venerdì 3 giugno 2011

Dopo lo spoglio

Silvio Berlusconi aveva percepito il risultato elettorale a lui sfavorevole in quanto più volte, nel corso della campagna elettorale, aveva accusato i giornali e le reti televisive di partigianeria. Infatti, più che ai programmi elettorali, i mass media avevano dato spazio: all'immondizia di Napoli presentando una città nelle stesse condizioni antecedenti alla sua promessa di ripulirla, quindi un fallimento o una promessa non mantenuta; alla vicenda Ruby con un giudizio negativo ancor prima di sapere il responso della magistratura; oltre a ricordare vicende come il mancato avvio della ricostruzione de L'Aquila e qualche controversia giudiziaria. D'altro canto lo stesso Berlusconi aveva voluto caricare le elezioni, che dovevano essere amministrative, come una sorta di referendum sulla sua persona, perseguitata dai magistrati rossi, chiedendo il voto a sostegno del fatto che colui che è il più votato ed amato dai cittadini, per una sorta di trasposizione logica, non può essere chiamato in giudizio e quindi essere distorto dalle gravose incombenze governative.
Da demodoxaloghi e in seguito ad un superficiale esame, il 3 maggio avevamo detto che "specie nelle grandi città la competizione si tradurrà anche in un giudizio sui partiti di governo e d'opposizione [...] dalle quattro grandi città potranno venire delle sorprese, nel senso che una buona percentuale di elettori non si asterrà ma farà conluire i suoi voti [...] quale manifestazione di voto rivoluzionario (alternativo al palazzo) come ultima chance democratica prima della rivolta di piazza". Il 20 maggio azzardammo una previsione sui ballottaggi: "il popolo di sinistra che aveva disertato le urne tornerà a sostenere il Pd nella speranza di un cambiamento mentre gli elettori del Pdl in gran parte resteranno ancora a guardare". Ad urne ancora aperte, alle ore 6 di lunedì 30, sostenemmo che ci sarebbe stato uno spostamento di "voti dall'astensione al voto di sinistra e dall'elettore di destra all'astensione [...] oggi i comunisti non ci sono quasi più, si dichiarano democratici e liberali, per cui non mettono più paura".
La valanga dei voti a sinistra ha superato anche le previsioni dei sondaggisti e le speranze del Pd, ridimensionando persino le liste di fantasia o le nuove formazioni barricandiere (come ad esempio i grillini), quale voto estremo di espressione antipolitica. Abbiamo dimostrato che senza spendere un euro ma seguendo alcuni giornali e analizzando le reti televisive, si può - con il metodo inde - valutare il peso e la direzione dell'opinione pubblica del momento.

La vignetta di Vauro è tratta da il Manifesto del 1971
Lunedì: hanno perso tutti