La crescita economica della Germania ha superato il pil del + 3% mentre in Italia siamo a - 1%, per rimetterci in carreggiata serviranno entro il 2012 dai 40 ai 60 miliardi di euro, da prelevare dalle tasche dei cittadini per investirli nelle attività produttive. Sul fatto tutti i partiti sono d'accordo, è sul come che non riescono a trovare delle convergenze.
Negli anni '60 dello scorso secolo l'umorista Angelo Olivieri nel libricino di disegni su Il Sole, edito da Semerano in Roma, rappresentò due modi di rapportarsi con una realtà (il sole) materialmente irrangiungibile e pertanto non governabile da parte degli umani. Assoggettabile solo con la fantasia, l'unica risorsa di cui l'uomo abbonda.
A destra vediamo l'interpretazione ottimistica dell'omino che lancia una ciambella di salvataggio al sole che sta per affogare (tramontare) nel mare, a sinistra l'interpretazione negativa dello schiacciasassi che spiana il terreno liberando l'orizzonte. Due modi di porsi nei confronti di una realtà che ha regole (costanti K) sue, ancora inconoscibili ed immodificabili, ove l'uomo può solo prenderne atto, ma con la fantasia rivalersi sull'evento e soggiocarlo. E' l'atteggiamento che abbiamo giornalmente con cose che ignoriamo ma sulle quali esprimiamo le nostre opinioni (pareri basati su fantasie nostre o altrui).
Non sapendo e non conoscendo interveniamo su tutto esprimendo un'opinione nata da fantasie (elucubrazioni del pensiero) che - nel tempo - si trasformano in pregiudizi (convinzioni radicate nate dal passaparola scritto, orale e radiotelevisivo). Nascono così le ideologie religiose, politiche, economiche in funzione della conquista o del mantenimento del potere.
Dobbiamo riprendere la crescita economica, predicano i nostri, per non uscire dall'Europa. Ed investire il provento della tassazione straordinaria in opere in grado di dare occupazione e sviluppo.
In altri tempi quando un paese era in crisi dichiarava guerra al confinante, accusandolo di ogni infamia. Il popolo si distraeva dai guai e il potere continuava a governare indisturbato. Oggi è ancora così: quando le industrie vanno in rosso, trascinando con la disoccupazione il paese, un bell'intervento di pace unisce il popolo, sposta i disoccupati al fronte e permette alle aziende (con i soldi del governo) di investire in tecnologie militari per vincere la guerra. Tecnologie che poi si riverbereranno sull'economia con un rinnovato impulso verso la crescita, ed il ciclo ricomincia. I paesi che non potranno accusare gli altri (l'economia internazionale, i terroristi, gli integralisti, i giudici, etc.) prima o poi si avvieranno verso un trapasso di poteri all'interno dello stato o saranno assoggettati economicamente o politicamente ai paesi all'apice della tecnologia. Questo perchè ancora non sappiamo vedere cosa c'è dietro quello che non riusciamo a capire ma che cerchiamo di razionalizzare con la fantasia dell'opinione, cioè giustificare gli eventi non controllati dall'uomo.
Pertanto di fronte ai cambiamenti, o in presenza della ripetitività dei cicli, mutiamo il nome delle cose dimenticando la storia dei vari passaggi. La religione cristiana è subentrata al dio Mitra dei romani appropriandosi, quale vincitrice, dei riti e delle feste di mitridate ma rimanendo immutata nella sostanza: la speranza in una elevazione sociale. Alle baronie medioevali (tutto il potere nelle loro mani) hanno fatto seguito i governi inizialmente eletti dalla nobiltà e dalla borghesia per perpetuare il loro potere. Il Pd è nato dalle ceneri del Pci e poi dell'Ulivo ma sempre con gli stessi uomini, e così è anche avvenuto con gli eredi del Msi.
Una previsione: qualsiasi governo italiano non riuscirà a far riprendere lo sviluppo del Paese poichè l'investimento delle risorse è anzitutto una questione di cultura e la nostra cultura è essenzialmente umanistica, e in quanto tale portata all'astrazione ideologica (religiosa-filosofica) della solidarietà: distribuire le risorse a pioggia. In Germania sin dagli inizi del '900 si è privilegiata la scuola dell'addestramento professionale (da noi considerata la scuola per i figli del personale subalterno), finalizzata agli sbocchi lavorativi. Da qui l'esaltazione della tecnologia e la conseguente molla verso la crescita economica con l'accettazione di misure drastiche quando necessario. Noi, invece, abbiamo rincorso il miraggio dell'essere "dottore" (retaggio umanistico) discettando di poemi, visioni filosofiche, bizantinismi, trabocchetti e fratellanza universale.
