona onesta e scrupolosa altrimenti gli italiani e con essi i parlamentari eletti non lo avrebbero proposto e nominato a tale incarico e, oltretutto, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non avrebbe firmato il decreto di nomina. Altrimenti dovremmo pensare di essere in presenza di un golpe bianco!
Compito dello Stato, in fatto di controllo fiscale, è quello di andare a vedere i bilanci di chi produce ricchezza per verificare se qualche azienda, per distrazione o malafede, ometta o ritocchi alcune partite di bilancio. Il 38% di evasione fa pensare che qualche furbetto ci sia in giro e per scovarlo la Guardia di Finanza è costretta a bussare anche alle porte degli onesti, non avendo la palla di vetro con l'elenco bello e pronto degli infedeli. Dalla massa delle ispezioni qualcuno rimarrà impigliato e, come in ogni paese democratico, avrà modo di giustificarsi e uscirne indenne, così come sinora accaduto a Berlusconi.
Essendo l'impero economico di Berlusconi una multinazione, ed essendo l'uomo più ricco d'Italia e nel top mondiale, è logico che sia anche il più ispezionato e denunciato: più consistente è il volume d'affari e maggiori possibilità esistono di elusione o errori di contabilità; e dove esistono maggiori probabilità di riscontri di frode fiscale (voluta o per cattiva amministrazione) è anche maggiore la somma recuperabile dallo Stato: un comportamento logico e sensato da parte della pubblica mministrazione!
Il paperone nazionale non si lamenti e vada con fiducia a dimostrare la sua estraneità, invece di cercare scorciatoie e proposte "epocali" di sanatoria. Oltretutto, come sinora avvenuto, ha nel libro paga fior di avvocati e come amici/consiglieri centinaia tra ex alti ufficiali della finanza, amministratori, avvocati/ parlamentari e parlamentari/responsabili in grado di legiferare e testimoniare, insieme a giornalisti, guardie del corpo e corpi da guardare. Tutti pronti a giurare sulle sue alte doti morali di imprenditore, politico e padre di famiglia.

Domani: la demodoxalogia a Trieste