Nella trasmissione televisiva Omnibus, del canale LA7 del 20 scorso, il noto giornalista economico Oscar Giannino ha affermato che "i salotti buoni" e "quattro giornali" tessono una loro politica in alternativa a Silvio Berlusconi spaziando da Niko Vendola a Luca Cordero di Montezemolo.
Possiamo supporre, con una buona dose di verità, che i quattro giornali siano La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa e L'Espresso, notoriamente di proprietà di gruppi industriali importanti, mentre i salotti buoni siano quelli frequentati da industriali, imprenditori, finanzieri (per altro nella proprietà dei citati giornali) e vari politici di alto calibro quali il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e Gianfranco Fini.
Lo scorso dicembre Berlusconi era dato per spacciato perchè così si vociferava nei salotti e traspariva dai quattro giornali, ci credette anche Fini che accelerò il reclutamento di deputati verso il nascente Fli. Ma Berlusconi ha dimostrato di essere ancora un leone, seppure ferito in modo grave, e di non voler abbandonare la presidenza del Consiglio. Ma la partita non è finita e, temiamo, che si trascinerà verso una fine che si dilaterà nel tempo, con gravi ricadute sul lavoro parlamentare, del governo e - in definitiva - a danno dell'intero Paese.
Le velleità degli oppositori di Berlusconi di ritornare al proporzionale sono sfumate pertanto alle prossime elezioni politiche si voterà con l'attuale "porcata", come definito dallo stesso autore l'odierno sistema elettorale: scelta delle persone da eleggere da parte delle segreterie dei partiti con la graduatoria di coloro che dovranno essere eletti. Il ritorno nel Pdl da parte di qualche finiano, al di la delle dichiarazioni di facciata, denota la paura dei parlamentari che hanno aderito al Fli di non essere rieletti. Infatti, rispetto ai sondaggi sull'intenzione di voto degli italiani, il numero di coloro che vorranno essere ricandidati è ben superiore rispetto al numero di coloro che potranno essere rieletti in seno al Fli; inoltre la scelta della graduatoria preferenziale sarà fatta dalla segreteria e non tutti hanno la certezza di ritornare in Parlamento. Da qui l'ostilità verso la dirigenza nominata da Fini e il ritono nella casa di "papi" che, come è noto, è buono di cuore e "sistema" tutti coloro che gli sono vicini.