La cultura non si cambia con un decreto ministeriale ma ci vogliono generazioni ed esempi continuativi, in quanto, come già detto lo scorso 5 gennaio, la cultura sviluppa la scienza che produce tecnologia che influisce a sua volta sull'economia e le istituzioni, con passaggi lunghi da un processo all'altro, come nel post del 7 gennaio.
Negli anni '60 dello scorso secolo l'umorista Angelo Olivieri nel libricino di disegni su Il Sole, edito da Semerano in Roma, rappresentò due modi di rapportarsi con una realtà (il sole) materialmente irrangiungibile e pertanto non governabile da parte degli umani. Assoggettabile solo con la fantasia, l'unica risorsa di cui l'uomo abbonda.
A destra vediamo l'interpretazione ottimistica dell'omino che lancia una ciambella di salvataggio al sole che sta per affogare (tramontare) nel mare, a sinistra l'interpretazione negativa dello schiacciasassi che spiana il terreno liberando l'orizzonte. Due modi di porsi nei confronti di una realtà che ha regole (costanti K) sue, ancora inconoscibili ed immodificabili, ove l'uomo può solo prenderne atto, ma con la fantasia rivalersi sull'evento e soggiocarlo. E' l'atteggiamento che abbiamo giornalmente con cose che ignoriamo ma sulle quali esprimiamo le nostre opinioni (pareri basati su fantasie nostre o altrui).
Non sapendo e non conoscendo interveniamo su tutto esprimendo un'opinione nata da fantasie (elucubrazioni del pensiero) che - nel tempo - si trasformano in pregiudizi (convinzioni radicate nate dal passaparola scritto, orale e radiotelevisivo). Nascono così le ideologie religiose, politiche, economiche in funzione della conquista o del mantenimento del potere.
Dobbiamo riprendere la crescita economica, predicano i nostri, per non uscire dall'Europa. Ed investire il provento della tassazione straordinaria in opere in grado di dare occupazione e sviluppo.
In altri tempi quando un paese era in crisi dichiarava guerra al confinante, accusandolo di ogni infamia. Il popolo si distraeva dai guai e il potere continuava a governare indisturbato. Oggi è ancora così: quando le industrie vanno in rosso, trascinando con la disoccupazione il paese, un bell'intervento di pace unisce il popolo, sposta i disoccupati al fronte e permette alle aziende (con i soldi del governo) di investire in tecnologie militari per vincere la guerra. Tecnologie che poi si riverbereranno sull'economia con un rinnovato impulso verso la crescita, ed il ciclo ricomincia. I paesi che non potranno accusare gli altri (l'economia internazionale, i terroristi, gli integralisti, i giudici, etc.) prima o poi si avvieranno verso un trapasso di poteri all'interno dello stato o saranno assoggettati economicamente o politicamente ai paesi all'apice della tecnologia. Questo perchè ancora non sappiamo vedere cosa c'è dietro quello che non riusciamo a capire ma che cerchiamo di razionalizzare con la fantasia dell'opinione, cioè giustificare gli eventi non controllati dall'uomo.
Pertanto di fronte ai cambiamenti, o in presenza della ripetitività dei cicli, mutiamo il nome delle cose dimenticando la storia dei vari passaggi. La religione cristiana è subentrata al dio Mitra dei romani appropriandosi, quale vincitrice, dei riti e delle feste di mitridate ma rimanendo immutata nella sostanza: la speranza in una elevazione sociale. Alle baronie medioevali (tutto il potere nelle loro mani) hanno fatto seguito i governi inizialmente eletti dalla nobiltà e dalla borghesia per perpetuare il loro potere. Il Pd è nato dalle ceneri del Pci e poi dell'Ulivo ma sempre con gli stessi uomini, e così è anche avvenuto con gli eredi del Msi.
Una previsione: qualsiasi governo italiano non riuscirà a far riprendere lo sviluppo del Paese poichè l'investimento delle risorse è anzitutto una questione di cultura e la nostra cultura è essenzialmente umanistica, e in quanto tale portata all'astrazione ideologica (religiosa-filosofica) della solidarietà: distribuire le risorse a pioggia. In Germania sin dagli inizi del '900 si è privilegiata la scuola dell'addestramento professionale (da noi considerata la scuola per i figli del personale subalterno), finalizzata agli sbocchi lavorativi. Da qui l'esaltazione della tecnologia e la conseguente molla verso la crescita economica con l'accettazione di misure drastiche quando necessario. Noi, invece, abbiamo rincorso il miraggio dell'essere "dottore" (retaggio umanistico) discettando di poemi, visioni filosofiche, bizantinismi, trabocchetti e fratellanza universale.
La cultura non si cambia con un decreto ministeriale ma ci vogliono generazioni ed esempi continuativi, in quanto, come già detto lo scorso 5 gennaio, la cultura sviluppa la scienza che produce tecnologia che influisce a sua volta sull'economia e le istituzioni, con passaggi lunghi da un processo all'altro, come nel post del 7 gennaio.